Ucraina Del Ponte: «Putin è un criminale di guerra, chiaramente»

phi

19.1.2023

Carla Del Ponte sostiene che Vladimir Putin sia «chiaramente» un «criminale di guerra».
Carla Del Ponte sostiene che Vladimir Putin sia «chiaramente» un «criminale di guerra».
archivio Keystone

Carla del Ponte si è fatta un nome come procuratrice capo per le guerre nell'ex Jugoslavia. E ora la ticinese è stata interpellata in merito al conflitto in Ucraina e non ha di certo fatto giri di parole.

phi

19.1.2023

Carla del Ponte non crede che Vladimir Putin possa sfuggire a un processo davanti a un tribunale penale internazionale: «La Corte penale internazionale (CPI) dell'Aia ha già avviato un'indagine sui crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Ucraina dall'esercito russo», ha affermato la 75enne a Swissinfo.

«Il crimine più grave di cui potrebbe essere accusato è quello di aggressione», ha detto l'avvocata. Si tratta infatti di una guerra di aggressione contro uno Stato sovrano. Ma poiché la Russia non ha firmato lo statuto che definisce questo crimine, la comunità internazionale dovrebbe «formare un tribunale speciale».

Non c'è ancora un consenso internazionale su questo punto, anche se per del Ponte il caso è chiaro: Putin è «chiaramente» un «criminale di guerra», ha dichiarato senza mezzi termini l'ex procuratrice capo dei Tribunali penali internazionali per il Ruanda e l'ex Jugoslavia. «Vedo analogie con [l'ex presidente serbo e criminale di guerra] Slobodan Milosevic».

ONU senza potere

Un tribunale speciale per il crimine di aggressione sarebbe promettente, ha detto del Ponte. «Perché questo reato è già stato provato e non richiede altre prove oltre a quelle che già abbiamo». D'altra parte, non descriverebbe la guerra come un genocidio: «Secondo il diritto internazionale, bisogna dimostrare l'intenzione e la volontà di farlo. Fornire questa prova è complesso».

A differenza della guerra in Jugoslavia, gli investigatori hanno ora il vantaggio che una delle parti in conflitto sta collaborando con la magistratura. Inoltre, grazie ai social media, le prove possono essere raccolte più facilmente. «Se verrà condotta un'indagine seria, non ci saranno più dubbi sui responsabili», ha detto Del Ponte, riferendosi alle smentite russe sulla responsabilità dell'Ucraina per le fosse comuni scoperte.

Dopo che una commissione d'inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite ha trovato prove di esecuzioni, stupri, torture e omicidi, la Procura Generale dell'Ucraina dovrà ora investigare. «La CPI dovrebbe essere in grado di indagare rapidamente».

Ma un tribunale speciale dell'ONU è difficilmente concepibile a causa del diritto di veto della Russia: l'ONU però «ha pochissimo potere nella situazione attuale», conclude del Ponte.