Oro per il Cremlino Ecco come il Gruppo Wagner combatte per gli obiettivi di Putin in Sudan

uri / pab

22.4.2023

Un civile regge un proiettile di fronte a una finestra danneggiata di un edificio residenziale durante la guerra in corso tra l'esercito sudanese e i paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf) a Khartoum, in Sudan, il 18 aprile 2023. Il 15 aprile è scoppiata una lotta per il potere tra l'esercito sudanese guidato dal capo dell'esercito, il generale Abdel Fattah al-Burhan, e i paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf) guidati dal generale Mohamed Hamdan Dagalo.
Un civile regge un proiettile di fronte a una finestra danneggiata di un edificio residenziale durante la guerra in corso tra l'esercito sudanese e i paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf) a Khartoum, in Sudan, il 18 aprile 2023. Il 15 aprile è scoppiata una lotta per il potere tra l'esercito sudanese guidato dal capo dell'esercito, il generale Abdel Fattah al-Burhan, e i paramilitari delle Forze di sostegno rapido (Rsf) guidati dal generale Mohamed Hamdan Dagalo.
KEYSTONE

In Sudan infuria una sanguinosa lotta di potere tra due generali. Pure il famigerato gruppo di mercenari russi Wagner è coinvolto da tempo. Persegue una propria agenda, che ha come obiettivo non ultimo quello di portare oro nelle casse del Cremlino.

uri / pab

Hai fretta? blue News riassume per te:

  • Da anni, i mercenari del gruppo russo Wagner si aggirano anche in Sudan, Paese in crisi.
  • I mercenari sono interessati ai giacimenti d'oro che vengono utilizzati per finanziare la guerra di aggressione russa in Ucraina.
  • Il conflitto in Sudan non è nell'interesse di Mosca.
  • Secondo gli esperti, i russi sostengono le forze paramilitari di risposta rapida (RSF) contro il capo di Stato de facto Abdel Fattah al-Burhan.

Alla luce dei sanguinosi scontri in Sudan che si protraggono da giorni, e che hanno fatto oltre 200 morti tra i civili, si fanno sempre più forti le richieste di un cessate il fuoco. Ed effettivamente da venerdì mattina è in vigore una tregua di 72 ore, che però è poco rispettata.

Il cessate il fuoco sarebbe stato concordato per permettere almeno al personale delle delegazioni diplomatiche degli altri Paesi di lasciare il Sudan in maniera sicura. Ma fin da sabato mattina giungono da più parti annunci che i combattimenti non si sono affatto interrotti.

Infatti sul sito Sudan Tribune si può leggere: «Nonostante l'annuncio di una tregua di tre giorni per l'Eid al-Fitr», la festa di fine Ramadan, «sabato mattina a Khartoum si sono intensificati gli scontri tra l'esercito sudanese e le forze di supporto rapido», i paramilitari della Rsf.

Sabato mattina «sono state segnalate esplosioni e scontri nelle aree circostanti il Comando generale dell'esercito e il palazzo presidenziale di Khartoum. Gli scontri si sono poi estesi ai quartieri di Hillat Hamad, Khojaly e Arkaweet».

Wagner da anni nel Paese

Insomma i combattimenti tra l'esercito sotto il comando del capo di Stato de facto Abdel Fattah al-Burhan e le «Forze di risposta rapida» (Rsf) paramilitari del suo vice Mohamed Hamdan Dagalo continuano senza sosta, anche in concomitanza con la fine delle celebrazioni del Ramadan.

Nella lotta di potere tra i due generali più potenti del Paese è coinvolto, volente o nolente, il gruppo mercenario Wagner del favorito di Putin Yevgeny Prigozhin: da anni è presente sul terreno - così come in altri Paesi africani. Come ha spiegato alla SRF il giornalista e specialista del Sudan Tobias Simon, l'azienda sta perseguendo la propria agenda. 

L'esplosione della violenza nel Paese - che probabilmente Mosca non si aspettava in questa forma - «non è nell'interesse del Cremlino», sostiene Simon. Anche altri esperti, come Joseph Siegle, direttore di ricerca del think tank statunitense Africa Center for Strategic Studies, non credono «che la Russia veda un vantaggio nell'attuale lotta per il potere», come ha dichiarato a Radio Free Europe.

Wagner sostiene la RSF paramilitare

C'è un motivo: la guerra nel Paese interferisce con i piani a lungo termine di Mosca. Non da ultimo, la Russia non mostra alcuna preferenza per una delle due fazioni in Sudan e potrebbe «cooperare con entrambe le parti», come afferma Siegle.

Secondo l'esperto Simon, in Sudan il Gruppo Wagner, o meglio il Cremlino, è interessato soprattutto ai giacimenti d'oro. A causa dei numerosi gruppi in competizione, la situazione non è chiara. Al momento, però, i mercenari Wagner «lavorano principalmente con la RSF», che combatte con l'esercito regolare.

Simon non presume che i mercenari siano attivamente coinvolti nei combattimenti nel Paese. Si sa, tuttavia, che la Wagner ha sostenuto l'RSF finanziariamente e fornendo armi e addestramento. I mercenari russi forse sospettano che il capo di Stato de facto, Abdel Fattah al-Burhan, sarà sconfitto nel conflitto. Secondo Simon, Wagner «agisce sempre con l'obiettivo di consolidare la propria presenza in Sudan».

Wagner fa parte di una «rete complessa»

Gli obiettivi del Gruppo Wagner vanno ben oltre quelli di una semplice forza mercenaria.

Proprio giovedì, la Svizzera ha seguito l'esempio dell'UE e lo ha inserito nella lista delle sanzioni in quanto parte di una «complessa rete di aziende attive a livello globale».

Secondo il Dipartimento federale dell'economia (DEF), questa rete è attiva in una grande varietà di settori, come l'aviazione, la sicurezza, il commercio di materie prime, i servizi finanziari e le «attività di influenza».

Secondo Simon, numerose miniere d'oro in Sudan sono ora di proprietà di società private russe, anche se queste hanno collegamenti con il Cremlino e Wagner. Secondo l'esperto, ci sono anche prove «che l'estrazione dell'oro in Sudan contribuisce a finanziare il Cremlino e quindi la guerra di aggressione all'Ucraina».

Oltre all'oro, però, Mosca è interessata a ottenere il sostegno del Paese dell'Africa nord-orientale, ad esempio all'ONU. Quando si è trattato di condannare l'attacco russo, che ha violato il diritto internazionale, il Sudan si è sempre astenuto.