Più isolato e paranoico L'esperta di Russia: «L'élite di Mosca parla di Putin in un modo mai sentito prima»

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24.2.2023

Il presidente russo Vladimir Putin il 23 febbraio.
Il presidente russo Vladimir Putin il 23 febbraio.
KEYSTONE/Mikhail Metzel, Sputnik, Kremlin Pool Photo via AP

Quasi nessuno conosce l'élite russa come Catherine Belton. Chi ascolta ancora il leader del Cremlino? Potrebbe esserci un colpo di Stato? Ecco le considerazioni della giornalista britannica.

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Da quando ha scritto il suo bestseller «Putin's Network», la giornalista britannica Catherine Belton è considerata un'esperta sul presidente russo e sulla sua cerchia, composta da oligarchi, agenti dei servizi segreti e mafiosi.

Nonostante le sue conoscenze approfondite, Belton è rimasta sorpresa dall'invasione russa del 24 febbraio 2022, come racconta al tedesco «Der Spiegel». Nemmeno le sue fonti all'interno dell'élite moscovita se lo aspettavano. Credevano che Putin sarebbe rimasto pragmatico, che avrebbe riconosciuto l'indipendenza di Donetsk e Lugansk, che forse avrebbe inviato delle truppe. Ma niente di più.

Un crescente isolamento

Nel corso dell'anno di guerra, Putin si è isolato sempre di più, osserva Belton. Il leader del Cremlino permette solo a poche persone di avvicinarsi a lui. Parla molto con Nikolai Patrushev, il capo del Consiglio di Sicurezza. È lui che praticamente dice a Putin cosa fare. È stato sempre lui ha consigliargli di attaccare, in quanto gli Stati Uniti stavano - a suo parere - usando l'Ucraina come mezzo per indebolire la Russia.

Un'altra voce importante per Putin, oltre a Patrushev, è quella di Yuri Kovalchuk. Il banchiere è strettamente legato al KGB e conosce Putin dai tempi in cui lavorava a San Pietroburgo.

Putin è convinto che gli USA vogliano minare il suo Governo

Secondo la giornalista, la visione del mondo di Putin è diventata più paranoica. Lui e la sua cerchia ristretta sembrano convinti che gli Stati Uniti vogliano minare con ogni mezzo l'attuale presidenza.

Putin ritiene che solo una vittoria in Ucraina potrà ripristinare lo status di Mosca sulla scena mondiale. Belton è convinta che il leader del Cremlino sia disposto a sacrificare tutte le conquiste degli ultimi 20 anni per riuscire a ottenere questo territorio.

Critiche appena percettibili

Sebbene la guerra abbia già fatto centinaia di migliaia di morti e feriti e le sanzioni contro la Russia stiano facendo male alla popolazione, sono ancora poche le persone che si ribellano.

Questo perché la maggior parte dei russi è depressa e troppo spaventata per fare qualcosa. Ad esempio, se si chiama il conflitto «guerra» si rischiano fino a 15 anni in un campo di prigionia.

La guerra sta erodendo i decenni di lavoro dell'élite di Mosca, oltre che la sua ricchezza e influenza. Quindi questa sta discutendo di un possibile sostituto di Putin. Belton lo sottolinea: «I miei informatori stanno parlando del loro presidente in un modo che non ho mai sentito prima».

Potenziale per una guerra eterna

Secondo la giornalista, tuttavia, un cambiamento ai vertici del Cremlino richiederà molto tempo, perché finché ci sarà una possibilità di vittoria nessuno agirà contro Putin. Per Belton, il conflitto ha il potenziale per degenerare in una guerra eterna.

Il presidente russo può essere rimasto sorpreso dall'unità dell'Occidente nel primo anno di guerra, ma secondo Belton probabilmente sta ipotizzando che prima o poi perderà interesse: «È convinto che l'Occidente sia ‹grasso e pigro›».

Per Belton questo rende ancora più importante continuare a fornire tecnologia e armi all'Ucraina, in modo che le possibilità di una vittoria russa rimangano le più basse possibili. Altrimenti Putin non si fermerà.