Guerra in Ucraina Chernobyl torna a far paura: «Possibili fughe radioattive»

SDA

9.3.2022 - 21:32

Veduta aerea del Ministero della Difesa russo della centrale nucleare di Chernobyl il 7 marzo 2022.
Veduta aerea del Ministero della Difesa russo della centrale nucleare di Chernobyl il 7 marzo 2022.
EPA/Ministero della Difesa russo

Trentasei anni dopo il più devastante incidente della storia del nucleare civile, la centrale di Chernobyl, finita nel cuore della guerra russa in Ucraina, torna a fare paura. 

A spaventare, dopo l'occupazione del sito da parte delle truppe di Mosca, è l'interruzione della rete che porta la corrente elettrica, quella necessaria per attivare i sistemi di raffreddamento dell'impianto di stoccaggio del materiale radioattivo.

«Entro 48 ore potrebbero esserci delle fughe», è l'allarme lanciato dal capo della diplomazia di Kiev, Dmytro Kuleba. Anche se l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) assicura che, almeno per il momento, non ci sono rischi reali per la sicurezza.

Eppure era stata proprio l'Aiea a mostrare le prime preoccupazioni, comunicando di aver perso «il contatto remoto di trasmissione dati con i sistemi di salvaguardia della centrale». Qualche ora dopo la conferma dell'Energoatom, l'azienda di Stato che si occupa della gestione delle quattro centrali nucleari sul territorio ucraino, che ha reso noto come la centrale sia in questo momento «completamente ferma», scollegata per mano dei russi.

La notte del 26 aprile 1986

E nella regione già martoriata dal conflitto – Kiev è solo 100 chilometri a nord – torna l'incubo di quella terribile notte del 26 aprile 1986, quando a Chernobyl il reattore numero 4 esplose provocando un disastro senza precedenti, con le radiazioni che nei giorni a seguire si propagarono in tutta l'Ucraina, in Bielorussia e nel Vecchio Continente.

Da allora tutti i reattori della centrale sono fermi. Quello esploso, col nocciolo fuso, è stato blindato dentro un sarcofago di cemento armato a prova di bomba. A preoccupare sono invece circa 2'000 tonnellate di combustibile esaurito, 20'000 elementi immagazzinati e immersi in una piscina la cui acqua, spiegano gli esperti, non può superare una temperatura di circa 20 gradi centigradi.

Kuleba ha spiegato che senza elettricità i generatori d'emergenza hanno un'autonomia di appena 48 ore. Poi i sistemi di raffreddamento dell'impianto di stoccaggio si fermano, col rischio di «perdite di radiazioni».

«La barbara guerra di Putin mette in pericolo l'intera Europa», il monito del ministro degli esteri ucraino, che chiede l'immediato cessate il fuoco anche per ripristinare la corrente nella centrale dove si trovano circa 200 membri dello staff tecnico a cui è affidata la sicurezza del sito.

L'Aiea al momento frena gli allarmismi

L'Aiea però al momento frena gli allarmismi, anche se notizie e dati certi non ce ne sono. «Nessun impatto critico sulla sicurezza» dall'interruzione di corrente nella centrale, spiegano con un tweet i vertici dell'agenzia secondo cui, visto il tempo trascorso dal disastro di Chernobyl, «il carico termico della vasca di stoccaggio del combustibile esaurito e il volume dell'acqua di raffreddamento sono sufficienti per garantire un'efficiente evacuazione del calore, anche senza elettricità».

Intanto Mosca da parte sua assicura di fare di tutto e di prendere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei siti nucleari in Ucraina, compreso quello di Zaporizhzhia. E accusa la stessa Kiev di ostacolare la riparazione della rete che porta l'energia elettrica a Chernobyl, spiegando come anche la Bielorussia sia pronta a intervenire per porre rimedio all'emergenza.

SDA