Sembrerebbe essere diminuita drasticamente l'area interessata dall'incendio che da settimana scorsa divampa sul Monte Gambarogno. Nella foto si vede (al centro) il comandante dei pompieri di montagna Samuele Barenco mentre coordina nella giornata di martedì il lavoro dei pompieri, attivi sul fronte di terra per estinguere i focolai del sottobosco.
Infatti, nonostante l'incendio sia ormai sotto controllo, nel sottoterra della zona boschiva si annidano ancora diversi punti caldi. Da martedì i pompieri, raggiunti da una squadra di militi, sono impegnati nello spegnimento di questi focolai.
L'arrivo di questi aiuti vuole concedere dei giorni di riposo agli innumerevoli pompieri di montagna e militi all'opera da quasi 10 giorni e anche per spartire il carico di lavoro.
A dare una mano alle forze di terra sono ancora attivi tre elicotteri che trasportano l'acqua necessaria per lo spegnimento dei focolai nei punti d'intervento.
Una delle immagini ricavate dal lavoro notturno con i vigili del fuoco italiani.
L'incendio è domato, ma l'allerta rimane alta a causa della presenza di alcuni focolai. Un drone della REGA ha anche ispezionato la zona per individuare focolai sospetti.
Una buona notizia arriva per gli abitanti di Indemini, che nella giornata di venerdì sono potuti rientrare alle proprie abitazioni, dopo l'evacuazione di inizio settimana.
A causa dell'incendio tuttavia l'acqua non è ancora potabile: la Protezione civile ha consegnato le casse d'acqua per gli abitanti di Indemini. La potabilità dell'acqua è strettamente monitorata: si spera che da settimana prossima torni potabile.
La gioia degli abitanti di Indemini al rientro a casa è palpabile.
Le opere di spegnimento saranno lunghe e complesse. Nella giornata di martedì sono stati ben cinque gli elicotteri civili che sono intervenuti.
Si prevede di continuare anche nei prossimi giorni con la stessa formazione d'impiego.
Il loro contributo si sta rivelando fondamentale in un terreno impervio, di difficile accesso per i pompieri.
Dalla vicina Italia, un primo Canadair, i grandi aerei usati nella lotta contro gli incendi boschivi, è arrivato sul Verbano nella mattinata di martedì. Nel primo pomeriggio, dopo alcuni lanci per calibrare lo scarico d'acqua ha iniziato l'opera di spegnimento.
La coordinazione tra Canadair e elicotteri è fondamentale anche per evitare incidenti.
I vigili del fuoco avranno bisogno di diversi giorni per contenere l'incendio, secondo la stima della Polizia cantonale ticinese.
La notte ha reso particolarmente visibili le fiamme che hanno toccato il Gambarogno. Praticamente tutte le case nelle vicinanze delle fiamme sono state sfollate.
All'alba la situazione è apparsa in tutta la sua criticità.
In mattinata viene o effettuato un volo di ricognizione per valutare la situazione. Lunedì cinque elicotteri si erano messi a disposizione per la lotta contro le fiamme. Quattro di compagnie civili...
... e un Super Puma dell'esercito, che può trasportare e versare sulle fiamme circa il doppio di acqua di un elicottero civile, ossia circa 4'300 litri.
Vaste nuvole di fumo, hanno coperto la montagna ticinese. Il fumo è visibile da quasi tutto il cantone.
La zona colpita, segnalata sulla mappa del sito della Confederazione map.geo.admin.ch
Incendio sul Monte Gambarogno
Sembrerebbe essere diminuita drasticamente l'area interessata dall'incendio che da settimana scorsa divampa sul Monte Gambarogno. Nella foto si vede (al centro) il comandante dei pompieri di montagna Samuele Barenco mentre coordina nella giornata di martedì il lavoro dei pompieri, attivi sul fronte di terra per estinguere i focolai del sottobosco.
Infatti, nonostante l'incendio sia ormai sotto controllo, nel sottoterra della zona boschiva si annidano ancora diversi punti caldi. Da martedì i pompieri, raggiunti da una squadra di militi, sono impegnati nello spegnimento di questi focolai.
L'arrivo di questi aiuti vuole concedere dei giorni di riposo agli innumerevoli pompieri di montagna e militi all'opera da quasi 10 giorni e anche per spartire il carico di lavoro.
A dare una mano alle forze di terra sono ancora attivi tre elicotteri che trasportano l'acqua necessaria per lo spegnimento dei focolai nei punti d'intervento.
Una delle immagini ricavate dal lavoro notturno con i vigili del fuoco italiani.
L'incendio è domato, ma l'allerta rimane alta a causa della presenza di alcuni focolai. Un drone della REGA ha anche ispezionato la zona per individuare focolai sospetti.
Una buona notizia arriva per gli abitanti di Indemini, che nella giornata di venerdì sono potuti rientrare alle proprie abitazioni, dopo l'evacuazione di inizio settimana.
A causa dell'incendio tuttavia l'acqua non è ancora potabile: la Protezione civile ha consegnato le casse d'acqua per gli abitanti di Indemini. La potabilità dell'acqua è strettamente monitorata: si spera che da settimana prossima torni potabile.
