Russia - Iran Raisi incontra Putin, si rafforza l'asse tra Mosca e Teheran su Gaza e Ucraina

SDA

7.12.2023 - 19:08

Il presidente russo Vladimir Putin (a sinistra) stringe la mano al presidente iraniano Ebrahim Raisi durante il loro incontro al Cremlino a Mosca.
Il presidente russo Vladimir Putin (a sinistra) stringe la mano al presidente iraniano Ebrahim Raisi durante il loro incontro al Cremlino a Mosca.
KEYSTONE/EPA/PAVEL BEDNYAKOV/KREMLIN POOL

La guerra a Gaza, con la richiesta di un cessate il fuoco immediato, lo sviluppo dello strategico corridoio Nord-Sud per i trasporti mondiali attraverso i territori russo e iraniano: sono temi vasti e complessi quelli affrontati nel vertice tra Vladimir Putin e il presidente iraniano Ebrahim Raisi, ma sullo sfondo, incombente, rimane il conflitto ucraino, con le accuse occidentali a Teheran di rifornire di droni le forze russe per continuare i loro bombardamenti. E soprattutto con le incertezze sulla continuazione degli aiuti occidentali a Kiev.

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto che Mosca «spera» che il Congresso americano fermi i nuovi finanziamenti all'Ucraina, dopo che ieri sera i repubblicani al Senato hanno bloccato in un voto procedurale la proposta di legge con gli aiuti per Israele e Kiev, chiedendo misure di controllo più severe al confine col Messico.

Un blocco posto nonostante l'allarme lanciato dal presidente Joe Biden, secondo il quale se la Russia non verrà sconfitta in Ucraina, attaccherà la Nato, costringendo Washington ad entrare direttamente nel conflitto. Scopo della Casa Bianca, ha risposto Peskov, è continuare a «demonizzare» la Russia a fini di politica interna, per «manipolare i congressisti e continuare a bruciare denaro dei contribuenti nella fornace della guerra ucraina».

Kiev non rinuncerà «nemmeno a un pezzo» del suo territorio

Da Kiev si è alzata la voce del segretario del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale, Oleksiy Danilov, secondo il quale poco importa come voterà il Congresso o chiunque altro, perché Kiev non rinuncerà comunque «nemmeno a un pezzo» del suo territorio. «Ci concentreremo, trarremo conclusioni, ricaricheremo le nostre armi e continueremo a distruggere il mostro russo», ha assicurato Danilov in un messaggio su X.

Raisi ha detto che con Putin ha parlato anche di come fermare immediatamente i bombardamenti di Israele sulla Striscia di Gaza. E questo dopo che ieri, nella sua visita a Riad, il presidente russo ha unito la sua voce a quella del principe Mohammad bin Salman per rinnovare la richiesta di un cessate il fuoco esprimendo «profonda preoccupazione per la catastrofe umanitaria a Gaza».

Occorre «mettere fine ai bombardamenti il prima possibile»

Occorre «mettere fine ai bombardamenti il prima possibile», perché oggi la situazione nella Striscia «pone una sfida non soltanto alla nostra regione ma a tutta l'umanità», ha affermato Raisi. L'Iran sostiene Hamas, una cui delegazione è stata ricevuta a Mosca lo scorso ottobre. Putin ha più volte affermato che l'unica via per arrivare alla pace è riavviare il processo per la creazione di uno Stato palestinese, dopo che saranno cessate le ostilità.

Sia Putin sia Raisi hanno posto l'accento anche su un altro tema al centro del loro colloquio: il Corridoio Nord-Sud. Vale a dire un progetto per lo sviluppo di una nuova direttrice per i commerci mondiali dal nord Europa all'India attraverso la Russia e l'Iran, per una lunghezza totale di 7.200 chilometri.

Un asse che dovrebbe essere alternativo e più breve rispetto a quello via mare che attualmente scende dal Mar Baltico al Mediterraneo per poi passare dal Canale di Suez e infine dirigersi verso l'Asia. Mosca e Teheran sono giunti alla «realizzazione pratica della costruzione della ferrovia Nord-Sud», ha sottolineato Putin.

Il presidente russo ha anche detto di avere accettato un invito a recarsi in visita in Iran, dove è stato l'ultima volta nel luglio del 2022, incontrando la Guida suprema Ali Khamenei. L'ultimo incontro con Raisi prima di quello di oggi risale invece al settembre dell'anno scorso, quando i due presidenti si videro a Samarcanda, in Uzbekistan, a margine del vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai.

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