Pandemia COVID-19: mascherine alle medie, Merlani: «Sistema sanitario vicino al limite»

pab

5.11.2020

Il medico cantonale ticinese Giorgio Merlani
Il medico cantonale ticinese Giorgio Merlani
Ti-Press / archivio

Il Consiglio di Stato ticinese ha reso obbligatoria la mascherina nelle scuole medie per ridurre il numero delle quarantene di classe. Gobbi: «Stiamo scalando la seconda vetta di un lungo trekking». Merlani: «Curva dei contagi controllata "artificialmente" perché non possiamo testare di più, i laboratori sono al limite. La diffusione del virus non è più sotto controllo».

Norman Gobbi, in apertura di conferenza stampa, ha ribadito un concetto: «Il Governo è vicino a tutti, comprendiamo la stanchezza fra di voi, ma dobbiamo rimanere uniti. Abbiamo sempre preso decisioni con un approccio proporzionato».

«È una dura, durissima sfida - ha poi continuato il presidente del Governo ticinese - è uno sforzo costante. Dobbiamo adattarci sempre. La situazione in tutta la Svizzera è difficile. In Ticino è sotto controllo. Siamo a 9 giorni dalle misure prese dal Governo federale. Tra pochi giorni potremo quindi valutarne l’impatto. Seguiamo con preoccupazione la situazione della vicina Svizzera romanda, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà».

Chiesti più controlli alle frontiere

«Per quel che concerne l'Italia, il governo ha preso atto delle decisioni prese da Roma. Avranno delle conseguenze dirette anche per noi: non si potrà più andare a far visita ai parenti o a fare la spesa. Per chi non rispetta queste regole sono previste delle multe anche molto salate», ha spiegato Gobbi.

«Abbiamo chiesto al Consiglio federale di darci man forte - ha continuato Gobbi - più controlli in entrata e in uscita. Con più presenza fisica nei punti di maggiore accesso. Abbiamo assicurato a Berna che siamo pronti ad aiutare, mettendo a disposizione la collaborazione della polizia cantonale come già fatto a marzo».

«Abbiamo chiesto che nelle discussioni con la controparte italiana, qualora la situazione di zona rossa si prolungasse nel tempo, fossero prese in considerazione le particolari condizioni di chi ha relazioni molto strette (parenti, partner, figli ndr.)», ha affermato Gobbi.

Gobbi: «Scaliamo la seconda vetta di un lungo trekking»

«In questa crisi ho spesso usato la similitudine della figura del passo del montanaro. Questa seconda ondata è la seconda vetta di quello che si annuncia come un lungo trekking», ha avvertito il presidente del Governo.

«Gli specialisti ci dicono che dobbiamo abituarci a continuare a scalare delle vette. Agiamo come montanari coscienziosi: ben preparati, con scarponi ben allacciati e prudenti».

Dobbiamo proteggere le fasce più fragili della nostra società. Anche i piccoli gesti contano molto. Per questo ringrazio tutti i comuni e le associazioni che si mettono a disposizione per assolvere delle commissioni per conto di chi è più fragile.

Gobbi ha poi ribadito di stare attenti a rispettare le misure d’igiene, prima di passare la parola al collega Manuele Bertoli, direttore del DECS.

Mascherina obbligatoria alle scuole medie

Bertoli ha brevemente spiegato come i primi due mesi di scuola si siano svolti senza particolari problemi. «Ma negli ultimi tempi, malgrado i piani di protezione abbiano funzionato bene, abbiamo notato che le classi che finiscono in quarantena sono sempre più numerose».

Anche per questo motivo quindi «il Consiglio di Stato ha deciso l’introduzione della mascherina alle scuole medie, dal 9 novembre fino alle vacanze natalizie».

«Le mascherine saranno obbligatorie all’interno e all’esterno, e saranno fornite agli studenti. L’obiettivo è continuare con l’insegnamento in presenza», ha detto Bertoli in conclusione.

Merlani: «Più test di così non si può, laboratori al limite»

Dal canto suo, il medico cantonale Giorgio Merlani ha fatto il punto della situazione partendo da quella che si vive a livello svizzero, commentando il grafico delle infezioni: «Vedete un tipico andamento esponenziale, poi però dalla settimana 43 sembra che ci sia un rallentamento. Ma non è una buona notizia. Significa semplicemente che a livello nazionale siamo arrivati al livello massimo delle capacità giornaliere di fare dei test».

«La curva non sta rallentando. Sono i laboratori federali di analisi ad avere raggiunto il limite delle possibili analisi. La crescita è “artificialmente" contenuta», ha spiegato Merlani. A livello svizzero la cura dei decessi sembra una fotocopia della prima ondata. Il raddoppio settimanale dei morti è ancora più chiaro.

