Elezioni in Turchia Erdogan resta al potere, una vittoria ma non un trionfo 

SDA

28.5.2023 - 21:29

Una vittoria ma non un trionfo. Recep Tayyip Erdogan è riconfermato presidente della Repubblica di Turchia, dopo già vent'anni al potere. Il «sultano» ha vinto per la terza volta il voto per l'elezione diretta del capo dello Stato con il 52% delle preferenze, sostanzialmente la stessa percentuale dei due precedenti appuntamenti elettorali, ma questa volta al secondo turno.

28.5.2023 - 21:29

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Recep Tayyip Erdogan è riconfermato presidente della Repubblica di Turchia, dopo già vent'anni al potere.
  • Il «sultano» ha vinto per la terza volta il voto per l'elezione diretta del capo dello Stato con il 52% delle preferenze, sostanzialmente la stessa percentuale dei due precedenti appuntamenti elettorali, ma questa volta al secondo turno.
  • A differenza della vittoria di cinque anni fa, il presidente turco si troverà da lunedì costretto a dare risposte su problemi che si sono aggravati negli ultimi anni.

«La nostra gente ci ha dato ancora fiducia, sarà il secolo della Turchia», gioisce in cima ad un autobus il capo dello Stato che, però, da lunedì dovrà governare un paese spaccato a metà.

L'ampio fronte di opposizione guidato da Kemal Kilicdaroglu non ha prevalso fermandosi al 47,9%, ma ha costretto Erdogan a vincere al ballottaggio, come mai era successo nelle passate elezioni. E ha sfiorato un'impresa storica.

«Continueremo la lotta, la nostra marcia continua», assicura il «Ghandi turco» che aveva invitato gli elettori a recarsi ai seggi per porre fine a «un regime autoritario e per l'arrivo della libertà e della democrazia».

Il suo appello non è bastato ed è invece «iniziato il secolo della Turchia», come ha detto Erdogan celebrando il risultato che ha ottenuto alle urne, nell'anniversario del centenario della fondazione della Repubblica laica di Turchia da parte di Mustafa Kemal Ataturk, che cade il 29 ottobre.

Sfide più grosse

A differenza della vittoria di cinque anni fa, il presidente turco si troverà da lunedì costretto a dare risposte su problemi che si sono aggravati negli ultimi anni come il difficile rapporto con l'Occidente, con Ankara che non ha ancora dato il via libera all'ingresso della Svezia nella Nato.

E dovrà affrontare una situazione economica molto fragile, con un'inflazione che è sopra il 43% e alla fine del 2022 aveva superato l'80%, toccando i livelli più alti dei precedenti vent'anni, mentre la lira turca ha raggiunto nei giorni scorsi un ennesimo record negativo rispetto al dollaro.

Il problema dei profughi siriani

La questione dei profughi siriani che ospita la Turchia, quasi quattro milioni di persone arrivate dopo l'inizio del conflitto civile nel 2011, è destinata a essere un altro tema caldo per la futura amministrazione.

Erdogan ha promesso che un milione di loro torneranno «volontariamente» in patria, ma il presidente siriano Bashar al-Assad, con cui sta cercando da mesi una riconciliazione dopo avere rotto i rapporti oltre dieci anni fa, ha chiesto esplicitamente che le truppe di Ankara lascino il paese. Precondizione per la normalizzare i rapporti e preparare il terreno per il ritorno dei rifugiati.

Per Kilicdaroglu la retorica nazionalista non ha funzionato

Erdogan è riuscito a vincere mantenendo la sua base elettorale e guadagnando anche i voti che aveva ottenuto al primo turno Sinan Ogan, il politico di destra nazionalista che con poco più del 5% dei dei consensi si era classificato terzo e ha poi deciso di appoggiare il presidente uscente al ballottaggio.

Kilicdaroglu, alla guida di un fronte di opposizione molto eterogeneo, aveva utilizzato toni concilianti durante la prima fase della campagna elettorale, ma pare che non abbia pagato la scelta di virare su una retorica nazionalista nelle ultime due settimane. Posizione che lo ha reso meno popolare nelle regioni a maggioranza curda, che lo avevano invece sostenuto al primo turno.

Erdogan guarda alle elezioni locali del 2024

Mentre Erdogan ora guarda già alle elezioni locali del 2024, dove punta a riconquistare Istanbul e Ankara che aveva perso con il voto di cinque anni prima, incassa il sostegno del presidente russo Vladimir Putin, del premier ungherese Viktor Orban, del Qatar, dell'Azerbaigian, del Pakistan, degli Emirati Arabi Uniti e dell'Arabia Saudita.

Lunedì si vocifera che il presidente turco possa recarsi a pregare a Santa Sofia, da lui riconvertita in moschea nel 2020, in occasione del 570esimo anniversario della conquista ottomana di Costantinopoli.

Celebrazioni a Istanbul

A Istanbul intanto i suoi sostenitori lo celebrano sparando in aria e suonando i clacson delle automobili che occupano con lunghe file le strade della più grande città turca. Questa vittoria porta con sé anche una novità.

Il presidente ha deciso di non tenere il suo discorso celebrativo alla sede del suo partito Akp di Ankara, come ha sempre fatto tradizionalmente dopo le elezioni, ma di parlare dal palazzo presidenziale nella capitale turca, fatto costruire da lui stesso negli scorsi anni.

Congratulazioni da vari leader 

Vari leader del mondo si congratulano con il presidente per aver vinto le elezioni. Come riporta l'agenzia di stampa governativa turca Anadolu, sono arrivate le congratulazioni del presidente serbo Aleksandar Vucic e di quello dell'Azerbaigian Ilham Aliyev, che chiama Erdogan per invitarlo a visitare Baku.

Il presidente russo Vladimir Putin ha inviato un messaggio di congratulazioni all'omologo turco dopo la vittoria. Lo rende noto l'agenzia di stampa governativa turca Anadolu.

«Congratulazioni al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan per la sua vittoria alle elezioni presidenziali». Lo ha scritto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky utilizzando la lingua turca.

Anche il primo ministro pachistano Shehbaz Sharif ha fatto gli auguri a Erdogan affermando che ciò riflette «la fiducia del popolo turco nella sua dinamica leadership». Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha definito la rielezione di Erdogan come «un segno della continua e preziosa fiducia del popolo turco», mentre il suo omologo venezuelano ha celebrato il «trionfo» di un «fratello e amico».

Prima di loro si erano espressi anche il premier ungherese Viktor Orban e il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud, oltre all'emiro qatariota Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani.

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