Il processo militare va avanti Il processo militare va avanti: la difesa contesta le accuse, la Corte respinge le tesi

SwissTXT / red

27.1.2022

L'uditore dell'esercito, maggiore Martino Righetti, sostiene l'accusa in questo processo.
L'uditore dell'esercito, maggiore Martino Righetti, sostiene l'accusa in questo processo.
Ti-Press

In apertura del processo militare a Locarno a carico dell’ex comandante delle Guardie di confine della regione Ticino, Mauro Antonini, e dell’ex ufficiale responsabile dello Stato maggiore, sono state formulate le contestazioni nei confronti dell’accusa, ma la Corte ha deciso di proseguire il dibattimento.

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Come ha riferito la RSI, il patrocinatore di Mauro Antonini, avvocato Elio Brunetti, ha sollevato una serie di eccezioni procedurali sulla formulazione e sulla validità stessa degli atti d’accusa firmati dall’uditore dell’esercito maggiore Martino Righetti.

Tesi che però, come detto, sono state respinte dalla Corte che ha deciso di proseguire il dibattimento. «L’uditore ha la possibilità di modificare l’atto d’accusa fino all’inizio del dibattimento», ha detto il presidente, colonnello Mauro Bazzi. «È vero che negli atti d’accusa ci sono molti periodi determinati in una forchetta di tempo, i fatti emergono però in modo sufficientemente chiaro».

La Corte semmai si esprimerà in seguito per decidere se ciò basterà per emettere una sentenza.

Violazione del principio accusatorio

La prima questione, come si legge sul sito dell'emittente di Comano, era relativa alla violazione del principio accusatorio che stabilisce l’immutabilità dell’atto accusa secondo la procedura penale militare. Quello su cui si fonda il dibattimento odierno è stato formulato il 16 novembre 2021.

«Non è stata una modifica di quello precedente del 6 maggio 2020, bensì una sostituzione con annullamento». Secondo Brunetti «non vi è dubbio che vi sia stata una modifica dello svolgimento dei fatti e pure dei reati addebitati».

Inoltre, secondo la difesa, i fatti non sarebbero stati sufficientemente dettagliati dall’uditore. «Non ho mai visto un atto d’accusa come questo, con un mare di supposizioni. L’imputato non sa quindi esattamente di quali fatti sia accusato e quali pene rischi, in modo da poter preparare adeguatamente la difesa».

E ancora, in quella che è stata un’anticipazione di tesi da arringa, «le circostanze di tempo e di luogo non possono essere presumibili, ma vanno chiaramente indicate. Si tratta di circostanze decisive, per la difesa, per comprovare fra l’altro la prescrizione dei reati», ha sottolineato Brunetti, rilevando nuovamente le lacune dell’atto d’accusa.

«Le persone e gli ufficiali coinvolti non possono essere descritti genericamente», si tratta di fatti che influiscono sulla possibilità di portare prove «a discarico delle tesi accusatorie».

La difesa per l'aggiornamento del processo, i giudici per il proseguimento

La difesa dell’ex-comandante ha chiesto un aggiornamento del processo, affinché gli atti d’accusa possano essere precisati, rilevando pure un’ulteriore presunta violazione fattuale.

Senza entrare troppo in dettagli da aula penale, avendo l’accusa desistito dal reato di ripetuta truffa, i fatti relativi a quel reato riportati nella nuova accusa di gestione infedele non potrebbero più essere considerati, se non violando il principio «Ne bis in idem», per cui non si può essere giudicati due volte per i medesimi fatti.

«Mi sarei atteso che questi atti d’accusa venissero rinviato all’uditore da parte della Corte», ha commentato l’avv. Daniele Meier, patrocinatore dell’altro ufficiale imputato.

Tesi, quelle della difesa, contestate dall’uditore magg. Martino Righetti; secondo l’accusa i fatti sono stati elencati in modo dettagliato e non vi è mai stata una desistenza rispetto ad accuse poi riformulate, ma non abbandonate.

In effetti non è mai stata formulata una decisione di abbandono rispetto al reato di truffa, anche se la Corte al momento non ritiene che vi siano le condizioni per dibattere su questa eventuale accusa. I giudici hanno dunque deciso di proseguire il dibattimento.