‘Ndrangheta L'inchiesta su una maxi frode fiscale in Lombardia porta anche in Ticino

SwissTXT / pab

29.1.2020

Immagine d'illustrazione
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Keystone

In una maxi-inchiesta italiana che ieri, martedì, ha portato all’arresto di 18 persone, su ordine dell’Antimafia di Milano, figurano anche tre società attive anche in Ticino.

Le persone sono accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, estorsione, usura e auto-riciclaggio.

Come riferisce la RSI, al centro dell’indagine (si parla di 160 milioni di euro di fatture false e, dal 2015 al 2018, un’evasione che ha arricchito il gruppo per oltre 34 milioni) c'è un 53enne imprenditore di Lecco che aveva contatti diretti con i boss. 

Un complesso meccanico per frodare il fisco

Il meccanismo per frodare il fisco era complesso: una frode «carosello» per evadere l'Iva nel settore delle telecomunicazioni, attraverso una sofisticata rete di società intestate a prestanome, di cui alcune attive anche in Svizzera.

Nelle maglie delle oltre 250 pagine dell’inchiesta, che la RSI ha potuto consultare, figurano anche tre società con sede in Ticino. Sono attive a Chiasso, Lugano e Locarno, tutte nel settore della telecomunicazione.

«Le società estere create e controllate dall’organizzazione servivano a movimentare flussi di denaro e costituire fondi occulti per i membri dell’associazione», ha spiegato ai microfoni dell'azienda di Comano il tenente colonnello Fabio Antonacchio della Guardia di finanza.

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