Guerra Il Cremlino sull'Ucraina: «Appello del Papa comprensibile ma Kiev rifiuta»

SDA

11.3.2024 - 11:00

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov
Keystone

L'appello del Papa per una soluzione negoziata in Ucraina «è abbastanza comprensibile», ma Kiev continua a rifiutare una tale ipotesi. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Interfax.

«In generale – ha detto Peskov – l'idea che il Papa ha affermato, ovviamente, è abbastanza comprensibile. Si è espresso a favore dei negoziati. Sapete che il nostro presidente ha ripetutamente parlato della nostra disponibilità e apertura a risolvere i nostri problemi attraverso i negoziati. E questo è preferibile».

Tuttavia, ha aggiunto, «sfortunatamente, sia le dichiarazioni del Papa che le ripetute dichiarazioni delle altre parti, compresa la nostra, sono state recentemente accolte con un rifiuto assolutamente severo da parte del regime di Kiev, e non consentono la possibilità di condurre alcun negoziato».

Un contesto più ampio di quello ucraino

Il portavoce del Cremlino, comunque, ha detto di ritenere che nelle dichiarazioni del pontefice «c'era un contesto più ampio» rispetto a quello di un invito a Kiev ad alzare «bandiera bianca».

Peskov ha poi definito «speculazioni» che non meritano alcun commento le notizie uscite nei giorni scorsi negli Usa, e riprese dal New York Times, secondo le quali nell'ottobre del 2022 la Russia era pronta ad utilizzare armi nucleari tattiche in Ucraina.

Lo riporta la Tass. Lo scenario è stato evocato in un libro del corrispondente dalla Casa Bianca David Sanger.

Abitanti dei territori occupati saranno deportati?

Intanto, c'è una «possibilità realistica» che i cittadini dei territori ucraini temporaneamente controllati da Mosca (tct) ancora privi di passaporto russo dopo la scadenza del primo luglio prossimo saranno deportati o arrestati: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento di intelligence.

Secondo il ministero dell'Interno russo, riporta il rapporto pubblicato su X, circa 2,8 milioni di residenti nei tct hanno già ricevuto il passaporto russo e perciò hanno diritto a tutti i servizi in queste regioni, inclusi i servizi sociali e sanitari.

Lo scorso aprile, ricorda Londra, il presidente russo Vladimir Putin ha emesso un decreto secondo cui i residenti dei tct che rifiutano il passaporto russo saranno considerati stranieri o apolidi.

«Integrazione irreversibile»

E queste persone hanno il diritto di vivere nei tct solo fino al primo luglio 2024. Gli analisti britannici ricordano inoltre che di recente il vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev, ha affermato che questi individui potrebbero essere deportati in remote parti della Russia.

Il Cremlino sta portato avanti un'inflessibile politica di «russificazione» nei tct, osserva il rapporto, sottolineando che secondo un altro decreto emesso il 26 febbraio scorso, i tct diventeranno adesso parte del Distretto militare russo meridionale.

Mosca «vuole rendere irreversibile l'integrazione dei tct nella Federazione Russa», conclude Londra.

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