L'aeroporto d'Amburgo prima vittima In Europa torna la paura degli attacchi terroristici

SDA

9.10.2023 - 19:32

I servizi di emergenza del servizio di salvataggio dei vigili del fuoco all'aeroporto di Amburgo, dopo che le operazioni di volo erano state sospese a causa della minaccia di attacco contro un aereo iraniano proveniente da Teheran.
I servizi di emergenza del servizio di salvataggio dei vigili del fuoco all'aeroporto di Amburgo, dopo che le operazioni di volo erano state sospese a causa della minaccia di attacco contro un aereo iraniano proveniente da Teheran.
KEYSTONE

L'aeroporto di Amburgo, in Germania, nel giorno del vertice intergovernativo tra Berlino e Parigi, è stato la prima vittima del ritorno della grande paura, quello degli attentati terroristici in Europa.

Lo scalo della città tedesca è stato chiuso per una manciata d'ore dopo il rilevamento di una minaccia di attentato a un volo di linea proveniente da Teheran.

L'allarme è poi rientrato ma, dopo anni di relativa calma, l'episodio ha mostrato uno dei tanti effetti collaterali della guerra tra Israele e Hamas: il timore che il Vecchio continente torni ad essere vittima di attacchi.

Alle 12.40 le autorità aeroportuali di Amburgo hanno annunciato la sospensione totale delle attività dello scalo internazionale. La decisione è giunta dopo che la polizia federale aveva ricevuto una email in cui si minacciava un attacco a un volo proveniente dall'Iran.

Le autorità hanno preso la minaccia subito sul serioe

Le autorità hanno preso la email subito molto sul serio, forse anche per il concomitante vertice tra il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere Olaf Scholz, proprio ad Amburgo.

L'aereo, atterrato alle 12.20, è stato parcheggiato subito in un'area speciale, i 198 passeggeri e i 16 membri dell'equipaggio sono stati fatti scendere e sono stati sottoposti a controlli di sicurezza in una zona separata dello scalo. Alla fine l'emergenza è rientrata e, nel pomeriggio, i voli sono ripresi.

L'allarme di Amburgo è arrivato dopo 48 ore in cui, in tutta Europa, è stata aumentata la sorveglianza ai siti sensibili, a cominciare da quelli ebraici, in particolare scuole e sinagoghe. Gran Bretagna, Germania, Italia, Francia e Spagna sono stati i primi Paesi in Europa ad aumentare il livello di sicurezza attorno ai luoghi delle comunità ebraiche.

Un aumento dei messaggi d'odio antisemiti

Ad aumentare i timori, al di là del conflitto sul campo, si sono aggiunti due aspetti: da un lato il dilagare, in diverse città europee, di manifestazioni a favore di Hamas subito dopo l'attacco a Israele; dall'altro l'aumento dell'antisemitismo in linea.

La Lega Antidiffamazione, organizzazione non governativa ebraica con sede negli Stati Uniti, ha per esempio rilevato l'aumento di «messaggi di odio e inviti a ulteriori aggressioni contro Israele e i suoi sostenitori».

Per l'Europa si è trattato di un salto all'indietro, alla serie di attacchi, di matrice jihadista e il più delle volte con l'impronta del sedicente Stato islamico (Isis), che colpirono il Vecchio Continente prima dello scoppio della pandemia.

Tra i primi attentati, ci fu quello al Museo ebraico di Bruxelles, con quattro vittime. Era il maggio 2014. Poco più di un anno dopo l'attacco al Bataclan, a Parigi, segnava il tragico apice della striscia del terrore in Europa.

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