L'esperto sull'Ucraina Ucraina: «Gli Stati Uniti non tireranno fuori le castagne dal fuoco per noi»

Di Julian Weinberger

2.3.2022

"America First": Donald Trump si avvicina alla bandiera degli Stati Uniti alla Conservative Political Action Conference (CPAC) il 29 febbraio 2020 a National Harbor, Maryland
"America First": Donald Trump si avvicina alla bandiera degli Stati Uniti alla Conservative Political Action Conference (CPAC) il 29 febbraio 2020 a National Harbor, Maryland
EPA

Il discorso di Joe Biden sullo stato dell'Unione è stato dominato dalla guerra in Ucraina. Ma il presidente statunitense deve affrontare una sfida molto più grande in casa, come spiega l'esperto degli Stati Uniti Josef Braml.

Di Julian Weinberger

Prima la pandemia di Covid, poi la debacle della politica estera in Afghanistan e ora la guerra in Ucraina: finora il tempo passato alla Casa Bianca da Joe Biden ha visto una crisi dopo l'altra. Di conseguenza, non ha sorpreso nessuno che il suo discorso sullo stato dell'Unione di martedì sera  sia stato fortemente influenzato da questi eventi.

Infatti, di fronte alle storie di orrore quotidiane, il presidente degli Stati Uniti ha parlato a lungo della situazione in Ucraina, inviando chiari messaggi in direzione dell'inquilino del Cremlino: «Putin ha scatenato la violenza e il caos. Ma, se sul campo di battaglia può vincere, pagherà un prezzo pesante a lungo termine».

Il 79enne sta affrontando dure sfide anche a casa propria, negli Stati Uniti. Gli americani sono sempre più preoccupati per l'aumento dell'inflazione, e i democratici stanno andando in contro a una dolorosa sconfitta nelle elezioni congressuali di novembre.

In un'intervista a «blue News», l'esperto di Stati Uniti Josef Braml analizza la situazione di Joe Biden, mettendola in prospettiva. Spiega anche come la guerra in Ucraina sta cambiando la struttura del potere politico del mondo occidentale e perché Biden ha preso una rotta disastrosa nella lotta contro l'inflazione.

Signor Braml, cosa pensa del discorso sullo stato dell'Unione di Joe Biden?

Per gli standard di Biden, la performance è stata buona. Non ha fatto nessun errore grave. Poteva andare peggio. Finora, ha esercitato moderazione riguardo alla guerra in Ucraina.

Cosa c'è dietro questa strategia?

Ci sono due problemi in questo discorso. C'è il fronte in Ucraina contro i russi, e c'è il fronte interno, che è il più minaccioso per lui. La gestione dell'Ucraina non è così unificante negli Stati Uniti come lui vorrebbe. Non c'è stato nessun effetto «uniamoci attorno alla bandiera», cioè nessun effetto di raduno patriottico in cui gli americani si stringono attorno al loro presidente di guerra lasciando le linee di partito. La maggioranza degli statunitensi vuole che Biden ne stia fuori del tutto. Non ha molto capitale politico interno, ma ne ha bisogno per risolvere altri problemi politici, non quelli lontani in Europa, ma quelli in casa.

Quali sono le conseguenze?

Biden deve stare molto attento. Ha detto che gli Stati Uniti sono per la libertà e contro la tirannia. Ma non ha annunciato nulla che possa davvero fare pressione sulla Russia, come sanzioni più dure nel settore energetico. Così facendo, Biden farebbe del male a se stesso e ai portafogli della popolazione statunitense e spingerebbe ulteriormente l'inflazione.

E la leadership del presidente degli Stati Uniti in questi tempi difficili?

La maggioranza degli americani è si chiede se sia ancora, mentalmente, nel pieno delle sue facoltà. Il che è preoccupante. I suoi connazionali non si fidano molto di lui come guida, specialmente sulla questione più importante, l'economia. È dimostrato anche dai cattivi risultati dei sondaggi più recenti. Solo un americano su cinque crede che gli Stati Uniti siano sulla strada giusta.

Il politologo Josef Braml
Il Dr. Josef Braml
Foto privata

Il politologo Dr. Josef Braml è un esperto degli Stati Uniti e autore del libro «Die transatlantische Illusion. Die neue Weltordnung und wie wir uns darin behaupten können», (L'illusione transatlantica. Il nuovo ordine mondiale e come possiamo affermarci in esso ndt.) che sarà pubblicato il 17 marzo 2022.

Quale segnale daranno le elezioni congressuali di novembre?

Le elezioni di metà mandato potrebbero togliere a Biden l'ultima capacità di agire, se perdesse una o forse entrambe le camere del Congresso. Poi sarebbe bloccato e non potrebbe più fare nulla per via legislativa. Questo è dovuto in parte a Biden stesso, alla sua mancanza di vitalità, ma anche alle strutture politiche degli Stati Uniti. Anche il dinamico Barack Obama è stato più o meno contrastato dopo i suoi primi due anni di mandato.

