Cina-Usa Sanzioni e TikTok, Blinken in Cina tra le altissime tensioni

SDA

24.4.2024 - 21:37

Antony Blinken, il capo della diplomazia del presidente americano Joe Biden, è atterrato a Shanghai, la prima tappa della delicata missione di tre giorni in Cina, con l'obiettivo principale di avvertire Pechino che l'assistenza alla produzione militare russa porterà a inevitabili sanzioni, dopo i ripetuti moniti caduti nel nulla.

Il segretario di Stato americano  Antony Blinken (foto d'archivio)
Il segretario di Stato americano Antony Blinken (foto d'archivio)
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Il suo viaggio arriva mentre Washington accelera sui dazi (Biden li vuole triplicare su acciaio e alluminio) a tutela della sua industria dai rivali mandarini, e la Cina è sempre più preoccupata dalla pericolosa traiettoria dei rapporti bilaterali.

Blinken è arrivato nel Dragone con il potente carico del maxi-pacchetto di aiuti militari da 95 miliardi di dollari destinati a Ucraina, Israele e Taiwan, la prima linea rossa delle relazioni.

La stoccata del Ceo di TikTok 

E con la legge di cessione della popolare app TikTok dalla società madre cinese ByteDance, pena il bando dal mercato Usa in cui conta 127 milioni di utenti: nove mesi di tempo per la vendita, più l'estensione per altri tre, a mettere l'operazione al riparo dalle presidenziali Usa di novembre.

«State tranquilli: non andremo da nessuna parte... i fatti e la Costituzione sono dalla nostra parte e ci aspettiamo di vincere ancora», ha rilanciato la sua sfida il Ceo di TikTok, Shou Zi Chew.

La app, per altro verso, è la fortuna del miliardario Jeff Yass, il primo donatore repubblicano di questo ciclo elettorale con oltre 46 milioni di dollari, ha riferito il Financial Times.

Il Susquehanna International Group di Yass ha investito per la prima volta 80'000 dollari in ByteDance sulla base di un'idea abbozzata su un tovagliolo in un bar di Pechino più di dieci anni fa: adesso possiede circa il 15% di ByteDance che vale 40 miliardi di dollari.

Di cosa ha paura la Cina?

Sulla sicurezza, i timori di Pechino – messi nero su bianco martedì in un inedito articolo del Dipartimento per gli Affari nordamericani del ministero degli Esteri – sono lo spiegamento Usa di sistemi missilistici a medio raggio nelle Filippine e l'Aukus, l'accordo sulla sicurezza Usa-Gb-Australia.

E poi i legami rafforzati mai come prima dagli Usa con Tokyo, Seul e Manila.

Vista da Pechino, la percezione è quella di «un doppio accerchiamento: militare e commerciale, perché la mossa inattesa è l'apertura plateale dello scontro commerciale con l'Europa», ha commentato con l'agenzia di stampa italiana Ansa una fonte diplomatica europea nella capitale cinese.

Bruxelles indaga sulla Cina

L'avvio dell'indagine di Bruxelles sui dispositivi medici made in China è la prima nell'ambito degli appalti internazionali dell'Ue, dopo quelle avviate sugli aiuti di Stato per pannelli solari, auto elettriche e turbine eoliche.

A dispetto dell'obiezione alla sovraccapacità produttiva cinese opposta data pochi giorni fa a Pechino da Xi al cancelliere tedesco Olaf Scholz, secondo cui l'export mandarino di veicoli elettrici, batterie al litio e pannelli fotovoltaici «ha arricchito l'offerta e alleviato la pressione inflazionistica globale».

Ma l'Europa ha riservato altre sorprese: arresti e indagini per spionaggio pro-Cina in Germania, Belgio e Gran Bretagna.

Non è chiaro se Blinken vedrà Xi come a giugno del 2023, ma il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller ha detto alla vigilia della partenza che i temi in agenda includono «la crisi in Medio Oriente, la guerra russa all'Ucraina, i dossier delle due sponde dello Stretto di Taiwan e il mar Cinese meridionale».

Relazioni bilaterali solo nella cattiva direzione

All'inizio di aprile il vice segretario di Stato Kurt Campbell ha detto in un seminario del Center for a New American Security che gli Usa hanno valutato che la Russia si è «quasi del tutto ricostituita militarmente» con il sostegno di Pechino, che ha respinto ogni addebito.

La visita di Blinken arriva prima dell'insediamento del 20 maggio del presidente eletto di Taiwan WIlliam Lai (un «piantagrane» pro-indipendenza, secondo Pechino) e gli Usa si aspettano che le parti «evitino provocazioni e l'aumento delle tensioni».

Secondo gli osservatori, la direzione delle relazioni Usa-Cina si muove solo nella direzione negativa.

Ciò che può essere controllato è la velocità dei cambiamenti politici e il compito di Blinken è garantire che questo accada senza troppi strappi per evitare che deragli l'intero rapporto riallacciato con fatica. Insomma, un sentiero strettissimo.

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