USA Trump rilancia sulla Groenlandia: «Penso che l'avremo»

SDA

26.1.2025 - 18:59

«La Groenlandia? Penso che l'avremo». «Il Canada? Lo vedo come uno stato Usa». Donald Trump insiste nelle sue mire imperialiste parlando nuovamente a ruota libera con i reporter a bordo dell'Air Force One che nella notte lo porta da Las Vegas al suo Doral golf club in Florida, dove resterà sino a lunedì senza praticare il suo sport preferito «perché troppo impegnato».

Donald Trump (immagine d'archivio).
Donald Trump (immagine d'archivio).
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Keystone-SDA

«Ora avete un po' più accesso rispetto a Biden, è il 5000% differente», ironizza con i cronisti che lo incalzano su tutto: da TikTok («c'è molto interesse, decido in 30 giorni») al colore dell'aereo presidenziale, che ora vuole cambiare da baby blue (celeste) a power blue (blu elettrico), fino a Vladimir Putin, «che vuole parlare e quindi parleremo presto».

C'è spazio anche per Gaza, con la controversa proposta di far ospitare «temporaneamente o a lungo termine» i palestinesi in Giordania e in Egitto per «ripulire» quello che ormai è «un cantiere di demolizione».

Ma l'attenzione più alta resta sulla sfida a due Paesi alleati e membri della Nato come Copenaghen (cui appartiene la Groenlandia) e Ottawa.

Trump: «Penso che ce l'avremo»

«La Groenlandia? Penso che ce l'avremo. E penso che i suoi 55 mila abitanti vogliano stare con noi. Non so davvero quali pretese abbia la Danimarca su di essa. Ma sarebbe un atto molto ostile se non lo permettessero», ha minacciato, dopo che in una lunga telefonata di fuoco la premier danese gli ha detto che l'isola «non è in vendita».

Il tycoon ha spiegato che la vuole «per proteggere il mondo libero, non è per noi». «In questo momento ci sono navi russe, navi cinesi, navi da vari Paesi. Non è una bella situazione e credo che la otterremo», ha proseguito, sostenendo che solo gli Usa possono garantire la libertà: «Loro non possono, hanno messo due slitte trainate da cani lì due settimane fa, pensavano che fosse protezione».

Naturalmente a Trump interessa la Groenlandia per il controllo di rotte marittime strategiche e per le sue vaste risorse energetiche e di minerali rari. Da vedere come reagirà l'Europa.

Intanto Robert Brieger, presidente della commissione militare dell'Unione Europea – il più alto organo militare del blocco – ha proposto di stazionarci anche truppe europee per mandare «un segnale forte» e contribuire «alla stabilità nella regione».

Nuove dichiarazioni anche sul Canada

Il tycoon continua a usare la clava anche con Ottawa. Gli Usa, ha detto, perdono centinaia di milioni all'anno in deficit commerciali a favore del Canada, che fa «quasi il 90% dei suoi affari con gli Stati Uniti».

«Non voglio spendere centinaia di milioni di dollari per sostenere il Paese, a meno che non sia uno stato» americano, ha avvisato, allettando i canadesi col fatto che pagherebbero meno tasse e sarebbero più sicuri. Sabato prossimo scattano i dazi Usa al 25%, ma Ottawa ha promesso di reagire.

Resta anche la 'dichiarazione di guerra' per riprendersi il Canale di Panama, dove in settimana sbarcherà il segretario di Stato Marco Rubio nella sua prima missione all'estero, che comprende altri Paesi dell'America centrale per accordi finalizzati ad accogliere i migranti illegali deportati.

Dove sarà la prima visita straniera?

The Donald invece ha annunciato che la sua prima visita straniera potrebbe essere l'Arabia Saudita o più tradizionalmente il Regno Unito guidato dal premier Keir Starmer, con cui ha detto di andare d'accordo lodandolo per «l'ottimo lavoro fatto finora», nonostante sia politicamente diverso da lui.

Quasi una presa di distanza dai feroci attacchi di Elon Musk che – ha poi precisato il presidente – «non ha un ufficio nella West Wing».

E che intanto, si è lanciato in un'ennesima provocazione proprio dedicata alla Gran Bretagna: il patron di Tesla ha infatti proposto di rinominare il Canale della Manica in «Canale George Washinton», in un post su X al quale ha allegato anche una cartina geografica «aggiornata», accolta con ironia, sdegno ma anche sostegno dagli utenti del social.