Nelle acque del Pacifico Taiwan è in allarme, una portaerei cinese transita troppo vicina

SDA

13.10.2024 - 19:54

La Liaoning è apparsa sui radar dopo che venerdì il segretario di Stato americano Antony Blinken ha messo in guardia Pechino dall'intraprendere qualsiasi azione provocatoria contro Taipei. (Foto d'archivio)
La Liaoning è apparsa sui radar dopo che venerdì il segretario di Stato americano Antony Blinken ha messo in guardia Pechino dall'intraprendere qualsiasi azione provocatoria contro Taipei. (Foto d'archivio)
Keystone

Taiwan è finita in stato di allerta per la portaerei cinese Liaoning, transitata troppo vicino a sud dell'isola.

«È entrata nelle acque del Canale di Bashi ed è probabile che proceda nel Pacifico occidentale», ha affermato il ministero della Difesa in una nota con cui ha rassicurato che le sue forze armate «rimangono in allerta, pronte a rispondere se necessario» attraverso sistemi congiunti di intelligence, sorveglianza e ricognizione.

Una portaerei e il suo gruppo d'attacco non sono sufficienti per un'invasione, ma sono un ulteriore segnale della pressione esercitata dalla Cina del presidente Xi Jinping sull'isola ribelle e non fugano, per altro verso, i timori sull'apertura di un nuovo fronte bellico: questa volta in Asia, il terzo dopo Ucraina e Medio Oriente.

Cina: «Truppe pronte alla battaglia»

Tra l'altro, l'esercito cinese ha diffuso un video di propaganda per garantire che le sue truppe «sono pronte alla battaglia» mostrando una piccola mappa di Taiwan inclusa in uno dei caratteri cinesi del titolo del filmato.

Taipei, in risposta, ha fatto sapere che si appresta a tenere dal 28 ottobre operazioni militari su vasta scala che vedranno coinvolte le sue forze di terra, mare e aria.

Negli ultimi anni Pechino ha intensificato l'attività militare intorno all'isola e ha inviato aerei da guerra e altri velivoli militari quasi quotidianamente, mentre le sue navi mantengono una presenza costante.

Blinken mette in guardia Pechino

La Liaoning è apparsa sui radar dopo che venerdì il segretario di Stato americano Antony Blinken ha messo in guardia Pechino dall'intraprendere qualsiasi azione provocatoria contro Taipei, a seguito del discorso del suo presidente William Lai per le celebrazioni del 10 ottobre sui 113 anni della Repubblica di Cina, nome ufficiale di Taiwan.

Lai, definito dalla Cina un «separatista», ha promesso di «resistere all'annessione» dell'isola, e ha insistito che Pechino e Taipei «non sono subordinate l'una all'altra» e che la Repubblica popolare non ha il diritto di rappresentare l'isola.

«Punizione» verso il leader taiwanese

Tutte «provocazioni», secondo il Dragone, in grado di causare potenzialmente «un disastro» a Taiwan.

Insomma, ci sarebbero i presupposti per una rabbiosa reazione cinese: quando Lai tenne a maggio il discorso di insediamento, Pechino effettuò manovre militari importanti come «punizione» per le parole usate dal leader taiwanese che furono presentate come la «Joint Sword 2024-A», facendo intendere che la A fosse solo l'inquietante inizio di una serie.

Nel frattempo, la Liaoning, raggiunta da una flottiglia di unità della guardia costiera mandarina in navigazione da nord, ha attraversato le acque strategiche del Canale di Bashi, tratto di mare che separa Taiwan e Filippine (entrambe nel mirino di Pechino) e collega il mar Cinese meridionale al Pacifico.

USA e Cina

La questione di fondo che arrovella gli esperti militari occidentali è la postura di Xi: la logica indicherebbe che non vi sarebbe alcun suo interesse a grandi prove di forza nell'imminenza delle elezioni Usa.

In caso contrario, sarebbe facile bersaglio dei candidati alla presidenza, Donald Trump e Kamala Harris, e non farebbero bene agli sforzi per rimettere in piedi l'economia precaria del Dragone.

Le grandi operazioni militari intorno a Taiwan non aiuterebbero a ristabilire la fiducia di famiglie, imprese e investitori. Tuttavia, come dimostrato dalle ultime crisi internazionali, la razionalità ha spesso il fiato corto.

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