Elezioni parlamentari Georgia al bivio, è battaglia tra i filorussi e gli europeisti

SDA

25.10.2024 - 20:43

Bidzina Ivanishvili, fondatore del partito al potere in Georgia ed ex primo ministro dal 2012 al 2013, interviene a una manifestazione pre-elettorale per il partito Sogno Georgiano a Tbilisi.
Bidzina Ivanishvili, fondatore del partito al potere in Georgia ed ex primo ministro dal 2012 al 2013, interviene a una manifestazione pre-elettorale per il partito Sogno Georgiano a Tbilisi.
KEYSTONE

Bidzina Ivanishvili guarda Tbilisi dall'alto. Dalla sua enorme villa di vetro e cemento che, da un'altura, sovrasta il centro storico della capitale, solitamente tappezzato di bandiere blu-stellate disegnate sui muri.

È lui, l'uomo più ricco e potente della Georgia. Il filo conduttore che ha legato il Paese alla Russia. Il «Conte di Montecristo» – come è soprannominato – che ha mosso la politica locale con levantina maestria e risorse infinite, accumulate in Russia nell'era delle privatizzazioni.

Sabato il partito da lui fondato, Sogno Georgiano, dovrà affrontare la sua sfida più difficile: confrontarsi con una popolazione che, a suon di manifestazioni, chiede un rapido avvicinamento all'Ue e uno stop immediato alla deriva anti-democratica che il governo ha imboccato negli ultimi mesi.

Le elezioni parlamentari che la Georgia si prepara a vivere sono uno spartiacque che potrebbe diventare drammatico. Molto dipenderà da quanto prenderà Sogno Georgiano – che esprime il primo ministro Irakli Kobakhidze – e dalle possibili, consequenziali, accuse di frode elettorali.

Tbilisi vive in bilico tra gli europeisti e i filorussi

Il fatto che in Georgia si voti solo una settimana dopo il referendum che, per un soffio, ha visto vincere gli europeisti in Moldavia, non riduce la tensione.

Tbilisi, negli ultimi mesi, sembra vivere una strana schizofrenia, in bilico tra una popolazione giovane, dinamica, all'avanguardia, smaccatamente anti-russa e filo-Ue e un governo che con Mosca non ha mai voluto e potuto allentare i rapporti.

La Russia, di fatto, è ancora lì, e a un tiro di schioppo dalla capitale è il dominus delle regioni autonome dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia, che Mosca invase nell'agosto del 2008, pochi mesi dopo quel vertice Nato di Bucarest in cui, per la prima volta, l'Occidente ipotizzò l'ingresso nell'Alleanza Atlantica dell'Ucraina e della Georgia governata da Mikheil Saakashvili, l'eroe della rivoluzione delle Rose.

Il Paese sempre più lontano dagli standard occidentali

Ma non c'è stata solo l'ombra di Mosca ad animare le piazze di Tbilisi negli ultimi mesi. Il governo ha infatti messo in campo una serie di norme che hanno allontanato il Paese dagli standard occidentali e dall'Europa.

Nel marzo scorso è stata approvata la cosiddetta legge contro gli agenti stranieri che prevede che i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall'estero debbano registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di una potenza straniera».

Poche settimane fa, invece, è entrata in vigore la legge che mette al bando la propaganda Lgbt, forgiata sul modello di quella esistente in Russia. Le proteste di piazza, in entrambi i casi, sono state veementi.

E in entrambi i casi – il primo, soprattutto – ad opporsi alle due norme volute da Sogno Georgiano è stata la presidente della Repubblica Salomé Zourabichvili: cittadina franco-georgiana, stretta alleata di Ursula von der Leyen, Zourabichvili da tempo è in rotta con il governo e ultimo baluardo, agli apici del potere, delle istanze europeiste.

I sondaggi danno in testa Sogno Georgiano

È in questo contesto che la Georgia andrà al voto. Un contesto che l'International Society for Fair Elections and Democracy (Isfed) descrive «danneggiato da numerosi controlli e processi giudiziari» nei confronti dei cittadini, e con un panorama mediatico «fortemente polarizzato».

«La manipolazione dei dati e la disinformazione pro-Russia sono diventate significativamente attive», osserva ancora l'Isfed. Dall'altra il Cremlino ha denunciato «tentativi senza precedenti» di interferire nelle elezioni da parte dell'Occidente.

Gli ultimi sondaggi danno in testa Sogno Georgiano al 34%, anche perché l'opposizione è divisa in quattro partiti. Ma, nel suo insieme, sarebbe in vantaggio. Il partito di governo negli ultimi tempi ha perso consensi.

Bidzina, ex primo ministro nel 2012 ma soprattutto a capo di una fortuna (circa 5,5 miliardi di euro) che supera il bilancio di tutto il Paese, ci ha messo i soldi, come sempre. Questa volta potrebbero non bastare.

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