Diocesi di LuganoÈ ufficiale, il Vescovo Lazzeri si è dimesso: «A tutti chiedo perdono»
SwissTXT / Red
10.10.2022
Dopo le numerose voci sulla notizia, anticipata la scorsa settimana dalla RSI, è ormai ufficiale il cambio alla testa della Diocesi di Lugano: le dimissioni di Monsignor Valerio Lazzeri sono effettive e sono state infatti accolte da Papa Francesco. Il Vescovo Alain de Raemy è il nuovo amministratore apostolico.
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10.10.2022, 13:01
10.10.2022, 14:18
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Il Vaticano - come riporta la RSI - ha pubblicato le dimissioni nel suo bollettino ufficiale in contemporanea alla conferenza stampa convocata lunedì per le 12 al Palazzo vescovile a Lugano.
«È cresciuta una fatica interiore. Chiedo perdono»
«Sono consapevole del peso e dello smarrimento che la mia decisione non mancherà di provocare. A tutti chiedo perdono», ha esordito il vescovo Lazzeri.
«Soprattutto negli ultimi due anni è andata crescendo dentro di me una fatica interiore. Lo sforzo e la continua tensione che mi poneva il ruolo di vescovo, mi ha portato sempre più lontano da ciò che sono. Non riesco più a immaginarmi nella posizione che ho cercato con tutto il cuore di fare mia. Non riesco più a interpretare il ruolo di vescovo di Lugano» ha detto con calma Monsignor Lazzeri, anche se visibilmente emozionato.
«Ve lo dico a cuore aperto: dopo un lungo discernimento, ho ritenuto necessario per il maggior bene della diocesi rimettere nelle mani del Santo Padre il mandato che mi aveva affidato», ha aggiunto Lazzeri, la voce rotta dall'emozione.
«Vi chiedo perdono per le mie mancanze e le mie inadempienze. Non smetterò mai di rendere grazie per la testimonianza di vede che mi avete dato».
Alain de Raemy, il nuovo Amministratore apostolico
Alla conferenza stampa - seguita dall'emittente radiotelevisiva - è presente anche il vescovo ausiliario di Friborgo, Losanna e Ginevra, indicato da giorni come il possibile Amministratore apostolico Alain de Raemy. Una conferma giunta da Papa Francesco per voce del Nunzio apostolico Martin Krebs.
De Raemy si trasferisce da subito da Friborgo a Lugano: «Sono qui in questa terra e voglio essere con voi fino in fondo alla valle più lontana. Voglio conoscere tutte le nostre realtà: sono qui per ascoltare, capire, far risuonare un'armonia musicale, per arrivare alla scelta del capotavola ideale che sappia valorizzare tutti i nostri carismi», ha detto de Raemy annunciando una visita a tutte le parrocchie e l'impegno a imparare un po' di dialetto e il rito ambrosiano presente in diverse regioni della Diocesi di Lugano.
De Raemy ha svelato che il Nunzio lo ha contattato già alcune settimane fa per informarlo delle dimissioni di Lazzeri e dell'intenzione del papa di scegliere lui come amministratore apostolico. Manterrà inoltre la carica esistente, senza però esercitarla attivamente nella Diocesi di provenienza.
Nato e cresciuto a Barcellona
Come ricorda la RSI, de Raemy è figlio di padre friborghese e madre vallesana. È nato nel 1959 a Barcellona dove è cresciuto fino al 1974. In seguito ha seguito gli studi dai Benedettini a Engelberg, e studiato teologia a Friborgo entrando nel seminario diocesano.
Ordinato sacerdote nel 1986, ha proseguito gli studi a Roma ed è stato cappellano della Guardia svizzera pontificia. Dal 2013 è vescovo ausiliario e in seno alla Conferenza episcopale svizzera, è responsabile dei dicasteri giovani, media e presidente della commissione per il dialogo con i Musulmani.
Lazzeri, Il terzo vescovo emerito del Ticino
Ordinato vescovo il 7 dicembre del 2013, Monsignor Lazzeri - 59 anni - diventa così il terzo vescovo emerito in Ticino. Lo sono già infatti il suo predecessore Pier Giacomo Grampa e Ernesto Togni, che lasciò l'incarico nel 1985 restando come amministratore apostolico fino all'anno seguente.
La decisione di Lazzeri è arrivata dopo anni intensi di lavoro e molte sfide sul suo cammino, a partire dalla chiusura del Giornale del Popolo nel 2018 sino ad alcuni scandali che hanno riguardato i membri del presbiterio.
Problemi ma anche traguardi raggiunti: gli ultimi sono il grande incontro dei preti diocesani e la chiusura del percorso diocesano del Sinodo che consegnerà a Roma la visione della Chiesa ticinese.