CovidNuove misure, per Garzoni «era il minimo che si potesse fare»
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17.12.2021
Le nuove misure annunciate dal Consiglio federale sembrano convincere chi lavora nel settore della sanità, anche se c'è chi crede che si poteva osare di più.
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17.12.2021, 17:26
17.12.2021, 17:32
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«Era il minimo che la Confederazione doveva fare e, probabilmente, avrebbe dovuto farlo prima perché il sovraccarico del sistema sanitario in Svizzera interna è sotto gli occhi di tutti. Due o tre settimane di anticipo ci avrebbero forse risparmiato un po’ di problemi»: così Christian Garzoni ai microfoni della RSI.
Il direttore sanitario della clinica Moncucco da tempo chiedeva misure più incisive per contrastare la quinta ondata di Covid, che - in questo momento - vede gli ospedali, soprattutto d’Oltralpe, sotto forte pressione, in particolare a causa del ricovero di persone non vaccinate.
«Il Consiglio federale raccomanda ai cantoni di rinviare le operazioni non urgenti, ma questo in molti ospedali è già una realtà. Da contatti diretti con un ospedale della Svizzera interna, so che hanno anche dovuto rinviare l’intervento per un paziente di tumore», ha detto sempre alla RSI, affermando di condividere le misure annunciate.
Compresa quella riguardante la riduzione da 6 a 4 mesi del tempo d’attesa minimo per ottenere la dose di richiamo. «Permette di migliorare la protezione delle persone più fragili», ha spiegato.