Grecia In migliaia in piazza ad Atene per chiedere giustizia per la strage ferroviaria di Tebi

SDA

26.1.2025 - 14:41

Secondo la polizia almeno 30'000 persone si sono riversate in Piazza Syntagma, sede del parlamento ellenico nel centro di Atene.
Secondo la polizia almeno 30'000 persone si sono riversate in Piazza Syntagma, sede del parlamento ellenico nel centro di Atene.
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Migliaia di persone stanno manifestando in tutta la Grecia per chiedere giustizia per le 57 vittime dell'incidente ferroviario di Tebi, avvenuto il 28 febbraio del 2023 nei pressi della città di Larissa.

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Secondo le stime della polizia greca, almeno 30'000 persone si sono riversate in Piazza Syntagma, sede del parlamento ellenico nel centro di Atene, riporta l'emittente pubblica ERT. I manifestanti espongono cartelli in ricordo dei passeggeri, molti delle quali giovani, che persero la vita nello scontro frontale tra due treni. Uno striscione recita «il vostro profitto, il nostro sangue».

Analoghe manifestazioni si stanno tenendo a Salonicco – cui partecipano 16'000 persone, secondo le stime della polizia – e nelle principali città greche: in tutto, stando a «Kathimerini», 97 città greche stanno ospitando la protesta dei cittadini e movimenti studenteschi. Proteste sono state organizzate anche dalle comunità elleniche in alcune città estere.

Ad Atene, al termine della protesta, ci sono stati momenti di tensione tra alcuni manifestanti che hanno lanciato molotov contro gli agenti in tenuta antisommossa, che hanno fatto uso di granate stordenti.

La manifestazione è stata indetta dal Comitato dei familiari delle vittime dell'incidente, dopo che alcuni media ellenici, come il giornale d'inchiesta «Documento», hanno pubblicato nelle ultime settimane una registrazione di alcune chiamate dei passeggeri del treno per chiedere aiuto subito dopo l'incidente.

Nel documento audio, incluso nello studio del consulente tecnico nominato dai parenti delle vittime per fare luce sulle cause della tragedia, si sente una persona dire «non ho ossigeno», alludendo all'incendio che era scoppiato nel vagone. Quella frase è lo slogan delle proteste odierne.

Come scrive «Documento», secondo i familiari delle vittime, l'audio sarebbe la prova che c'erano persone vive dopo l'incidente, che sarebbero morte per l'incendio scoppiato subito dopo perché il vagone merci avrebbe trasportato un carico con materiale chimico non dichiarato. I familiari delle vittime chiedono per questo che venga fatta piena chiarezza sulle dinamiche dell'incidente.