La gioia degli abitanti di Indemini al rientro a casa è palpabile.
Le opere di spegnimento saranno lunghe e complesse. Nella giornata di martedì sono stati ben cinque gli elicotteri civili che sono intervenuti.
Si prevede di continuare anche nei prossimi giorni con la stessa formazione d'impiego.
Il loro contributo si sta rivelando fondamentale in un terreno impervio, di difficile accesso per i pompieri.
Dalla vicina Italia, un primo Canadair, i grandi aerei usati nella lotta contro gli incendi boschivi, è arrivato sul Verbano nella mattinata di martedì. Nel primo pomeriggio, dopo alcuni lanci per calibrare lo scarico d'acqua ha iniziato l'opera di spegnimento.
La coordinazione tra Canadair e elicotteri è fondamentale anche per evitare incidenti.
I vigili del fuoco avranno bisogno di diversi giorni per contenere l'incendio, secondo la stima della Polizia cantonale ticinese.
La notte ha reso particolarmente visibili le fiamme che hanno toccato il Gambarogno. Praticamente tutte le case nelle vicinanze delle fiamme sono state sfollate.
All'alba la situazione è apparsa in tutta la sua criticità.
In mattinata viene o effettuato un volo di ricognizione per valutare la situazione. Lunedì cinque elicotteri si erano messi a disposizione per la lotta contro le fiamme. Quattro di compagnie civili...
... e un Super Puma dell'esercito, che può trasportare e versare sulle fiamme circa il doppio di acqua di un elicottero civile, ossia circa 4'300 litri.
Vaste nuvole di fumo, hanno coperto la montagna ticinese. Il fumo è visibile da quasi tutto il cantone.
La zona colpita, segnalata sulla mappa del sito della Confederazione map.geo.admin.ch
Proseguono le operazioni di spegnimento dei molteplici roghi, interrotte nella notte, anche con l’ausilio degli aerei italiani. Sul posto, da oltre confine, sono arrivati anche dei volontari. Lo riferisce la RSI.
La missione volta a spegnere le fiamme che divampano sul Monte Gambarogno da domenica sono riprese martedì mattina, dopo la riunione di coordinamento, con altre squadre composte da diverse decine di militi e i sei elicotteri, tra cui due Super Puma dell'esercito.
Si prevede già fin da ora di continuare anche nei prossimi giorni con la stessa formazione d'impiego.
I Canadair a dar man forte
In mattinata, da parte italiana, si sono recate sul posto pure alcune squadre di volontari dell’Antincendio boschivo (Aib) della provincia di Varese per mettersi a disposizione.
Sempre dalla vicina Italia, un primo Canadair, i grandi aerei usati nella lotta contro gli incendi boschivi, è arrivato sul Verbano in mattinata per concentrarsi sull'altro rogo della zona, quello di Gurro in Val Cannobina scoppiato ieri pomeriggio (lunedì).
Nel primo pomeriggio è giunto anche un secondo velivolo da Albenga ed entrambi sono impegnati con i primi scarichi d'acqua anche sulle fiamme dei monti gambarognesi.
I velivoli, dopo aver calibrato i lanci, scendono il più possibile vicino a terra, in particolare nell'avvallamento, per spegnere in maniera mirata le fiamme appena sopra Indemini, mentre gli elicotteri continuano a lavorare sull'altro fronte. L'intervento con gli aerei dovrebbe protrarsi almeno fino alle 16.30.
Un totale di sette elicotteri
Oltre ai Canadair, ai due elicotteri Super Puma dell’esercito e ai quattro civili già impegnati negli scorsi giorni, oggi, martedì, se n’è aggiunto un quinto, per un totale di sette, rimasti in volo fino alle 18:30, come riportato dalla RSI.
Un notevole impiego di forze dall’alto insieme alla trentina di pompieri che stanno lavorando sul terreno per cercare di contenere l’espandersi dell’incendio.
Si sta cercando soprattutto di contenere i due focolai più pericolosi, quello di nordest sull’alpe di Neggia e quello in zona sudovest sulla frontiera con l’Italia.
Il proseguimento degli interventi dipenderà molto dallo sviluppo del vento e dalla meteo e dall’evoluzione durante la notte, dove non volano elicotteri e dove per motivi di sicurezza non si può intervenire, se non in protezione della strada che dall’alpe di Neggia porta al fronte italiano, cioè a Indemini.
La frazione di Indemini resta una sorvegliata speciale, ma attualmente non è toccata dall’incendio
Parsimonia con le risorse d'acqua
Le persone sfollate non possono ancora fare rientro nelle loro abitazioni. Per il rischio d’inquinamento l’acqua è stata dichiarata non potabile. Mentre a Gerra-Gambarogno si invita la popolazione a usarla in modo parsimonioso.
Soprattutto nella zona di Gerra, questo perché si sta utilizzando tantissima acqua per gli elicotteri attivi nello spegnimento dell’incendio. Al momento i bacini sono pieni, e la quantità d’acqua è sufficiente.
Difficile capire quando la situazione tornerà alla normalità. Gli occhi dei pompieri e militi sono puntati soprattutto alla meteo.