Guerra in UcrainaTra Lavrov e Blinken nessun confronto, ma solo accuse e minacce al vertice OSCE di Malta
SDA
5.12.2024 - 20:13
Ci si aspettava almeno un confronto, invece sono volate solo minacce. L'arrivo di Serghei Lavrov al vertice dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) di Malta – la prima volta del ministro degli esteri russo in territorio dell'Unione Europea dall'inizio della guerra in Ucraina – non ha segnato infatti alcun passo avanti nel processo di pace ma anzi si è trasformato nell'ennesimo scontro tra Mosca da una parte e Washington e Kiev dall'altra.
Keystone-SDA
05.12.2024, 20:13
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«Il mondo assiste a un ritorno della Guerra Fredda, ma con un rischio molto più alto che da fredda si trasformi in calda», ha sentenziato Lavrov durante il suo discorso al vertice organizzato dalla presidenza di turno maltese dell'OSCE.
Un intervento segnato dalle proteste di diverse delegazioni europee, tra cui quelle dei Paesi baltici, della Polonia e della Repubblica Ceca, che hanno abbandonato platealmente la sala non appena il russo ha preso la parola.
Il coriaceo capo della diplomazia di Mosca ha poi continuato inscenando un vero e proprio show, accusando gli Stati Uniti di voler «soggiogare l'UE, l'OSCE, il Pacifico, il Golfo di Taiwan e la penisola coreana» e sferrando attacchi contro le presunte «falsità degli ucraini» dato che, secondo lui, a Bucha nel 2022 «avrebbero posizionato cadaveri a favore delle telecamere della BBC».
Blinken: «Colpiti da uno tsunami di disinformazione»
A quel punto la replica del segretario di Stato americano Antony Blinken non ha potuto che essere altrettanto pirotecnica: «Siamo stati colpiti da uno tsunami di disinformazione», ha affermato rivolgendosi alla sedia vuota di Lavrov, che nel frattempo aveva già abbandonato la sala.
«Non lasciamo che le sue parole ci ingannino: qui non si parla di sicurezza della Russia ma del suo progetto imperiale che mira a cancellare l'Ucraina dalle cartine geografiche».
Sulla stessa lunghezza d'onda il ministro degli esteri ucraino Andrij Sybiha, anche lui presente al summit a La Valletta, che ha definito il collega russo «un criminale di guerra»: «quando Mosca dice di voler parlare di pace mente – ha accusato -. Guardate le loro azioni, continuano a bombardare civili e minacciare una catastrofe nucleare».
Anche tra Mosca e Washington le cose non vanno meglio
Ma se a Malta tra USA e Russia pubblicamente volano gli stracci qualcosa tra Mosca e Washington, alla viglia dell'arrivo del presidente eletto Donald Trump, si muove lo stesso. In mattinata infatti è arrivata la conferma che i capi di Stato maggiore americano e russo, Charles Brown e Valery Gerasimov, hanno avuto una conversazione telefonica sull'Ucraina e altri argomenti relativi alla sicurezza.
Schiacciata tra i due giganti vacilla invece la compattezza del fronte UE, che al vertice si presentava senza la neo nominata Alta rappresentante per la politica estera Kaja Kallas.
Non piace a tutti la scelta della leadership maltese di aver concesso il visto a Lavrov, contro il quale si sono levate proteste da parte di diverse delegazioni, che avrebbero preferito l'esclusione del rappresentante del Cremlino (com'era peraltro avvenuto al vertice ministeriale del 2022 in Polonia).
Ma a frammentare ulteriormente la posizione dell'Unione sull'isolamento della Russia ci pensano le delegazioni ungherese e slovacca: i ministri Péter Szijjártó e Juraj Blanár hanno accettato di rompere il fronte comune e hanno incontrato Lavrov per una stretta di mano e un breve colloquio.
L'OSCE segna però almeno una piccola vittoria
Dietro i toni incendiari del dibattito, l'OSCE segna però una piccola vittoria. È stato sbloccato l'accordo sulle nuove cariche, con la nomina del turco Feridun Sinirlioğlu a segretario generale, bilanciata dalla proposta di una presidenza cipriota per il 2027. Rimane invece incerto quale paese guiderà la presidenza nel 2026 dopo quella finlandese prevista per l'anno prossimo.
Anno in cui, rivelano fonti dell'OSCE, l'organizzazione spera di tornare con una sua missione sul terreno in Ucraina. Ritorno che potrà avvenire però solo dopo un cessate il fuoco, che al momento appare ancora molto lontano.