«Un momento storico» Al via i colloqui per l'adesione dell'Ucraina all'UE, a Kiev 5 miliardi l'anno

SDA

25.6.2024 - 21:42

Immagine d'illustrazione
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IMAGO/Steinach

Firma degli impegni di sicurezza Ue-Ucraina, apertura ufficiale dei negoziati per l'ingresso di Kiev nel club, con la Conferenza intergovernativa di rito e, in arrivo, una forte dimostrazione di unità al vertice dei leader. L'Unione Europea batte un colpo proprio sul finire della legislatura.

«Assistiamo a un momento storico», assicura il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, complimentandosi per gli sforzi sulle riforme. «Sembrava solo un sogno e invece eccoci qui», gli ha fatto eco Volodymyr Zelensky, incassando il successo per aver mantenuto la promessa con i suoi concittadini.

L'intesa sugli impegni di sicurezza al lungo termine – vista dall'agenzia di stampa italiana ANSA – prevede essenzialmente un approfondimento della cooperazione su tutti i fronti e, soprattutto, la promessa di 5 miliardi annui da qui al 2027, attraverso il Fondo di Assistenza per l'Ucraina (col vincolo però della guida politica del Consiglio).

Poi c'è il rafforzamento dell'industria bellica di Kiev in linea con la strategia della difesa Ue e l'impegno da parte dell'Ue a «continuare ad applicare le sanzioni alla Russia o a vararne di nuove». I 27 promettono inoltre d'iniziare «a integrare l'Ucraina» nel mercato unico europeo.

L'intesa sarà valida «sino a che l'Ucraina resterà sul percorso europeo e rispetterà i valori su cui si fonda l'Ue, ovvero il rispetto della dignità umana, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, lo Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, inclusi i diritti delle persone che appartengono a minoranze».

L'Ucraina s'impegna a continuare il percorso di riforme

Da parte sua l'Ucraina s'impegna a continuare il percorso di riforme, specialmente nell'area della «sicurezza, della difesa e dell'intelligence», garantendo la supervisione civile della sfera militare e delle forze di sicurezza. Kiev dovrà poi «rafforzare la trasparenza e il controllo» degli aiuti ricevuti e «contribuire positivamente» alla sicurezza dell'Ue e dei suoi Stati membri, «inclusa la condivisione delle informazioni e delle lezioni apprese».

Insomma, una promessa di fidanzamento in attesa del futuro matrimonio. Che non avverrà a breve. Terminato lo screening da parte della Commissione, si dovrà aprire il primo capitolo negoziale, quello sullo Stato di diritto. E se non si avanza su quello, non si procede sul resto.

«Da qui in poi il gioco si fa duro e non ci saranno sconti», assicura un diplomatico. «Da quello che vedo, gli ucraini sono molto lontani dal soddisfare i criteri di adesione», ha detto János Bóka, ministro degli Affari dell'Ue dell'Ungheria.

Budapest non fa mistero dei suoi dubbi e minaccia a giorni alterni di voler frenare tutto il processo. «Non si tratta di dire sì o no all'adesione all'Ue. Ma dobbiamo prima scoprire quali saranno le conseguenze dell'accettare un Paese in guerra i cui confini non sono definiti nella pratica, di un Paese enorme per l'agricoltura europea», afferma ad esempio il premier Viktor Orban, precisando che la questione «è motivata politicamente».

150 milioni di dollari in nuovi aiuti militari

A rimarcare però il momento positivo per l'Ucraina ci sono i 150 milioni di dollari Usa in nuovi aiuti militari e il muro alzato da Washington sul diritto di Kiev a colpire i russi in Crimea.

«Ci rammarichiamo per ogni perdita di vite umane in questa guerra: forniamo armi a Kiev affinché possa difendere il suo territorio sovrano contro l'aggressione, anche in Crimea che, ovviamente, fa parte dell'Ucraina», ha detto il portavoce del dipartimento di stato Usa Matthew Miller in risposta ad una domanda sulla minaccia di conseguenze da parte di Mosca per l'attacco ucraino con armi americane a Sebastopoli.