Guerra in UcrainaMosca frena sul piano Trump per la fine delle ostilità, ma non chiude
SDA
29.12.2024 - 19:46
Alle porte di un 2025 che tutti auspicano di pace per il conflitto in Ucraina, la strada si fa sempre più in salita per una soluzione negoziata del conflitto.
Keystone-SDA
29.12.2024, 19:46
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A Mosca infatti non vanno a genio le proposte di Donald Trump per mettere fine alle ostilità: «A giudicare dalle numerose fughe di notizie e dall'intervista rilasciata dallo stesso Trump a «Time» il 12 dicembre, sta parlando di congelare le ostilità lungo la linea di scontro e di trasferire agli europei ulteriore responsabilità», ha dichiarato il ministro degli Esteri Serghei Lavrov in un'intervista all'agenzia «Tass» che cita, tra le proposte del tycoon, l'idea di rinviare l'adesione dell'Ucraina alla Nato per 20 anni e di dispiegarvi un contingente di forze di pace dell'Ue e del Regno Unito.
In ogni caso, il russo non ha chiuso del tutto. Osservando semplicemente che Mosca per il momento non ha ricevuto alcun segnale ufficiale dagli Stati Uniti in merito a una soluzione sull'Ucraina.
Fino al 20 gennaio, data dell'insediamento, «Donald Trump ha lo status di presidente eletto, e tutta la politica su tutti i fronti è determinata dal presidente in carica e dalla sua amministrazione. E finora, solo quest'ultima è autorizzata a impegnarsi con la Russia per conto degli Usa, come ci viene regolarmente comunicato. Questo accade di tanto in tanto, ma in tali contatti non si parla di trattative con l'Ucraina», ha spiegato il capo della diplomazia russa.
Lavrov ha gettato ulteriore benzina sul fuoco sottolineando come Mosca sia pronta a schierare missili a corto e medio raggio. Con un'accusa agli Stati Uniti di aver fatto lo stesso in varie regioni del mondo, «ignorando con arroganza gli avvertimenti» di Russia e Cina.
«Stiamo valutando la situazione sulla base di un'analisi delle azioni destabilizzanti di Usa e Nato e dell'evoluzione delle minacce che ne derivano», ha detto il moscovita.
«Oggi è chiaro che la nostra moratoria sullo spiegamento di missili a corto e medio raggio non è più praticabile, e dovrà essere abbandonata». Mosca - ha poi aggiunto - ha dimostrato la sua «determinazione nell'attuazione delle misure compensative» conducendo un «test di combattimento» del missile balistico a medio raggio Oreshnik, lanciato alla fine di novembre contro la città di Dnipro in risposta ai raid ucraini con i missili a lungo raggio occidentali.
Nessun incontro Putin-Trump in vista
Quello sulla condanna dell'uso di queste armi sul territorio russo è un punto sul quale Trump e Putin si erano trovati d'accordo, mettendo ancora più in evidenza una sintonia già emersa prima e durante la campagna elettorale del tycoon, e che non è scemata con la vittoria del secondo mandato alla Casa Bianca.
Anzi, il presidente eletto ha auspicato un incontro al più presto con lo zar. Ma il portavoce di Putin, interpellato dai giornalisti a Mosca, ha fatto sapere che il presidente non ha in programma contatti con leader stranieri a breve, e che «per ora nessuna traiettoria» per un processo di pace «è in vista a causa della posizione del regime di Kiev», che resta irricevibile per il Cremlino.
Zelensky: «L'offensiva che può essere fermata solo attraverso la forza congiunta»
Nel frattempo, l'Ucraina affronta l'ennesimo inverno di guerra sotto i raid russi su tutto il territorio: nella settimana di Natale, oltre 370 droni d'attacco, circa 280 bombe aeree guidate e 80 missili di vario tipo contro l'Ucraina, ha denunciato Volodymyr Zelensky.
Numeri comunque più contenuti, almeno per quanto riguarda gli Uav, rispetto alle settimane precedenti. Ma che non cambiano la sostanza di un'offensiva che può essere fermata «solo attraverso la forza congiunta», ha sottolineato il leader ucraino, ringraziando i partner che «comprendono l'importanza di fornire tempestivamente sistemi di difesa aerea per proteggere vite e avvicinarci a una pace giusta ed equa».