Mottarone Cavo spezzato, fra le ipotesi proprio l'uso smodato dei forchettoni

SDA

2.6.2021 - 14:26

L'impiego massiccio dei cosiddetti "forchettoni" durante la corsa della funivia del Mottarone potrebbe avere scaricato una tensione eccessiva sulla fune e, quindi, la rottura all'altezza dell'attacco del carrello.
L'impiego massiccio dei cosiddetti "forchettoni" durante la corsa della funivia del Mottarone potrebbe avere scaricato una tensione eccessiva sulla fune e, quindi, la rottura all'altezza dell'attacco del carrello.
Keystone

L'impiego massiccio dei cosiddetti «forchettoni» durante la corsa della funivia del Mottarone potrebbe avere scaricato una tensione eccessiva sulla fune e, quindi, la rottura all'altezza dell'attacco del carrello.

È una delle numerose ipotesi al vaglio dei consulenti della procura di Verbania che devono fare luce sulle cause dell'incidente di domenica 23 maggio, costato la vita a 14 persone.

Gli accertamenti tecnici sono piuttosto laboriosi e richiederanno, fra l'altro, un accesso all'interno della cabina, che è ancora sul posto e che potrà essere rimossa solo con una serie di accorgimenti. Lunedì è prevista una seconda ispezione.

I «forchettoni» sono dei ceppi che impediscono al freno di emergenza di scattare, interrompendo la corsa. Durante il normale orario di servizio debbono essere rimossi, ma il 23 maggio sono stati lasciati sulla cabina 3. Le indagini hanno appurato che questo espediente – non consentito – era stato adottato diverse volte nel corso del mese e forse anche in precedenza.

Forchettoni in uso già nel 2014?

Intanto ieri sono emerse delle novità che, se confermate, potrebbero cambiare il quadro accusatorio.

Stando ad alcuni video girati nel 2014 e nel 2018 da uno svizzero, parrebbe che sulla linea della funivia del Mottarone i freni di emergenza sarebbero stati bloccati già da anni. Nelle immagini, mostrate ieri dall'emittente tv tedesca ZDF, sarebbero infatti visibili i cosiddetti «forchettoni», che bloccano i freni di emergenza.

La Procura di Verbania ha ricevuto i video girati da Meier e inviatele dalla ZDF, ha confermato la procuratrice Olimpia Bossi, chiarendo che al momento preferisce evitare «ogni valutazione».