Ticino Il Parlamento discute ancora delle molestie alla Unitas, De Rosa: «Se non cambia il comitato ...»

red / pab

14.2.2023

Nella foto un momento durante la seduta in Gran Consiglio, lunedì 13 febbraio 2023.
Nella foto un momento durante la seduta in Gran Consiglio, lunedì 13 febbraio 2023.
© Ti-Press / Pablo Gianinazzi

Nel Gran Consiglio ticinese si è tornato a parlare della bufera che da mesi imperversa su Unitas, l'Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana. E il consigliere di Stato Raffale De Rosa – intervistato dalla RSI – riafferma la necessità di un cambio del comitato: se così non fosse, si potrebbe far leva sui sussidi che Unitas percepisce.

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14.2.2023

Lunedì nel Parlamento ticinese, come riferisce la RSI, c'è stata una lunga discussione, talvolta dai toni accessi, sul caso Unitas, vale a dire sugli episodi di molestie sessuali ad opera di un alto ex responsabile dell’Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana che hanno avuto per molti anni come vittime gli stessi soci.

La discussione ha preso il via dalle risposte alle due nuove interpellanze, inoltrate a fine gennaio da Marco Noi (Verdi) e da Matteo Pronzini (MPS).

L’atteggiamento del Governo è cambiato nel tempo, ha rilevato Noi, da un posizione più blanda ad una più ferma, fino ad arrivare a chiedere il cambio completo dei vertici. «Una condanna ferma si sente oggi per la prima volta», ha notato Noi.

Invece secondo Pronzini non è possibile scaricare tutte le colpe sulle vittime che non si sono subito fatte avanti. Nel mirino dell’MPS sono finite di nuovo le dichiarazioni del direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) Manuele Bertoli, alla dirigenza di Unitas per quasi 11 anni.

«In anni in cui sono avvenute le molestie», ha sottolineato Fiorenzo Dadò (Il Centro) che – dopo il via libera alla discussione con 70 voti favorevoli, 5 contro e 6 astenuti, come riporta la RSI – ha nominato in aula per nome e cognome l’ex alto responsabile di Unitas autore delle molestie, aggirando così la protezione delle vittime, evocata nella stessa sala del Parlamento.

Alla discussione hanno assistito anche alcuni utenti di Unitas, la cui reazione, ai microfoni spenti dell'emittente radiotelevisiva, è stata tiepida: «Non ci aspettavamo nulla di diverso», ha detto qualcuno.

De Rosa: «La nostra preoccupazione? Tutelare le vittime»

Intervistato dalla RSI, il direttore del Dipartimento della sanita e della socialità (DSS) Raffaele De Rosa ha dichiarato che sulla comunicazione del Consiglio di Stato «si può certamente fare meglio ma va distinto tra i diversi livelli. Da un lato la comunicazione verso le vittime e il comitato e dall'altro quella pubblica. Andando a rileggere il comunicato si percepisce comunque la gravità della situazione».

Tuttavia alcune delle comunicazioni si sono rivolte alla stampa: «È comprensibile – sostiene il membro del Governo – perché non è stata esplicitata l’intimazione del ricambio completo del comitato». Un silenzio che ha però spinto chi si voleva proteggere a esporsi: «La nostra preoccupazione è sempre stata di tutelare le vittime», ribadisce De Rosa.

Come ricorda l'emittente di Comano, sul caso Unitas è stato consegnato un audit con lo scopo di chiarire la situazione, ma che per proteggere le vittime non è stato pubblicato: «Durante la prossima assemblea straordinaria di Unitas, prevista a marzo, l’avvocata (che ha curato l’audit, ndr) proporrà una sintesi delle risultanze. Successivamente è nostra intenzione rendere pubblico quanto riportato all’assemblea», chiarisce il direttore del DSS.

Inoltre De Rosa ha puntualizzato che se non dovesse essere messo in atto il ricambio dei vertici richiesto dal Governo, si potrebbe agire su altri stimoli, ossia i sussidi che riceve l’associazione, toccando quindi un argomento che trova tutti sensibili: i soldi.