Elezioni Ballottaggio in Turchia, Erdogan resterà al potere? 

SDA

27.5.2023 - 20:43

«Negli ultimi 21 anni la Turchia ci ha dato fiducia e (...) anche noi daremo fiducia alla Turchia». Il presidente Recep Tayyip Erdogan crede nell'ennesimo trionfo, che lo incoronerebbe per la terza volta capo di Stato fino al 2028, se vincesse il ballottaggio contro lo sfidante Kemal Kilicdaroglu che, comunque vada, è già riuscito nell'impresa storica di far traballare per la prima volta il Sultano turco.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in una foto del 27 maggio.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in una foto del 27 maggio.
KEYSTONE/AP Photo/Khalil Hamra

27.5.2023 - 20:43

Hai fretta? blue News riassume per te: 

  •  Domenica il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e Kemal Kilicdaroglu si sfidano al ballottaggio in Turchia.
  • Kemal Kilicdaroglu, comunque vada, è già riuscito nell'impresa storica di far traballare per la prima volta il Sultano turco.
  • Uno dei temi principali in gioco è il problema dell'immigrazione dalla Siria. 

La vigilia del secondo turno si consuma tra ultimi appelli e accuse incrociate. «Facciamo iniziare il secolo della Turchia con i nostri voti», ha detto Erdogan in riferimento al centenario della Repubblica turca che ricorre quest'anno, augurandosi che «la volontà» espressa dagli elettori al primo turno, dove è arrivato primo ottenendo il 49,5% dei consensi contro il 45% di Kilicdaroglu, «si rifletta sui risultati in modo ancora più forte» nel voto.

Al potere già da vent'anni, nel suo ultimo comizio a Istanbul prima delle elezioni il presidente ha utilizzato toni concilianti, smussando una retorica molto dura scelta per la campagna del primo turno, e ha invitato a votare per lui anche i sostenitori del candidato avversario.

«Sono anche loro figli della nostra nazione, spero che cammineremo insieme», ha affermato il presidente uscente che nei sondaggi pubblicati durante questa settimana risulta essere in vantaggio rispetto a Kilicdaroglu, che ha raccolto attorno a sé una coalizione di partiti di opposizione di orientamento politico molto diverso.

E può contare anche sul sostegno del Partito della Sinistra Verde Ysp, la terza forza più rappresentata in Parlamento e di orientamento filo-curdo, che ha invitato i suoi elettori a votare per lui.

Erdogan ottiene nuovo sostegno

Nell'ultima settimana, Erdogan è riuscito invece ad ottenere il sostegno di Sinan Ogan, politico proveniente dalla destra nazionalista arrivato terzo al primo turno delle presidenziali con poco più del 5% dei consensi.

Nei giorni scorsi, Kilicdaroglu ha trovato invece l'appoggio di Umit Ozdag e del suo Zafer Partisi (il partito della Vittoria), formazione di destra nazionalista che aveva sostenuto Ogan al primo turno ma, quando quest'ultimo ha dichiarato di schierarsi con il capo dello Stato, ha scelto di dare il proprio sostegno a Kilicdaroglu.

Kilicdaroglu: «I siriani se ne andranno»

Il candidato di opposizione si è lamentato di spazi ridotti sulla maggior parte dei mezzi di informazione per la sua campagna elettorale e, parallelamente ai toni più tranquilli utilizzati da Erdogan nei suoi comizi, ha virato su un discorso nazionalista molto duro che è stato bollato come populista da alcuni analisti.

«I siriani se ne andranno» è stato uno dei nuovi messaggi della campagna elettorale per il ballottaggio di Kilicdaroglu, che ha promesso il rimpatrio di tutti i migranti nel caso di elezione. Per lui, se Erdogan vincesse ancora, arriverebbero milioni di rifugiati nel paese, oltre ai siriani fuggiti dopo il conflitto del 2011 che già vivono nel paese e sono quasi 4 milioni.

«Quelle di Kilicdaroglu sono soltanto bugie», sostiene Süleyman, 70enne pensionato che distribuisce volantini di Erdogan al porto di Kadiköy, quartiere della sponda anatolica di Istanbul.

«Il candidato delle opposizioni parla di qualcosa che non potrà mai ottenere, il nostro presidente invece ha un piano in mente che è ben preciso», dice all'ANSA in riferimento al progetto di Erdogan che nei giorni scorsi ha parlato del «ritorno volontario» di un milione di siriani nelle zone del nord della Siria controllate da Ankara, dove la Turchia sta costruendo strutture di accoglienza in collaborazione col Qatar.

I piani di Erdogan per il futuro 

Il presidente turco, se eletto nuovamente, vorrebbe rimpatriare i rifugiati anche in altre regioni della Siria ed è in corso un negoziato per la riconciliazione col presidente Bashar al-Assad con cui ruppe i rapporti dopo l'inizio del conflitto, anche se i colloqui sono ancora in fase iniziale.

E la normalizzazione dei rapporti tra Ankara e Damasco per ora resta soltanto una prospettiva.

Una questione delicata

«Non si tratta di razzismo, vogliamo soltanto che finisca l'immigrazione illegale, non è più sostenibile», dice Ayfer Yazkan, militante del partito di Kilicdaroglu mentre distribuisce i volantini che promettono il rimpatrio dei siriani.

«Tra i migranti ci sono membri dell'Isis, talebani, c'è di tutto, vengono dall'Africa e c'è il rischio che possano entrare facilmente in Europa», sostiene la donna secondo cui una situazione fuori controllo ai confine turco ha portato «15 milioni di migranti» ad entrare illegalmente nel paese.

Con conseguenze sull'economia della Turchia, già in condizioni difficili a causa delle politiche dell'attuale amministrazione.

SDA