Contact tracing in difficoltà

Per quel che concerne il contact tracing in Ticino la situazione è abbastanza sotto controllo, ha proseguito Merlani, ma non è così nel resto della Svizzera. «Alcuni cantoni sono davvero in difficoltà».

«Il fatto che la curva delle persone in isolamento sia ora quasi uguale a quella delle persone in quarantena significa due cose: le persone incontrano meno gente, ma soprattutto il sistema di contact tracing è arrivato al limite. In alcuni cantoni sappiamo che il contact tracing contatta la persona positiva chiedendole direttamente di contattare lei i suoi contatti stretti, perché non hanno le risorse per andare oltre», ha continuato il medico cantonale.

Merlani: «Sistema ospedaliero vicino al limite»

Merlani è passato poi a commentare i dati cantonali, annunciati giovedì, in particolare i 29 ricoveri in ospedale. 18 persone sono in cure intense. «Durante il picco della prima ondata, si era arrivati a circa 350 ospedalizzazioni», ha ricordato Merlani. «Se la crescita continua a un ritmo di 29 al giorno, rischiamo di arrivare rapidamente vicino alla soglia del dolore del sistema ospedaliero».

«Se durante la prima ondata mi è sembrato se ne volesse uscire tutti insieme, con tutti che facevano la loro parte, adesso ho l’impressione che ci sia un po’ di stanchezza nella popolazione», ha proseguito Merlani.

«Torniamo quindi a fare più attenzione - ha esortato il medico cantonale -. Sappiamo che è una malattia che provoca più problemi negli anziani. Medici, infermieri e personale delle case per anziani sono anche tutti molto stanchi, quindi se possiamo evitiamo di dargli lavoro inutile».

Il sistema sanitario non è flessibile all'infinito

«Tutti son pronti, tutti hanno reagito, abbiamo avuto una grande esperienza nella prima ondata. Saremo in grado di affrontare la seconda- ha poi detto il medico cantonale -, ma non si può delegare tutto al sistema sanitario. Non possiamo attenderci una flessibilità infinita del sistema».

«Vale quello che valeva per la prima ondata - ha ribadito Merlani -: vediamo meno persone, facciamo attenzione, manteniamo le distanze, laviamoci spesso le mani. Sono elementi concreti che adesso diventano urgenti e importanti. L’andamento del contagio dipende da ognuno di noi e dal nostro impegno».

Merlani: «La diffusione non è più sotto controllo»

«La rapidità con cui è arrivata la seconda ondata ha stupito tutti - ha ammesso Merlani -, ma abbiamo comunque un minimo controllo su quello che succede sul territorio. La diffusione del virus è comunque a livello comunitario e non è più sotto controllo».

«Il contact tracing rallenta. In realtà ora ci si può infettare ovunque. Non ci sono più dei posti specifici e conosciuti dove si sa che ci si può infettare».

Merlani: «Non sono io la tempesta, sono solo il barometro»

Il motore principale, va ricordato, non è la scuola, non sono i bambini a espandere il virus. Il COVID-19 si comporta in modo diverso dall’influenza. I bambini non sono a rischio, ma hanno molti contatti. Ecco perché facciamo molta attenzione alla scuola. Abbiamo visto che grazie alle misure di protezione, soprattutto la mascherina, il numero delle quarantene nel post-obbligo è sceso, ma nelle scuole medie questo aspetto ancora non c’era.

Inoltre gli specialisti di malattie pediatriche hanno deciso a livello federale che è opportuno portare la mascherina anche nella fascia di età che corrisponde alle scuole medie. Ma son misure che già i ragazzi conoscono perché devono mettersi la mascherina sui trasporti pubblici.

«Non sono l’uragano, non sono altro che il barometro che vi fa vedere le varie curve delle infezioni, ospedalizzazioni e dei morti e l’andamento della pressione e della temperatura. Non sono io a decidere il tempo che farà. Ma ogni singolo cittadino può influenzarlo il tempo, con il suo comportamento, con le scelte fatte», ha concluso il medico cantonale.

Record di casi in Ticino

Non accenna intanto a rallentare minimamente la curva dei contagi in Ticino. Anzi, nelle ultime 24 ore, si è addirittura registrato un nuovo record con 452 infezioni, cifra mia vista finora. Ci sono stati anche quattro morti e 29 nuove ospedalizzazioni.

Le autorità cantonali grigionesi dal canto loro hanno registrato 128 nuovi contagi di Covid-19 nelle ultime 24 ore.

Oltre 10'000 casi a livello svizzero

Secondo i dati odierni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), nelle ultime 24 ore in Svizzera sono stati registrati altri 10'128 casi di Covid-19 e 62 ulteriori decessi.

Tra ieri e oggi, 399 pazienti sono stati ricoverati in ospedale.

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