Monte Gambarogno Monte Gambarogno, in aiuto arrivano i Canadair dall'Italia

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1.2.2022

Proseguono le operazioni di spegnimento dei molteplici roghi, interrotte nella notte, anche con l’ausilio degli aerei italiani. Sul posto, da oltre confine, sono arrivati anche dei volontari. Lo riferisce la RSI.

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La missione volta a spegnere le fiamme che divampano sul Monte Gambarogno da domenica sono riprese martedì mattina, dopo la riunione di coordinamento, con altre squadre composte da diverse decine di militi e i sei elicotteri, tra cui due Super Puma dell'esercito.

Si prevede già fin da ora di continuare anche nei prossimi giorni con la stessa formazione d'impiego.

I Canadair a dar man forte

In mattinata, da parte italiana, si sono recate sul posto pure alcune squadre di volontari dell’Antincendio boschivo (Aib) della provincia di Varese per mettersi a disposizione.

Sempre dalla vicina Italia, un primo Canadair, i grandi aerei usati nella lotta contro gli incendi boschivi, è arrivato sul Verbano in mattinata per concentrarsi sull'altro rogo della zona, quello di Gurro in Val Cannobina scoppiato ieri pomeriggio (lunedì).

Nel primo pomeriggio è giunto anche un secondo velivolo da Albenga ed entrambi sono impegnati con i primi scarichi d'acqua anche sulle fiamme dei monti gambarognesi.

I velivoli, dopo aver calibrato i lanci, scendono il più possibile vicino a terra, in particolare nell'avvallamento, per spegnere in maniera mirata le fiamme appena sopra Indemini, mentre gli elicotteri continuano a lavorare sull'altro fronte. L'intervento con gli aerei dovrebbe protrarsi almeno fino alle 16.30.

Un totale di sette elicotteri

Oltre ai Canadair, ai due elicotteri Super Puma dell’esercito e ai quattro civili già impegnati negli scorsi giorni, oggi, martedì, se n’è aggiunto un quinto, per un totale di sette, rimasti in volo fino alle 18:30, come riportato dalla RSI.

Un notevole impiego di forze dall’alto insieme alla trentina di pompieri che stanno lavorando sul terreno per cercare di contenere l’espandersi dell’incendio.

Si sta cercando soprattutto di contenere i due focolai più pericolosi, quello di nordest sull’alpe di Neggia e quello in zona sudovest sulla frontiera con l’Italia.

Il proseguimento degli interventi dipenderà molto dallo sviluppo del vento e dalla meteo e dall’evoluzione durante la notte, dove non volano elicotteri e dove per motivi di sicurezza non si può intervenire, se non in protezione della strada che dall’alpe di Neggia porta al fronte italiano, cioè a Indemini.

La frazione di Indemini resta una sorvegliata speciale, ma attualmente non è toccata dall’incendio

Parsimonia con le risorse d'acqua

Le persone sfollate non possono ancora fare rientro nelle loro abitazioni. Per il rischio d’inquinamento l’acqua è stata dichiarata non potabile. Mentre a Gerra-Gambarogno si invita la popolazione a usarla in modo parsimonioso.

Soprattutto nella zona di Gerra, questo perché si sta utilizzando tantissima acqua per gli elicotteri attivi nello spegnimento dell’incendio. Al momento i bacini sono pieni, e la quantità d’acqua è sufficiente.

Difficile capire quando la situazione tornerà alla normalità. Gli occhi dei pompieri e militi sono puntati soprattutto alla meteo.