Ora dopo ora, sale la conta dei morti a Dnipro, teatro dell'ultima strage, tra le più gravi, nel conflitto in Ucraina. Almeno 30 persone hanno perso la vita nel palazzo sventrato da un missile russo.
Keystone-SDA
15.01.2023, 20:57
15.01.2023, 21:30
SDA
I feriti sono più di 70, tra cui 13 bambini, mentre il destino di 30 dispersi resta ancora sconosciuto.
Anche i ragazzini scavano tra i detriti ma, con il tempo che scorre implacabile, le speranze di trovare ancora superstiti sono «minime», secondo il sindaco Borys Filatov.
E mentre ancora si scava nella massa informe che un tempo era un condominio, suonano come uno schiaffo le parole di Vladimir Putin che si compiace della «dinamica positiva» che ha preso «l'operazione militare speciale» in Ucraina, sottolineando che «tutto si sta sviluppando secondo i piani dei vertici militari».
E, senza menzionare Dnipro, il ministero della Difesa di Mosca ha detto che i raid di sabato hanno «raggiunto lo scopo»: «Il 14 gennaio è stato effettuato un attacco missilistico sul sistema di comando e controllo militare dell'Ucraina e sulle relative strutture energetiche. Tutte le strutture designate sono state colpite».
L'Occidente condanna
Kiev denuncia ancora una volta che «la Federazione russa uccide deliberatamente gli ucraini in massa», nelle parole consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak.
Dall'Occidente arriva la condanna per quello che la Polonia definisce senza mezzi termini un «crimine di guerra» e la Germania chiede che i russi dietro a queste azioni «siano ritenuti responsabili», mentre si torna a parlare di un'eventuale visita del Papa a Kiev che ha rilanciato l'invito.
«Continuiamo a lottare per ogni vita»
Dai resti del palazzo di Dnipro, dove 72 appartamenti sono stati distrutti e più di 230 sono stati danneggiati, qualcuno ha mandato sms per segnalare di essere ancora vivo, altri hanno attivato le torce dei propri smartphone per farsi individuare. In 39 sono stati tratti in salvo.
«Continuiamo a lottare per ogni vita», ha promesso il presidente Volodymyr Zelensky, mentre tra gli ucraini cresce la disperazione di chi non trova la logica di una strage simile: «Non c'è difesa aerea, non ci sono basi militari qui. Hanno colpito solo civili, persone innocenti», dice Ivan, tra i sopravvissuti, sotto shock.
Altri residenti si sono uniti ai soccorritori per aiutare a rimuovere le macerie, oppure hanno portato cibo e vestiti pesanti a coloro che hanno perso la casa. «Questo è terrorismo, tutto questo semplicemente non è umano», afferma Artem, ripulendo le macerie.
Offensiva russa a Bakhmut
Neanche di fronte a decine di civili uccisi, si può sperare in un giorno di tregua dalle bombe. Così, nuovi attacchi si sono abbattuti su Kherson, dove sono stati colpiti anche i locali dove lavorano i rappresentanti della Croce Rossa e un centro per bambini.
Mentre le regioni ucraine provano a riprendersi dai nuovi danni alle infrastrutture critiche, gli occhi restano puntati a est, dove i russi rivendicano successi nella loro avanzata verso Bakhmut.
«Il nemico non abbandona le sue intenzioni di catturare completamente la regione di Donetsk», riconosce lo stato maggiore ucraino, parlando di «operazioni offensive russe a Bakhmut e Avdiivka».
Armi in arrivo dall'Occidente per Kiev?
La pace resta un miraggio, il campo di battaglia l'unica prospettiva. Kiev è incessante nella richiesta di più armi per vincere l'invasore al fronte.
Quelle stesse armi che avrebbero potuto evitare la strage di Dnipro, secondo l'aeronautica ucraina: il raid è stato realizzato «senza dubbio con un missile Kh-22» e «solo i sistemi missilistici antiaerei che potrebbero essere forniti all'Ucraina in futuro dai partner occidentali (come Patriot o Samp-T), sono in grado di intercettarli», ha spiegato la forza aerea.
All'appello, ha risposto il segretario generale Nato Stoltenberg, fiducioso che l'Ucraina possa aspettarsi presto più armi pesanti dall'Occidente. Perché «i recenti impegni per l'acquisto di equipaggiamento bellico pesante sono importanti», ma «mi aspetto di riceverne altri nel prossimo futuro», ha affermato.