USATrump ordina licenziamento del personale antidiscriminazioni
SDA
25.1.2025 - 08:01
Ieri l'amministrazione Trump ha ordinato alle agenzie federali di chiudere tutti gli uffici che promuovono la diversità e la giustizia ambientale e di licenziare i dipendenti che vi lavorano, già in congedo forzato, entro due mesi.
Keystone-SDA
25.01.2025, 08:01
25.01.2025, 09:18
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Il licenziamento su larga scala di dipendenti federali incaricati di combattere la discriminazione all'interno dell'apparato statale avviene il quinto giorno del secondo mandato di Donald Trump, che nello stesso giorno ha adottato una serie di misure anti-aborto.
Tutti i rami del governo federale degli Stati Uniti – si afferma in una nota del ministero responsabile per i dipendenti pubblici – «devono adottare misure per porre fine, nella misura consentita dalla legge, agli uffici e agli impieghi» incaricati di promuovere la diversità e la giustizia ambientale «entro 60 giorni». Si tratta di un ulteriore passo avanti dopo la decisione presa mercoledì di mettere in congedo forzato tutti i dipendenti dell'amministrazione federale impegnati nei programmi Deia (diversità, equità, inclusione e accessibilità).
Ora, le agenzie federali «possono e dovrebbero» iniziare il processo di licenziamento di questi lavoratori. Il termine Deia si riferisce agli sforzi per reclutare persone provenienti da minoranze razziali o sessuali e contrastarli è diventato uno degli obiettivi dell'estrema destra americana.
La nota include anche il concetto di giustizia ambientale. Questa espressione corrisponde a «un trattamento equo e un coinvolgimento reale di tutti, indipendentemente dal loro reddito, razza, colore, origine nazionale, affiliazione tribale o disabilità» nel processo decisionale all'interno del governo federale. Nel suo primo giorno in carica, Donald Trump ha anche promesso di eliminare le politiche a favore delle persone transgender, affermando che gli Stati Uniti riconosceranno solo «due sessi, maschile e femminile».
Patto anti-aborto internazionale
L'amministrazione Trump ha inoltre compiuto la prima mossa anti-aborto sulla scena mondiale. Con un cable diplomatico, il segretario di Stato Marco Rubio ha incaricato la missione Usa di notificare a tutti i Paesi l'intenzione di rientrare nella cosiddetta 'Geneva Consensus Declaration'.
Si tratta di un patto anti-aborto globale lanciato dal tycoon nel suo primo mandato e sponsorizzato da sei Paesi (Stati Uniti, Brasile, Egitto, Ungheria, Indonesia e Uganda). Una iniziativa da cui Joe Biden si era ritirato. Lo scrive Politico, che ha ottenuto copia della direttiva.
Ora l'amministrazione Trump ha in programma di rientrare in un patto internazionale anti-aborto insieme a Paesi come Uganda, Arabia Saudita e Bielorussia, compiendo il primo passo formale per annullare le politiche sanitarie globali dell'era Biden.
L'iniziativa mira a limitare l'accesso e il sostegno globale agli aborti affermando che non esiste un diritto internazionale all'interruzione di gravidanza e quindi i Paesi non hanno alcun obbligo di finanziarlo o facilitarlo.