Guerra in UcrainaSferrato l'attacco a Est, presa Kreminna
SDA
18.4.2022 - 14:56
Dopo l'assedio, sempre più serrato di Mariupol, con la ripresa oggi dei bombardamenti martellanti sulle acciaieria di Azovstal, e l'imposizione di un pass per entrare e uscire dalla città, gli attacchi delle forze militari russe si stanno concentrando nella regione di Lugansk (est) con la presa della città di Kreminna, della quale hanno ora il controllo, secondo quanto riferito su Telegram dal capo dell'amministrazione militare regionale di Lugansk, Sergiy Gaidai, citato da Ukrinform, che spiega l'impossibilità di evacuare i civili.
18.04.2022, 14:56
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Un altro attacco più grave, sempre stamani, è stato sferrato nella regione di Leopoli, secondo quanto riferisce il governatore, citato dalla Bbc, con un bombardamento missilistico che ha fatto sei vittimi, tra queste anche un bambino e 8 feriti.
Due missili russi invece hanno colpito la città di Dnipro, nell'Ucraina centro-orientale, due i feriti: lo ha riferito, su Telegram, il capo dell'amministrazione militare regionale, Valentyn Reznichenko. Distrutte anche alcune infrastrutture ferroviarie, riporta la Cnn.
I missili hanno colpito i distretti di Synelnykiv e Pavlograd. La vicepremier Iryna Vereshchuk esclude che oggi possano essere aperti corridoi umanitari.
Zelensky torna a chiedere armi all'Occidente
La violenta offensiva, che coinvolge soprattutto l'est del Paese era stata prevista dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky tornato a chiedere armi all'Occidente definendo ogni ritardo nelle forniture come un «permesso alla Russia per uccidere» la sua gente. Mentre stanno distruggendo Mariupol, vogliono spazzare via anche altre città e comunità nelle regioni di Donetsk e Lugansk», ha aggiunto denunciando la deportazione, da parte dei russi, di 5000 bambini dei quali non si hanno più notizie.
Sul destino dei bambini un gruppo per i diritti umani della Crimea ha denunciato inoltre che i russi avrebbero portato via con la forza da Mariupol circa 150 bambini, 100 dei quali ricoverati in ospedale, per condurli «nel Donetsk occupato e nel Taganrog russo».
Si chiede di evacuare la regione sudorientale
Intanto le autorità del Lugansk hanno invitato i residenti a evacuare immediatamente la regione sudorientale. «La prossima settimana potrebbe essere difficile. Questa potrebbe essere l'ultima volta che abbiamo ancora la possibilità di salvarvi», ha detto il capo dell'amministrazione regionale Sergei Gaidai.
Il sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk, alla tv ucraina, citato da Unian, afferma che nella città si stima «che sia stato ucciso un abitante su cinque di coloro che sono rimasti in città durante l'occupazione dell'esercito russo». E sottolinea che «personalmente, come migliaia di miei concittadini, provo odio per coloro che hanno torturato e ucciso i pacifici abitanti di questo posto».
La richiesta di due prigionieri di Mosca
Due cittadini britannici che combattevano con le truppe ucraine e fatti prigionieri dai russi sono apparsi alla tv di Mosca lanciando un appello al premier Boris Johnson chiedendo di essere liberati in uno scambio.
Lo scambio sarebbe con Viktor Medvedchuk, l'oligarca e deputato dell'opposizione ucraina arrestato nei giorni scorsi dall'intelligence di Kiev. Lo riferisce la Tass.
Intanto la Russia fa i conti dell'effetto sanzioni sulla sua economia. Ed è la governatrice della Banca centrale, Elvira Nabiullina, a spiegare alla Duma, il parlamento russo, che la situazione è grave. La Russia si trova ad affrontare «cambiamenti strutturali della sua economia» a seguito delle sanzioni cambiando il suo «modello di business».
Nabiullina ammette che le sanzioni imposte «hanno colpito in un primo momento il mercato finanziario anche se ora avranno un impatto più forte sull'economia» russa e «il periodo in cui l'economia possa vivere sulle scorte è limitato». La banca centrale non «proverà ad abbassare l'inflazione a ogni costo perchè questo limiterebbe l'adattamento» alla situazione determinata dalle sanzioni.
Anche oggi è il Papa a lanciare un nuovo appello per la pace. Chiedendo di rinunciare «ai nostri piani umani» e a convertirsi «ai disegni di pace e di giustizia».
Papa Francesco aveva parlato della guerra anche domenica, durante la Messa di Pasqua.