Stretta sui migranti La Germania rimpatria 28 afghani dopo l'attentato a Solingen

SDA

30.8.2024 - 20:43

«Si tratta di cittadini afghani, condannati per reati penali, e che non avevano il diritto di restare nella Repubblica federale», la spiegazione del portavoce del cancelliere, Steffen Hebestreit. «Abbiamo dato il segnale più chiaro possibile», la conclusione di di Olaf Scholz poche ore dopo a Chemnitz.
«Si tratta di cittadini afghani, condannati per reati penali, e che non avevano il diritto di restare nella Repubblica federale», la spiegazione del portavoce del cancelliere, Steffen Hebestreit. «Abbiamo dato il segnale più chiaro possibile», la conclusione di di Olaf Scholz poche ore dopo a Chemnitz.
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Sono passati sette giorni dall'attentato di Solingen e la reazione del governo di Olaf Scholz è un aereo carico di rifugiati che decolla da Lipsia in direzione Kabul. È la prima volta che la Germania espelle afghani da quando i talebani hanno ripreso il potere nel Paese, instaurando un regime con il quale Berlino non ha rapporti diplomatici.

La partenza è avvenuta di primo mattino, alle 6.56, su una charter della Qatar Airways. E la sorte dei 28 passeggeri, tutti uomini, è stata subito riferita dallo Spiegel.

«Si tratta di cittadini afghani, condannati per reati penali, e che non avevano il diritto di restare nella Repubblica federale», la spiegazione del portavoce di Scholz, Steffen Hebestreit. «Abbiamo dato il segnale più chiaro possibile», la conclusione del cancelliere poche ore dopo a Chemnitz.

«Un'azione efficace, una pianificazione cauta, non troppe parole, e fare in modo che le cose funzionino. Questo è il mio principio, il nostro principio», ha scandito Scholz in una comizio tempestato da fischi e proteste dei manifestanti di estrema destra.

Una mossa elettorale?

In cancelleria si guarda al voto di domenica in Sassonia e Turingia, dove l'ultradestra avanza in modo inquietante e i partiti di governo rischiano una sconfitta umiliante. E dunque ogni mossa dell'esecutivo in questi giorni va letta innanzitutto in questa chiave.

Verdi e Liberali sono in bilico in entrambi i Laender, i socialdemocratici risultano insignificanti, mentre l'Afd (Alternative für Deutschland) supera il 30% dei consensi, in entrambe le regioni.

In una situazione del genere, il clima già teso per queste elezioni nell'est del Paese è stato ulteriormente compromesso dalla mano del siriano di 26 anni che ha insanguinato la «festa della diversità» con cui si celebravano i 650 anni della città del Nordreno-Wesfalia, venerdì scorso, lasciando a terra tre vittime e otto feriti.

Un delirante post di Bjoern Hoecke, il leader di estrema destra in testa ai sondaggi a Erfurt, invitava appena qualche ora dopo i tedeschi a «liberarsi», «proteggere i figli» e «mandare nel deserto» i partiti mainstream per far finalmente «svoltare» la Germania.

Una stretta sui migranti

E gli altri? Non potevano certo stare a guardare. Così Friedrich Merz, il leader della Cdu, aspirante e probabile futuro cancelliere, ha chiesto un vertice con Scholz e ha offerto la collaborazione dei cristiano-democratici per approvare misure dure, subito. Sul tavolo, innanzitutto la richiesta dello stop agli ingressi di siriani e afghani.

La risposta del Kanzler non si è fatta attendere: riunito l'esecutivo, e invitati i Laender a consultazione, Scholz ha fatto annunciare una stretta sui migranti, con espulsioni più rapide per i soggetti ritenuti pericolosi e il veto dei coltelli alle feste popolari come sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Oggi la seconda mossa, con i primi 28 afghani platealmente espulsi.

Il vero epilogo si aspetta alle urne

Ma il vero epilogo si aspetta alle urne. I sondaggi mostrano che in Sassonia i giochi sono ancora aperti: la Cdu è in testa con il 33%, Afd è data al 31%, il partito rosso-bruno di Sahra Wagneknecht (che giovedì sera è stata spruzzata con un liquido rosso durante un evento elettorale), agli esordi alle amministrative, ha già un 12% di consensi. Mentre Verdi e Spd sarebbero rispettivamente al 6 e al 7%. La sinistra della Linke agonizzante al 3%.

È però sulla Turingia che sono puntati gli occhi di tutti: a causa dell'estremista Hoecke, l'ex professore di storia condannato per gli slogan nazisti impiegati nei comizi da ben due tribunali, trascina Afd addirittura in testa col 30%.

La Cdu segue al 22%, Bsw è già terza al 17% mentre la Linke del governatore Bodo Ramelow perde colpi ma resiste comunque sulla scena con un 14%. I socialdemocratici languono al 7%, i Verdi e i liberali rischiano di restar fuori.

In un panorama politico così frammentato, la vera difficoltà saranno le coalizioni: l'ultradestra resta politicamente isolata, ma non si possono escludere colpi di scena nell'est.

SDA