Guerra Putin al G20: «Mettiamo fine alla tragedia in Ucraina»

SDA

22.11.2023 - 19:05

Il presidente russo Vladimir Putin partecipa al vertice straordinario del G20, in videoconferenza a Mosca.
Il presidente russo Vladimir Putin partecipa al vertice straordinario del G20, in videoconferenza a Mosca.
KEYSTONE

Se non proprio un ramoscello d'ulivo, è quanto meno una retorica più moderata quella che Vladimir Putin ha sfoderato intervenendo, in videoconferenza, ad un vertice del G20 per la prima volta dall'inizio del conflitto in Ucraina.

«Dobbiamo pensare a come porre fine a questa tragedia», ha affermato il presidente russo, che per la prima volta ha definito «guerra» quella in corso, abbandonando l'eufemistica definizione di «operazione militare speciale» fin qui usata.

Certo, le parole apparentemente aperturiste di Putin erano studiate per rivolgersi ad una platea di leader mondiali nel momento in cui crescono le incertezze nel campo occidentale sull'opportunità di continuare a sostenere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nella sua volontà di ottenere una vittoria militare sul campo, specie alla luce di una controffensiva che dopo quasi sei mesi non ha dato i risultati sperati.

«Dobbiamo pensare a come porre fine a questa tragedia»

«Alcuni colleghi – ha detto Putin riferendosi agli altri leader ma non a Joe Biden, che ha preferito non partecipare al G20 evidentemente per non legittimare il rientro del russo sulla scena internazionale – hanno già parlato nei loro discorsi di come sia sconvolgente l'aggressione della Russia in Ucraina. Sì, certo, l'azione militare è sempre una tragedia di persone specifiche, di famiglie specifiche, e certamente dobbiamo pensare a come porre fine a questa tragedia».

Ma, riprendendo una vecchia recriminazione, il leader del Cremlino ha sottolineato che «la Russia non ha mai rinunciato ai negoziati di pace», a differenza dell'Ucraina, il cui presidente ha addirittura «firmato un decreto che vieta di condurre questi negoziati».

Mosca critica il sostegno degli USA ad Israele

Putin ha poi fatto ricorso ad altri argomenti già utilizzati per attaccare l'Ucraina, cioè le violenze contro i civili di etnia russa in Donbass fin dal 2014, e per criticare quello che Mosca giudica un sostegno indiscriminato degli Stati Uniti ad Israele.

«Capisco – ha detto il presidente russo – che questa (in Ucraina) è una guerra, la morte di persone non può fare a meno di sconvolgere. E il sanguinoso colpo di Stato in Ucraina nell'anno 2014, seguito dalla guerra del regime di Kiev contro il suo popolo nel Donbass, non è sconvolgente? E lo sterminio della popolazione civile in Palestina? E il fatto che i medici debbano eseguire operazioni sui bambini agendo con un bisturi sul loro corpo senza anestesia non è sconvolgente? E il fatto che il segretario generale delle Nazioni Unite abbia detto che Gaza si è trasformata in un enorme cimitero per bambini non è sconvolgente?».

Il riequilibrio della «gestione economica globale»

Parte dell'intervento è stato dedicato ad un altro tema caro a Putin. Cioè il riequilibrio della «gestione economica globale» in senso multipolare. Secondo il leader russo, infatti, è necessario «riavviare integralmente l'Organizzazione mondiale del commercio» e «rafforzare il ruolo delle economie in via di sviluppo nelle istituzioni finanziarie internazionali, tra cui l'Fmi e la Banca mondiale».

Una linea su cui Mosca trova la sponda della Cina. Ricevendo a Pechino Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma russa, il presidente Xi Jinping ha osservato che i due Paesi «condividono ampi interessi comuni» e sono legati «da un'amicizia permanente di buon vicinato, un coordinamento strategico globale e una cooperazione reciprocamente vantaggiosa per dare nuovo slancio alle economie e allo sviluppo dei due Paesi, contribuendo alla prosperità e alla stabilità del mondo».

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