VerticeXi ai BRICS: «Una conferenza internazionale per la pace a Gaza»
SDA
21.11.2023 - 20:07
Subito una «tregua umanitaria e duratura», poi l'avvio di «colloqui diretti» per la costituzione di una Palestina «sovrana e indipendente», dove «troppo a lungo» sono stati ignorati i diritti e le aspirazioni del popolo palestinese.
21.11.2023, 20:07
SDA
Il vertice straordinario dei Brics, convocato in videoconferenza dal presidente di turno sudafricano Cyril Ramaphosa sulla situazione a Gaza, ha indicato i passi necessari per trovare una «soluzione urgente» alla guerra, smorzare l'escalation in Medio Oriente – evitando che il conflitto tra Israele e Hamas si allarghi nella regione – e proteggere le popolazioni civili, sia palestinesi che israeliane.
Per raggiungere questi obiettivi con «un consesso internazionale», il presidente cinese Xi Jinping ha proposto che venga organizzata «al più presto una conferenza internazionale di pace».
«Non ci possono essere pace e sicurezza durature in Medio Oriente senza una giusta soluzione alla questione della Palestina», ha sottolineato Xi, facendo eco a diversi suoi colleghi del formato Brics che oltre a Cina e Sudafrica comprende anche Russia, Brasile e India.
Totalmente contrari alla deportazione dei palestinesi
Nel loro comunicato finale, i leader hanno inoltre espresso la totale contrarietà alla deportazione forzata dei palestinesi, sia «collettiva» che «individuale» dai loro territori. Dopo che Israele ha ventilato l'ipotesi di voler controllare Gaza anche dopo la fine dell'attuale conflitto con la sconfitta di Hamas, il timore della comunità internazionale è infatti che il reale obiettivo sia quello di cacciare i palestinesi dall'intera Striscia.
Un'ipotesi alla quale, per primo, il confinante Egitto (invitato al vertice online insieme anche ai leader di Arabia Saudita, Argentina, Etiopia, Iran ed Emirati che entreranno a far parte del formato dal 2024) si oppone con forza, considerandola «una chiara minaccia alla sicurezza egiziana».
«L'Egitto non esiterà a utilizzare tutte le misure per garantire la protezione dei suoi confini», ha fatto sapere anche il premier egiziano Mustafa Madbulya in una seduta del parlamento al Cairo.
Ramaphosa accusa Israele di «crimini di guerra» e «genocidio»
Aprendo il vertice, Ramaphosa, padrone di casa, ha attaccato duramente Israele accusandolo di commettere «crimini di guerra» e «genocidio» a danno dei palestinesi.
A Gaza è in atto una «catastrofe umanitaria» che desta «profonda preoccupazione», ha dichiarato Vladimir Putin, esortando anche lui la comunità internazionale a coordinare gli sforzi per arrivare a un cessate il fuoco e a una soluzione politica al conflitto, mentre il brasiliano Lula ha spiegato come «l'attuale guerra derivi anche da decenni di frustrazione e ingiustizia, rappresentata dall'assenza di una casa sicura per il popolo palestinese».
Per voce del principe ereditario Mohammed bin Salman, l'Arabia Saudita – che prima del 7 ottobre stava per normalizzare le sue relazioni con Israele sulla scia degli Accordi di Abramo – ha invece chiesto «a tutti i Paesi di fermare l'esportazione di armi» verso lo Stato ebraico, nonché «l'immediata sospensione delle operazioni militari e l'apertura di corridoi umanitari per aiutare i civili nella Striscia».
Richiesto il rilascio immediato degli ostaggi
Ancora più duro l'Iran, storico e acerrimo nemico, che ha esortato a rompere le relazioni con Israele e a riconoscerlo «come regime terrorista»: «Il regime sionista, insieme agli Stati Uniti in quanto suoi sostenitori, dovrebbe essere processato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità e l'uccisione di bambini», ha attaccato il presidente Ebrahim Raisi.
Nella preoccupazione per la sorte dei civili coinvolti nel conflitto c'è però spazio, nel documento finale, anche per gli ostaggi finiti nelle mani di Hamas: i Brics ne chiedono – nelle ore in cui sembra avvicinarsi un accordo mediato dal Qatar – il rilascio immediato e senza condizioni.