RussiaPutin non andrà in Sudafrica, avrebbe rischiato l'arresto
SDA
19.7.2023 - 20:51
Vladimir Putin non andrà a Johannesburg per il vertice dei paesi Brics. Dopo un lungo tira e molla e mesi di difficili grattacapi, Russia e Sudafrica hanno annunciato che il capo del Cremlino alla fine resterà a Mosca. Solo così sarà sicuro di evitare l'arresto, mentre il governo sudafricano non sarà costretto a scegliere tra violare il mandato che la Corte penale internazionale (CPI) ha spiccato nei confronti di Putin e mettere a repentaglio i suoi buoni rapporti con Mosca.
19.07.2023, 20:51
19.07.2023, 22:37
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Vladimir Putin non andrà a Johannesburg per il vertice dei paesi Brics.
In questo modo eviterà l'arresto.
Al suo posto ci sarà il ministro degli esteri Serghei Lavrov.
Sarà il ministro degli esteri Serghei Lavrov a rappresentare la Russia al summit in programma dal 22 al 24 agosto, mentre lo zar interverrà in videoconferenza.
Ma per il Cremlino si tratta comunque di una batosta diplomatica, di un danno enorme all'immagine del suo leader. «Le decisioni della Corte penale internazionale non hanno significato» per la Russia, aveva detto quattro mesi fa la portavoce della diplomazia russa, Maria Zakharova.
Ma lo hanno per i ben 123 Stati del mondo che hanno firmato lo Statuto di Roma, e in ognuno di essi Putin rischierebbe l'arresto se dovesse mettervi piede, conseguenza dell'invasione dell'Ucraina ordinata dal Cremlino. Il tribunale accusa infatti il presidente russo di un crimine di guerra: la deportazione di bambini ucraini.
Putin sempre più isolato
Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa si è così trovato di fronte a uno spinoso dilemma diplomatico che gli ha creato non pochi problemi anche in patria. E con la svolta di mercoledì, che il suo ufficio presidenziale sostiene sia stata raggiunta «di comune accordo», pare salvare per ora capre e cavoli.
Però costringe Putin a rinunciare a un palcoscenico internazionale in un momento di crescente isolamento del suo regime. E ad essere l'unico escluso tra i leader dei paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica).
Alleanza Democratica, il principale partito d'opposizione in Sudafrica, premeva per costringere le autorità ad arrestare il leader del Cremlino nel caso in cui fosse entrato nel paese. E per raggiungere il suo obiettivo ha fatto pure ricorso alla giustizia.
«Arrestare Putin sarebbe una dichiarazione di guerra»
Nella sua deposizione al tribunale di Pretoria, Ramaphosa è apparso riluttante a far arrestare Putin. «La Russia ha chiarito che arrestare il suo presidente in carica sarebbe una dichiarazione di guerra», ha affermato Ramaphosa, concludendo che «rischiare di entrare in guerra con la Russia sarebbe contrario alla Costituzione».
Il Cremlino tuttavia nega che siano state pronunciate parole del genere. «No, non è stato detto. Nessuno ha dato niente da intendere a nessuno», ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, aggiungendo però che «in questo mondo è assolutamente chiaro a tutti cosa significhi un tentativo di colpire il capo di Stato russo».
Ramaphosa ha anche affermato che arrestare Putin significherebbe minare il tentativo di mediazione di pace portato avanti da sette paesi africani, tra cui appunto il Sudafrica.
Gli stati occidentali avrebbero voluto l'arresto
Un mancato arresto dello zar però non avrebbe certo fatto piacere ai paesi occidentali, che avrebbero potuto accusare il Sudafrica di essere politicamente troppo vicino al Cremlino, soprattutto considerando che si è astenuto dal condannare l'invasione dell'Ucraina all'Assemblea generale dell'Onu e ha condotto esercitazioni navali congiunte con Russia e Cina.
Un bivio difficilissimo per il governo sudafricano. Al punto che secondo il vice di Ramaphosa, Paul Mashatile, il Sudafrica avrebbe addirittura proposto (senza successo) di spostare il vertice in Cina o di svolgerlo in teleconferenza, e avrebbe anche apertamente cercato di convincere Putin a starsene a casa. Alla fine sembra avercela fatta.
«Putin è diventato più facile da persuadere»
Secondo una fonte anonima del governo sudafricano interpellata dal «New York Times», sulla decisione del leader del Cremlino avrebbe pesato anche «la recente instabilità» creatasi in Russia dopo la rivolta dei mercenari del famigerato gruppo Wagner. Putin «è diventato più facile da persuadere a causa dei recenti problemi interni che sta avendo», ha detto l'anonimo funzionario.