Ucraina Raid russi su Kiev, interi quartieri senza acqua e luce

SDA

31.10.2022 - 20:27

Un attacco russo in grande stile su tutta l'Ucraina ha aperto l'ennesima settimana di guerra, con decine di missili lanciati sulle infrastrutture energetiche, già gravemente danneggiate.

Una settimana fa, il 22 ottobre 2022, momento in cui è stata presa questa foto, una parte della città di Kiev era al buio durante le interruzioni cicliche di corrente per ridurre il carico della rete elettrica.
Una settimana fa, il 22 ottobre 2022, momento in cui è stata presa questa foto, una parte della città di Kiev era al buio durante le interruzioni cicliche di corrente per ridurre il carico della rete elettrica.
KEYSTONE

Ancora una volta il bersaglio principale è stato Kiev, con il risultato di lasciare interi quartieri senza luce e acqua, ma la pioggia di raid è stata talmente intensa che i pezzi di un missile intercettato dalla contraerea sono caduti anche in Moldavia.

Anche sul grano si è riaperto lo scontro, perché al momento sembrano falliti gli sforzi di mediazione di Onu e Turchia per far rientrare Mosca nell'accordo di luglio. E la ripresa dell'export è tornata a rischio.

Pioggia di missili su 10 regioni

La sveglia su Kiev è suonata presto, perché intorno alle 7 del mattino sono state avvertite almeno cinque esplosioni. Tra gli obiettivi colpiti dai raid russi anche una centrale elettrica, ha riferito il sindaco Vitali Klitschko, denunciando che «l'80% dei cittadini è rimasto senz'acqua e 350mila famiglie senza corrente» per diverse ore, prima che si riuscisse a riattivare la rete idrica per il 40% dei residenti.

L'attacco russo è stato «massiccio» perché si è abbattuto su «10 regioni con missili e droni», ha spiegato il premier Denys Shmyhal, aggiungendo che «centinaia di insediamenti» sono rimasti al buio. «Oltre 50 missili da crociera» sono stati lanciati in tutte le direzioni, da Kiev a Zaporizhzhia, da Kharkiv a Mykolaiv, da Leopoli a Chernivtsi.

La contraerea, ha rivendicato lo stato maggiore ucraino, ne ha abbattuti 44, ma quelli che sono andati a segno hanno provocato diversi feriti, almeno 13, e danni ingenti alle infrastrutture critiche: «Stazioni elettriche, centrali idroelettriche e impianti di generazione di calore».

«Tutti gli obiettivi colpiti»

Nei raid precedenti, soltanto nel mese di ottobre, era già stato distrutto circa un terzo delle centrali elettriche ucraine, e in tutto il Paese da settimane si convive con i blackout di 4-6 ore al giorno.

Il ministero della Difesa russo, nel consueto aggiornamento sulle operazioni militari, ha comunicato che «le forze armate hanno continuato a lanciare attacchi con armi di precisione a lungo raggio aeree e marittime contro il comando militare ucraino e i siti energetici» e «tutti gli obiettivi designati sono stati colpiti».

Un missile finisce in Moldavia

Ma la portata di questo attacco, oltre al disegno di indebolire la resistenza ucraina in vista dell'inverno, fa pensare anche ad una rappresaglia contro gli ucraini all'indomani dei raid sulla flotta russa nel Mar Nero. Come era accaduto dopo il blitz di Kiev sul ponte della Crimea e le ripetute incursioni a Belgorod.

Stavolta però la forza d'urto dell'esercito invasore poteva provocare gravi conseguenze anche in Moldavia, perché un missile abbattuto dagli ucraini è caduto sul territorio della piccola repubblica che si trova in mezzo, tra Ucraina e Polonia. Provocando danni, ma senza fare vittime.

E il grano?

La situazione resta tesa anche sul fronte del grano. Oggi 12 navi cariche di cereali sono partite dai porti ucraini, nonostante Mosca si sia tirata fuori dall'intesa di luglio, ma il suo strappo ha già provocato contraccolpi con l'impennata dei prezzi. Mentre il Cremlino ha sottolineato che senza di loro la ripresa dell'export sarebbe «molto più pericolosa e non garantita».

La mediazione ancora una volta è affidata a Recep Tayyp Erdogan. Il leader turco si è impegnato a «proseguire i suoi sforzi» per difendere gli accordi, mentre il suo ministro della Difesa ha avuto un colloquio telefonico con il collega russo Serghiei Shoigu.

Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, sta lavorando affinché Mosca ci ripensi. La questione è stata dibattuta anche in Consiglio di Sicurezza a New York, ma non è andata bene.

La posizione di Mosca, riassunta dal ministero della Difesa, resta la stessa: se Kiev non smetterà di utilizzare i corridoi «per scopi militari», sarà impossibile consentire il traffico in sicurezza dei mercantili. Durissima la replica americana: per il dipartimento di Stato si tratta di «un'estorsione».

Quanto a Zelensky, il presidente ucraino ha ignorato le minacce russe ed in un colloquio con Guterres ha «confermato l'impegno a rimanere garante della sicurezza alimentare globale».