Dopo il voto di sfiduciaIl premier francese Barnier ha rassegnato le dimissioni
SDA
5.12.2024 - 12:37
Il premier francese uscente, Michel Barnier, ha rassegnato le dimissioni del suo governo al presidente Emmanuel Macron.
Keystone-SDA
05.12.2024, 12:37
05.12.2024, 12:44
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È stato accompagnato all'uscita dell'Eliseo (il palazzo presidenziale) dallo stesso Macron, con cui ha avuto un colloquio di circa un'ora.
Il premier francese è stato sfiduciato ieri sera dalla maggioranza dei deputati dell'Assemblée nationale (il ramo più importante del sistema bicamerale dell'Esagono).
Macron, che vuole risolvere al più presto la crisi e nominare un successore, parlerà ai francesi questa sera in diretta televisiva alle 20.00.
Barnier, 73 anni, ex commissario europeo negoziatore durante la Brexit, è stato sfiduciato da un'ampia maggioranza di 331 deputati ed ha il record di governo dalla vita più breve durante la Quinta repubblica, appena tre mesi.
Un nuovo primo ministro entro questa sera?
Dall'entourage di Macron trapela che le intenzioni dell'Eliseo sono di nominare un nuovo primo ministro forse già prima di stasera. La France Insoumise (LFI, sinistra radicale) di Jean-Luc Mélenchon, dopo aver ottenuto la maggioranza con la sua mozione, votata anche dal Rassemblement National (Rn, di estrema destra) di Marine Le Pen, è tornata ad insistere sulla sua richiesta di dimissioni di Macron e presidenziali anticipate.
Le Pen non ha fatto formalmente la stessa richiesta dopo la sfiducia, ma ha assicurato che lei e il suo partito «lasceranno lavorare» il futuro premier per «costruire insieme» una manovra finanziaria «accettabile per tutti».
L'esponente del partito Jean-Philippe Tanguy tuttavia stamani, intervistato dall'emittente radiofonica commerciale francese RTL, ha detto che anche il prossimo governo verrà sfiduciato se non rispetterà le linee rosse indicate da Rn.
Un nome da massimo di «non sfiducia»
Per Macron, è il ritorno alle settimane di rompicapo su un nome che possa ottenere il massimo di «non sfiducia» fra i deputati. Un obiettivo rilanciato ieri sera durante il suo discorso in aula dall'ex premier Gabriel Attal, capogruppo in parlamento dei macroniani, il quale ha proposto un accordo di «non sfiducia» con i socialisti per cercare di evitare un nuovo premier «sotto tutela» dell'estrema destra.
Fra i nomi più gettonati delle ultime ore, sempre quello del presidente dei centristi del Mouvement Démocrate (MoDem), François Bayrou, del ministro della difesa, Sébastien Lecornu, che ha buoni rapporti con Le Pen, e dell'ex premier socialista Bernard Cazeneuve.
Si aggiungono, secondo alcune fonti, le candidature di Xavier Bertrand e François Baroin, entrambi di Les Républicains (LR, centro-destra), oltre che del ministro dell'interno Bruno Retailleau.