I membri del Governo ticinese saranno assoggettati in futuro alla cassa pensioni dei dipendenti dello Stato, pagheranno i contributi previdenziali, non godranno di un vitalizio ma matureranno il diritto a un'indennità di uscita o a un reddito ponte fino alla pensione, a dipendenza dell'età in cui lasceranno la carica.
Il loro stipendio netto resterà invariato a circa 230'000 franchi. Così ha deciso il Gran Consiglio ticinese, approvando un compromesso che cambia una legge vecchia di 57 anni. Solo l'MPS si è opposto a una soluzione che ritiene ancora di privilegio e ha preannunciato il lancio di un referendum.