Ucciso il no. 3 di Hezbollah? In Libano è guerra, raid di Israele anche a Beirut, oltre 270 i morti

SDA

23.9.2024 - 20:26

Bombardamenti israeliani nel sud del Libano
Bombardamenti israeliani nel sud del Libano
Keystone

La temuta escalation sul fronte nord di Israele è arrivata. L'Idf ha aumentato la pressione su Hezbollah colpendo almeno «1.100 obiettivi» tra la valle della Bekaa e il sud del Libano e uccidendo 356 persone, tra cui 24 bambini.

Lo Stato ebraico ha condotto anche un nuovo «raid mirato» sulla periferia sud di Beirut, il quarto dall'inizio della parallela guerra a Gaza e il secondo in appena tre giorni: questa volta l'obiettivo era Ali Karaki, comandante del fronte meridionale – appena nominato – e numero 3 di Hezbollah, la cui sorte non è ancora chiara.

Hezbollah ha annunciato in serata che Karaki, che secondo alcuni report sarebbe rimasto ucciso nel raid israeliano, sta «bene» e si trova in un «luogo sicuro».

Dal canto loro, i miliziani filoiraniani hanno lanciato sul nord di Israele circa 180 razzi, alcuni dei quali a lungo raggio arrivati fino in Cisgiordania, a oltre 100 km dal confine libanese, caduti anche su villaggi palestinesi.

Per tutto il giorno le sirene hanno risuonato ad Haifa e dintorni, dove le scuole rimarranno chiuse almeno nella giornata di domani.

«Non aspettiamo la minaccia, la preveniamo»

In un inedito video messaggio ai cittadini libanesi, il premier Benyamin Netanyahu ha esortato la popolazione civile ad «allontanarsi dalle zone degli attacchi»: «Questa guerra non è contro di voi ma contro Hezbollah», ha assicurato, mentre i media internazionali già mostravano le immagini di lunghe file di auto e centinaia di famiglia in fuga dalle aree colpite.

Poco prima, dal bunker di Kirya, il quartier generale della Difesa a Tel Aviv, aveva avvertito: «Non aspettiamo la minaccia, la preveniamo».

L'obiettivo dichiarato di Israele è eliminare le basi di lancio, le infrastrutture e le scorte di razzi e missili di Hezbollah, riducendo gli attacchi dal Libano e consentire il ritorno degli sfollati nel nord del Paese.

Libano: «Sforzi internazionali per fare pressione su Israele»

Ma per il premier libanese Najib Mikati quella di Israele è «una guerra di sterminio» contro il suo popolo.

Secondo il ministero della Sanità di Beirut, oltre alle centinaia di vittime, in meno di una settimana si contano circa 5.000 feriti dagli attacchi israeliani, comprese le esplosioni simultanee dei dispositivi wireless in dotazione ai miliziani.

«Stiamo lavorando per fermare la nuova guerra israeliana ed evitare il più possibile di cadere nell'ignoto», ha detto Mikati, invocando «sforzi internazionali collettivi per fare pressione su Israele».

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