Ucraina Lavrov: «No a un incontro tra Putin e Zelensky»

SDA

28.3.2022 - 15:01

Per il ministro degli Esteri russo un faccia a faccia fra i due leader sarebbe controproducente.
Per il ministro degli Esteri russo un faccia a faccia fra i due leader sarebbe controproducente.
Keystone

Ancora una battuta d'arresto sul fronte della diplomazia in Ucraina, nonostante gli appelli alla pace ribaditi da più parti, a cominciare dal Papa, che questo lunedì si intensificano anche da parte della Cina.

Un incontro tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per «un mero scambio di posizioni» sarebbe adesso «controproducente», dichiara il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov che auspica, invece, che dai colloqui arrivino «risultati tangibili».

Un esito, questo, sinora «non raggiunto», insiste il Cremlino che definisce «allarmanti» i commenti fatti da Joe Biden nei confronti del leader russo («È un macellaio», «non deve governare").

Colloqui tra russi e ucraini comunque ci saranno, domani, a Istanbul, a partire dalle 9, ma non ai massimi livelli. E in un clima che più teso di così non si può.

«Una guerra totale contro la Russia»

Lavrov, che non esclude che un tavolo per i negoziati si possa aprire anche a Belgrado, denuncia «pressioni sui Balcani» da parte dei Paesi occidentali, per aderire alle sanzioni contro la Russia che di fatto, dichiara il ministro, si starebbero trasformando in «una guerra totale contro la Russia».

E questo mentre l'ambasciatore ucraino a Roma, Yaroslav Melnyk, rende nota la volontà di Zelensky di inserire anche l'Italia nel gruppo di Paesi che, secondo lui, dovrebbero essere pronti a intervenire in armi per difendere Kiev in caso di nuova aggressione.

Da parte italiana, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiede «la fine della guerra subito» e assicura il sostegno per accogliere i profughi e garantire «misure economiche e finanziarie che indeboliscono chi vuole imporre con la violenza delle armi una guerra che, se non trovasse ostacoli, non si fermerebbe».

Dialogo e negoziazione unico modo per risolvere la guerra

Anche Pechino insiste sulla necessità di riportare subito la pace in Europa e invita tutti a smorzare i toni. La Cina, dice il responsabile Esteri Wang Wenbin, vede «il dialogo e la negoziazione» come «l'unico modo corretto per risolvere la questione ucraina».

«Ciò che tutte le parti devono fare urgentemente ora – è il suo appello – è alleviare la situazione, promuovere i colloqui e porre fine alla guerra, piuttosto che intensificare i conflitti».

Da alcuni Paesi Nato come l'Inghilterra, invece, continua incessante la fornitura di armi e il supporto politico e logistico a Kiev. Il procuratore generale del Regno Unito nomina Sir Howard Morrison come «consigliere indipendente del procuratore capo dell'Ucraina, Iryna Venediktova».

Le armi non si fermano

Mentre Londra, «per la prima volta, consegna alle forze armate dell'Ucraina gli Starstreak, i missili antiaerei portatili molto più potenti degli americani Stinger, attualmente in dotazione alle truppe di Kiev che contrastano i velivoli russi nei cieli del Paese europeo», spiega il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace.

L'ambasciatore statunitense presso la Nato, Julianne Smith, dice alla Cnn che «ancora non c'è nessuna prova che il Cremlino limiterà le sue mire alla regione ucraina del Donbass» e che se «singoli Paesi della Nato volessero aiutare con le armi l'Ucraina potrebbero farlo».

Così, mentre le armi non si fermano, diventa sempre più drammatico il problema dei rifugiati. Oggi Kiev dice no all'apertura dei «corridoi umanitari» per evitare «possibili provocazioni» da parte dei russi, ma intanto, riferisce la Tass, solo da parte delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e da una parte dell'Ucraina sono arrivati in Russia 472'000 profughi.

Il conflitto prosegue con tutta la sua forza

Il conflitto, intanto, prosegue con tutta la sua forza. Nelle ultime 24 ore, le truppe russe avrebbero bombardato, secondo il capo dell'amministrazione militare regionale di Kharkiv Oleh Synegubov, «la regione di Kharkiv più di 200 volte», mentre ci sarebbero stati «più di 40 bombardamenti da parte delle truppe russe nella regione di Kiev», stando al capo dell'amministrazione militare regionale di Kiev Oleksandr Pavliuk, come riporta Ukrinform.

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