Nel suo discorso, Joe Biden ha invocato l'unità della NATO. Quanto è forte questa alleanza in tempi di crisi?

Ha detto agli americani che ha passato innumerevoli ore a cercare di stabilire l'unità. Può essere così, ma credo che gli europei abbiano sentito il colpo molto più forte, qui. I paesi europei si sentono molto più minacciati. Non per niente il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha stanziato 100 miliardi di euro per l'armamento militare. Penso che il problema più grande di Biden sia quello di avere il sostegno dei suoi connazionali. Il punto debole della Nato non sono gli europei, ma la potenza leader e protettrice.

Cosa vuol dire?

Metto in guardia contro l'illusione che gli Stati Uniti tireranno fuori le castagne dal fuoco per noi. Sono preoccupati per se stessi, per la politica interna. Ciò che gli interessa a livello internazionale non è l'Europa, ma, in ottica futura, la regione dell'Asia, dove la Cina è uno sfidante economico e militare. Dovremmo prendere molto sul serio la svolta dell'America verso l'Asia, perché gli Stati Uniti non hanno in programma di servire entrambi i fronti. Prima o poi, gli Stati Uniti dovranno trattare con la Russia per evitare di spingerla ulteriormente tra le braccia della Cina.

La guerra in Ucraina come cambierà la struttura del potere politico nel mondo occidentale?

Costringerà gli americani a impiegare le loro risorse in modo mirato. Non si può escludere che anche la Cina approfitti ora della debolezza dell'America. Putin non sta procedendo perché è un giocatore che lascia le cose al caso. Ha notato che il potere di comando si sta indebolendo. Il ritiro disordinato delle truppe americane dall'Afghanistan, che ricorda il Vietnam, ha inviato un segnale di debolezza.

Nel suo discorso sullo stato dell'Unione, il presidente americano Joe Biden ha affrontato a lungo la guerra in Ucraina.
Nel suo discorso sullo stato dell'Unione, il presidente americano Joe Biden ha affrontato a lungo la guerra in Ucraina.
KEYSTONE

Anche il predecessore di Trump, Obama, ha tracciato linee rosse sulla Siria, che poi sono diventate rosa. I sauditi non possono più essere costretti a pompare più petrolio per far scendere i prezzi. L'America ha dilapidato la fiducia nella sua affidabilità che ha permesso all'ex potenza protettrice di esigere tributi dagli altri.

Nel suo discorso, Joe Biden ha dato alla lotta contro l'inflazione «priorità assoluta»...

Temo che, volendo estinguere l'inflazione, stia in realtà scegliendo il rimedio sbagliato. Ha versato altra benzina su un fuoco già ardente. Non credo che gli americani abbiano ancora capito che la loro politica di distanziamento dalla Cina, di distruzione delle catene di approvvigionamento e di spinta al protezionismo sta avendo l'effetto contrario. È qui che l'economia viene usata come arma e manipolata politicamente. È esattamente ciò che sta provocando l'inflazione a causa della mancanza di fornitura di beni, poiché le catene di approvvigionamento sono interrotte.

In che modo le forze di destra negli Stati Uniti stanno cercando di usare le crisi attuali per i loro fini?

Con il nazionalismo economico. I repubblicani, che una volta erano a favore del libero scambio, ora continuano a seguire Trump, che ha fatto del suo «America First» una speranza. È anche significativo che i repubblicani una volta facessero campagna contro i comunisti senza Dio e ora seguano un Trump che chiama Putin un genio. Ci sono pochi repubblicani che non hanno paura di lui e che osano uscire allo scoperto. Trump ha ancora una salda presa sul suo partito.

Qual è la minaccia per gli Stati Uniti se i repubblicani o Trump tornano alla Casa Bianca nelle prossime elezioni presidenziali?

Prima di tutto, c'è un'alta probabilità che i repubblicani riprendano una o forse entrambe le camere del Congresso e quindi blocchino Biden. Questo farà sì che la probabilità di estromissione di Biden continui a crescere. Se non Trump, allora forse qualcuno con le sue stesse inclinazioni, in quantità ancora più concentrata.

Penso che siamo stati comunque fortunati con Trump in quanto, narcisista com'era, ha avuto a che fare solo con se stesso. Ma ci sono altri repubblicani che seguirebbero la sua politica «America First» in modo molto più coerente.

Che possibilità ha Joe Biden di guadagnare punti con gli elettori da qui alle elezioni di midterm a novembre?

Deve essere fortunato e sperare che l'economia non scivoli ancora di più. Ha bisogno di fortuna: che questa situazione economica precaria non porti ad un disastro. Abbiamo il problema che la Federal Reserve ha ignorato l'inflazione per molto tempo. In realtà, avrebbe dovuto rallentare molto prima, stampando meno denaro o aumentando i tassi d'interesse. Quelli che non agiscono ora stanno andando a sbattere contro un muro, e a tutta velocità.