USA-Brasile Lula da Biden, non chiede di estradare Bolsonaro

SDA

10.2.2023 - 21:13

Il presidente del Brasile  Luiz Inacio Lula da Silva (foto d'archivio)
Il presidente del Brasile Luiz Inacio Lula da Silva (foto d'archivio)
Keystone

Anche gli Usa sono pronti ad entrare per la prima volta nel fondo contro la deforestazione dell'Amazzonia: è il risultato più tangibile della visita Luiz Inácio Lula da Silva alla Casa Bianca.

Una visita che rafforza la legittimità del presidente brasiliano dopo le violente contestazioni della sua rielezione e rilancia i rapporti tra le due più grandi democrazie del continente dopo le tensioni col suo predecessore Jair Bolsonaro, la cui ombra aleggia in Florida, dove si è rifugiato negli ultimi giorni della sua presidenza chiedendo recentemente un visto turistico di sei mesi.

«È un falso emulo di Donald Trump e non ha alcuna chance di tornare alla presidenza», lo ha attaccato Lula in una intervista alla Cnn prima di entrare nello studio Ovale, assicurando però che non chiederà l'estradizione perché spetta alla magistratura brasiliana decidere.

Primo contributo degli USA all'«Amazon Fund»

Gli Stati Uniti versano quindi il loro primo contributo all''Amazon Fund' creato nel 2008 per difendere la più grande foresta tropicale del mondo, un polmone essenziale per tenere sotto controllo il clima del pianeta. Pochi però finora i donatori, in primis Norvegia e Germania.

Lula ha deciso di rilanciare il fondo che il suo predecessore – noto scettico sul climate change – aveva congelato e di accelerare la lotta contro la deforestazione, progredita del 60% in ciascun anno della presidenza Bolsonaro.

Nel suo primo mese alla guida del Brasile, il disboscamento è già calato del 61% rispetto al gennaio del 2022, il mese peggiore degli ultimi otto anni, ed è rimasto sotto la media storica dal 2016 di 196 km quadrati al mese, secondo le immagini satellitari dell'agenzia governativa per le ricerche spaziali (Inpe).

Lula vuole proteggere l'Amazzonia

Lula ha promesso una deforestazione zero da qui al 2030. Lo stesso Joe Biden durante la sua campagna presidenziale nel 2020 aveva proposto di lavorare con i partner internazionali per creare un fondo da 20 miliardi a favore dell'Amazzonia. In agenda non solo i temi legati al clima e all'ambiente, centrali nei programmi di entrambi i presidenti.

Tra i dossier caldi e 'dissonanti', il conflitto in Ucraina, per il quale Lula propone la mediazione di un gruppo di Paesi equidistanti come il Brasile, che ha condannato l'invasione russa all'Onu ma non ha applicato sanzioni né fornito armi.

«L'Unione europea, anche senza volerlo, è coinvolta nella guerra, è necessario che nessuno ne esca sconfitto, l'umanità vince con la pace», aveva spiegato pochi giorni fa ad una tv brasiliana Lula, che vuole mantenere rapporti equilibrati con Russia e Cina, suoi partner nel gruppo dei Brics.

L'assalto al Parlamento, un elemento in comune 

Piena sintonia invece sulla difesa della democrazia contro le derive sovraniste e i rischi di golpe. Un terreno che accomuna i due presidenti, la cui elezione è stata minacciata dall'assalto ai rispettivi parlamenti sull'onda delle false accuse di brogli da parte di Donald Trump e di Bolsonaro, un ammiratore del tycoon, tanto da essere ribattezzato il 'Trump dei Tropici'.

Conoscendo bene il pericolo per averlo vissuto due anni prima, Biden – come ha svelato una fonte della Casa Bianca – «telefonò di propria iniziativa, e non su suggerimento dei suoi consiglieri, al presidente brasiliano quando, l'8 gennaio scorso, le istituzioni a Brasilia furono attaccate dai supporter di Bolsonaro».

Quest'ultimo ha chiesto un visto turistico di sei mesi in Florida ma un gruppo di parlamentari democratici ha chiesto a Biden di espellerlo per non dare riparo ad un leader autoritario o addirittura ad un golpista, come lo ha definito Lula.