L'allerta si sposta alle Baleari Oltre 200 morti a Valencia, ma in tanti mancano ancora all'appello

SDA

1.11.2024 - 20:05

Da una parte la conta dei morti che continua a salire, dall'altra un'ondata impressionante di solidarietà. Le proporzioni dell'alluvione che ha colpito Valencia e altri punti della Spagna assumono contorni sempre più drammatici, con 205 vittime già confermate e un numero di dispersi ancora imprecisato, mentre le ricerche proseguono senza tregua.

Keystone-SDA

Ma intanto si moltiplicano anche le necessità urgenti dei sopravvissuti, con migliaia di persone rimaste ormai da giorni senza luce e accesso all'acqua potabile e con pochissimo cibo. Così come le mostre di buona volontà da parte di molti cittadini disposti a sfidare il mare di fango nelle aree alluvionate per portare aiuti e conforto a chi ne ha bisogno.

L'allerta meteo per l'infernale Dana attiva da giorni, intanto, non è ancora finita, come ha di nuovo ribadito nelle ultime ore il premier Pedro Sánchez.

Dopo le inondazioni di strade e cale nella provincia andalusa di Huelva della notte tra giovedì e venerdì, l'allerta si è spostata in particolare alle Baleari. «Serve molta precauzione», hanno avvertito sui social le autorità locali. «Per fortuna la gente sta ascoltando gli avvisi e non sta andando in strada», ha raccontato un responsabile di polizia della zona al giornale Ultima Hora.

Aumentato il contingente militare nella zona di Valencia

A Valencia, intanto, è aumentato il contingente militare destinato alla zona per assistere le popolazioni in difficoltà (con già oltre 1.700 effettivi sul terreno).

E mentre le autorità si affannavano nel provare a tranquillizzare i tanti alluvionati che denunciano di non esser stati ancora soccorsi, a tentare di metterci una pezza sono stati anche migliaia di volontari. Un'enorme fiumana di persone armate di pale, scope, bottiglie d'acqua e viveri incamminatasi a piedi dal centro città verso le località dell'hinterland diventate epicentro della tragedia.

Così grande da diventare addirittura ingestibile per chi è già alle prese con un numero senza fine di problemi da risolvere. «Il traffico sta andando al collasso e i servizi d'emergenza non riescono a passare», ha spiegato il governatore valenciano Carlos Mazón, «vi chiedo di tornare a casa».

Ancora alla ricerca di chi manca all'appello

Una delle preoccupazioni principali resta quella di rintracciare chi manca all'appello. Perché in molte delle aree più distrutte la situazione è ancora di totale caos, con melma e sporcizia dappertutto, strade bloccate e macchine accatastate. E sono diversi i punti in cui si teme possano esserci cadaveri non ancora recuperati.

«Abbiamo lavorato tutta la notte in un tunnel, lungo l'arteria che va da Alfafar e Benetuser», ha raccontato un pompiere, «era totalmente allagato, ora è completamente ripulito dall'acqua. Dentro ci sono circa 30, 40 macchine con diverse vittime al loro interno».

Un altro problema è poi quello di ripristinare il prima possibile la rete stradale e i servizi di trasporto pubblico. «Oltre 80 km di rete stradale è stata danneggiata e la priorità è riattivare con urgenza l'autostrada A7 interrotta e impossibile da percorrere», ha spiegato il ministro dei Trasporti, Óscar Puente.

Mentre per i treni regionali, dopo la distruzione di 3 delle 5 linee ferroviarie nella catastrofe, «ci vorranno mesi per essere di nuovo completamente operativi».

Nuovi attacchi verso la squadra del premier Sánchez

Sul fronte politico, mentre governo nazionale e autorità regionali provano a rafforzare ulteriormente un'immagine di unità nella gestione dell'emergenza, risuonano nuovi attacchi verso la squadra del premier Sánchez da parte dell'opposizione.

Dopo il popolare Alberto Núñez Feijóo, l'affondo è arrivato dal leader di Vox Santiago Abascal. «È sempre il popolo spagnolo a reagire in maniera esemplare. E mentre ciò accade, Sánchez lascia l'esercito nelle caserme per interessi politici», ha scritto su X denunciando una presunta insufficienza di mezzi dispiegati sul terreno.