MoscaUn monopattino-bomba uccide il generale Kirillov, Kiev rivendica l'attentato
SDA
17.12.2024 - 20:36
Due uomini escono da un portone nel buio del primo mattino moscovita e si avvicinano a un'auto che li aspetta con i fari accesi sulla strada innevata. Poi la fiammata dell'esplosione cancella tutto.
Le immagini di una telecamera piazzata su un'auto di un servizio car sharing e circolate in rete hanno registrato gli ultimi istanti di vita del generale Igor Kirillov, l'ufficiale più alto in grado ucciso dall'inizio del conflitto in Ucraina.
Un attacco rivendicato dai servizi segreti di Kiev per il quale Mosca accusa l'Occidente di complicità morale e promette una vendetta «imminente».
L'ordigno che ha ucciso Kirillov, dal 2017 a capo delle forze di difesa radiologica, chimica e biologica, era stato piazzato su un monopattino elettrico ed azionato a distanza.
La sua potenza era pari a un chilogrammo di TNT, hanno riferito i media russi. Abbastanza per mandare in frantumi anche le finestre di diversi appartamenti e danneggiare gravemente l'entrata dell'immobile, situato nella zona del Viale Ryazansky, sei chilometri a sud-est del Cremlino.
Sul ruolo dell'altro uomo ucciso non si hanno al momento notizie certe. La TASS lo ha identificato come Ilya Polikarpov. Alcuni blogger lo indicano come il suo autista, altri lo definiscono «assistente» di Kirillov.
I servizi segreti ucraini hanno subito rivendicato l'attacco
Il generale era un ufficiale molto in vista, sia per le accuse occidentali di avere dispiegato armi chimiche in Ucraina, sia per le frequenti conferenze stampa in cui accusava le forze di Kiev di utilizzare questo tipo di armamenti.
Contrariamente a quanto avvenuto per altri omicidi mirati di ufficiali o sostenitori ideologici del Cremlino, i servizi segreti ucraini (SBU) hanno subito rivendicato l'attacco attraverso una fonte che ha parlato con l'agenzia AFP.
Alla vigilia dell'attentato lo stesso SBU aveva accusato il generale russo di essere responsabile di un «uso massiccio di armi chimiche» contro le forze ucraine, affermando di aver accertato più di 4'800 attacchi di questo genere e l'intossicazione di «oltre 2'000 militari».
La Gran Bretagna, che lo scorso ottobre aveva imposto sanzioni a Kirillov, ha fatto sapere che «non piangerà» la sua morte. Il generale «ha imposto sofferenza e morte al popolo ucraino», ha affermato il portavoce del governo di Keir Starmer.
Ma gli USA si sono mostrati più prudenti. «Non sosteniamo questo tipo di operazioni», è stato il commento di un alto funzionario citato dalle agenzie internazionali, sottolineando che Washington «non è stata informata in anticipo».
Mosca promette una pronta vendetta
A Mosca, dove è stata aperta un'inchiesta per un crimine di «terrorismo», la prima reazione politica è stata quella dell'ex presidente Dmitry Medvedev, che ha promesso una pronta vendetta, specificando che essa dovrà prendere di mira i vertici dello Stato ucraino.
«Gli inquirenti devono trovare i killer in Russia – ha detto Medvedev, attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale – ma ogni sforzo deve essere fatto per eliminare i mandanti, che sono a Kiev. Ed essi sono conosciuti, sono la leadership militare e politica dell'Ucraina».
L'Occidente è complice «moralmente»
La portavoce del ministero degli esteri, Maria Zakhkarova, ha invece denunciato una complicità morale dei Paesi occidentali alleati dell'Ucraina. L'attentato è «il risultato dell'approvazione occidentale dei crimini di guerra dei militanti del regime di Kiev», ha scritto Zakharova sul suo canale Telegram.
«L'indagine – ha aggiunto la portavoce – stabilirà i dettagli, chi ha ucciso, chi ha ordinato. Ma è chiaro che esiste una terza categoria di criminali: chi ha stimolato, chi ha nutrito, chi ha incoraggiato silenziosamente».
Resta da vedere ora come si concretizzerà la vendetta annunciata da Medvedev. Ma molti oggi ripensano al monito del mese scorso del presidente Vladimir Putin, secondo il quale il nuovo missile balistico ipersonico Oreshnik potrebbe essere usato anche per colpire «centri decisionali a Kiev».