RussiaIl team di Navalny chiama alla protesta, Orlov condannato
SDA
27.2.2024 - 20:45
Tutti alle urne alle 12.00 in punto, non importa per chi si vota: è questa la forma di protesta alla quale il team di Alexei Navalny chiama i russi per il 17 marzo, ultimo giorno delle presidenziali alle quali Vladimir Putin si presenta per ottenere un quinto mandato.
27.02.2024, 20:45
27.02.2024, 21:21
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Un'iniziativa che lo stesso oppositore, morto in carcere il 16 febbraio, aveva lanciato. Ma intanto famiglia e collaboratori fanno sapere di non riuscire a trovare in tutta Mosca nemmeno una sala per dare l'addio pubblico al dissidente. E in serata media dell'opposizione hanno riferito del fermo nella capitale dell'avvocato della famiglia, poi rilasciato.
Una Corte moscovita ha invece condannato a due anni e mezzo di reclusione lo storico dissidente Oleg Orlov, già copresidente della fondazione Memorial alla quale è stato assegnato il Premio Nobel per la pace nel 2022. L'accusa di cui è stato giudicato colpevole è «discredito» delle forze armate, per le sue critiche alla cosiddetta «operazione militare speciale» in Ucraina. L'Unione europea è «scioccata» per la decisione dei giudici, ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera comune, Josep Borrell, per il quale Orlov «non ha commesso alcun crimine». Borrell è inoltre tornato a chiedere a Mosca «il rilascio immediato e incondizionato» di tutti i prigionieri politici.
Il funerale resta un'incognita
Quando sono passati ormai tre giorni dalla consegna alla madre del corpo di Navalny, deceduto nella colonia artica IK-3, nulla si sa ancora sui funerali. La famiglia aveva detto che gli investigatori avevano fatto pressioni perché la cerimonia si svolgesse in forma privata, ma la madre, Lyudmila, aveva rifiutato. L'avvocato di Navalny, Vasily Dubkov, che l'aveva accompagnata nella regione artica per ottenere la restituzione della salma, sarebbe stato fermato per un reato amministrativo, cioè violazione dell'ordine pubblico. A scriverlo, citando fonti non precisate, sono stati i siti di Novaya Gazeta Europa, Sota e dell'ong Ovd-Info. Gli stessi che poi hanno riferito del rilascio del legale.
I collaboratori dell'ex nemico numero 1 di Putin hanno lanciato un appello per trovare uno spazio per tenere una commemorazione pubblica, ma a distanza di 24 ore la ricerca si è rivelata infruttuosa. «Abbiamo chiamato la maggior parte delle agenzie funebri private e pubbliche, dei siti commerciali e delle sale funebri – ha scritto la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh su X -. Ma da qualche parte dicono che la stanza è occupata. Da qualche parte si rifiutano di menzionare il nome Navalny. In un posto ci è stato detto direttamente che alle agenzie funebri era vietato lavorare con noi».
«Mezzogiorno contro Putin»
Il capo dello staff di Navalny, Leonid Volkov, ha comunque chiamato i russi ad aderire a un'iniziativa di protesta mascherata che lui stesso aveva proposto: il cosiddetto «mezzogiorno contro Putin». Si tratterebbe di recarsi tutti ai seggi a quell'ora dell'ultima giornata della consultazione elettorale.
«Guardate – ha detto Volkov in un video postato sul suo account X – noi abbiamo un testamento diretto, il suo ultimo post politico. È un meeting funebre, una messa funebre civile se volete, un evento in sua memoria». Non importa per chi intendono votare gli elettori, ha ribadito Volkov, affermando che «l'importante è venire, così le persone esaudiranno l'ultima volontà di Navalny». «Continueremo a lavorare per vincere al piu presto ed impiegheremo ogni mezzo per continuare la protesta politica in Russia», ha assicurato Volkov.
Monito del Cremlino
Da parte sua, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha messo in guardia i cittadini dal partecipare a manifestazioni nelle piazze rispondendo a quelli che ha definito gli appelli «provocatori» dei sostenitori di Navalny e ha sottolineato che vi saranno «conseguenze legali» per «coloro che in qualche modo reagiscono a queste chiamate».
Una fonte russa citata dall'agenzia Reuters ha riferito nel frattempo che Navalny – e con lui la moglie Yulia – si era detto d'accordo ad essere liberato dalle carceri russe, insieme a due cittadini americani, in cambio del rilascio in Germania di Vadim Krasikov, presunto agente dei servizi di sicurezza russi condannato all'ergastolo per l'uccisione in un parco di Berlino di un ex miliziano separatista ceceno.
Un'operazione di cui aveva parlato Maria Pevchikh, dirigente della Fondazione Anticorruzione di Navalny, secondo la quale l'accordo era stato concluso il 15 febbraio, un giorno prima della morte. «Non ne so nulla, non ho alcuna informazione al riguardo», ha commentato invece Peskov quando un giornalista gli ha chiesto una conferma dell'accordo.