Misure precauzionali L’economia ticinese reagisce al coronavirus

SwissTXT / pab

24.2.2020

Alla Mikron di Agno si opta per il telelavoro
Alla Mikron di Agno si opta per il telelavoro
Ti-Press

La crisi del coronavirus alle porte del Ticino ha già spinto alcune aziende sul territorio a prendere misure.

Molte delle ditte contattate nel primo pomeriggio dalla RSI hanno spiegato di essere in attesa delle informazioni che sarebbero state comunicate dal Cantone nella conferenza stampa delle 16, ma alcune tra loro hanno deciso di agire con anticipo, chi con misure interne, chi con soluzioni legate allo smartworking.

Misure precauzionali concrete

Misure precauzionali concrete sono state ad esempio prese alla Ander Group, un'azienda di Agno che si occupa di branding e marketing: «Abbiamo uno smartworking perfettamente funzionante, che ci permette di lavorare da casa, quindi ieri sera ho contattato personalmente i nostri collaboratori italiani e, di comune accordo, abbiamo deciso che sarebbe stato meglio che restassero a casa e soprattutto che non utilizzassero i mezzi pubblici di trasporto», ha spiegato il direttore Florian Anderhub. Di giorno in giorno si valuterà poi come proseguire.

Il telelavoro sembra essere una soluzione che sta riscuotendo un certo successo. È infatti notizia di questa mattina che anche la Schindler di Locarno ha incentivato i collaboratori non legati alla produzione ad usare i mezzi di smartworking.

Così anche la Mikron di Agno, produttrice di macchinari ad alta precisione: «Ieri abbiamo ricevuto l’informativa da parte del nostro medico aziendale sui comportamenti da tenere e stamattina ci siamo riuniti per prendere alcune decisioni: dare ai collaboratori che ne hanno la possibilità di lavorare da casa, limitare il più possibile gli spostamenti con il treno (FFS e FLP), cancellare quando possibile le riunioni e infine abbiamo introdotto dei turni in mensa con dei piccoli gruppi».

Chi può restare a casa, circa il 20% degli impiegati, è quindi meglio che vi resti, indipendentemente in questo caso dal luogo di provenienza.

Susanne Cedraschi ha poi aggiunto che i responsabili delle risorse umane delle grosse aziende in Ticino in questi giorni sono in stretto contatto per consigliarsi a vicenda sulla linea da seguire.

Misurazione della temperatura dei dipendenti

Chi invece è strettamente legato alla produzione, come l'azienda di assemblaggio di orologi del gruppo Swatch - divisa fra Genestrerio e Stabio dove sono impiegati circa 600 dipendenti -, ha optato per misure che vanno al di là dell'igiene personale, come confermato dalla comunicazione: «Stiamo provando la temperatura dei dipendenti, senza peraltro aver riscontrato finora problemi, e da oggi – secondo le disposizioni del gruppo – abbiamo pure bloccato tutte le trasferte».

Chi è invece stata più drastica è l'azienda Casale di Lugano, attiva nella produzione di ingegneria per impianti chimici. Non è stato possibile raggiungere nessun dirigente, ma un cartello affisso all'esterno della sede comunicava la chiusura totale della struttura per tutta la giornata.

Da informazioni raccolte dalla RSI, risulta però che da domani, martedì, l’attività riprenderà regolarmente, ma con limitazioni a viaggi e trasferte e con la misurazione della temperatura dei dipendenti e degli eventuali visitatori.

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