Guerra in UcrainaLa giornalista che ha interrotto il TG russo è scomparsa
SDA
15.3.2022 - 13:31
Una donna ha interrotto lunedì un notiziario in diretta sulla Tv di Stato, Channel One, per denunciare la guerra in Ucraina con un cartellone. Si tratta della giornalista, Maria Ovsyannikova. Un suo video pre-registrato è diventato virale sui social. Ora però lei è scomparsa.
15.03.2022, 13:31
15.03.2022, 13:43
SDA / pab
La donna che lunedì sera ha fatto irruzione nello studio televisivo mentre era in corso il programma «Vremia», corrispettivo del telegiornale serale è Marina Ovsiannikova, del «Pervy Kanal», il primo canale della televisione pubblica russa.
E ha interrotto brevemente la trasmissione brandendo un cartello con la scritta «no alla guerra, non credete alla propaganda, vi stanno mentendo. I russi sono contro la guerra».
Un'azione durata pochi secondi, ma sufficienti per essere vista da milioni di persone sintonizzate per ricevere le ultime informazioni, rigorosamente vagliate dal Cremlino, sull’«operazione militare speciale in Ucraina».
Per Mosca «Quest'azione è teppismo»
In un video postato poco prima sul suo profilo Twitter (ora introvabile) la donna attacca ancora più duramente il regime spiegando che in Russia sono stati tutti «zombificati».
«Ciò che sta succedendo in Ucraina è un crimine. E la Russia è l'aggressore. La responsabilità di questa aggressione è di una persona sola e questa persona è Vladimir Putin», si legge nel tweet che accompagna il video nel quale spiega che suo padre era ucraino e che sua madre è russa e per questo non concepisce i due paesi come nemici.
Prontamente il Cremlino ha bollato come «teppismo» l'azione. «Per quanto riguarda le azioni di questa donna, è teppismo», ha detto ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, elogiando Channel One per quella che ha definito la sua programmazione di qualità, oggettiva e tempestiva.
«È scomparsa, rischia 15 anni di prigione»
Nel frattempo Maria Ovsyannikova è scomparsa. Lo riferisce la Cnn che cita il suo avvocato. «Non riusciamo a trovarla», ha detto Dmitry Zakhvatov dopo che inizialmente gli amici della donna avevano detto che si trovava al dipartimento di polizia di Ostankino, a Mosca.
Su Telegram l'avvocato afferma che la donna rischia 15 anni di reclusione. «All'inizio, spiega Zakhvatov, la polizia l'ha trattenuta volendo limitarsi a seguire il protocollo amministrativo. Ma il caso è stato poi preso in mano dalle alte autorità che hanno deciso di avviare un procedimento penale nei suoi confronti per divulgazione pubblica di informazioni consapevolmente false sull'uso delle forze armate russe».
Il caso, ha aggiunto, è ora in mano al presidente del comitato investigativo, Alexander Bastrykin.