Guerra in Medio OrienteDecine di prigionieri a Gaza, sarebbero «sospetti terroristi»
SDA
7.12.2023 - 21:31
Decine di uomini seduti per terra su una strada, sotto il controllo dei soldati, tra gli edifici distrutti dalla guerra. In fila per tre, quasi tutti a testa bassa, in mutande. Più in là, alcuni di loro salgono su un mezzo militare, sempre guardati a vista dai militari. Mentre in un altro scatto li si vede inginocchiati, bendati e a torso nudo, in quella che sembra una cava abbandonata.
07.12.2023, 21:31
SDA
I media israeliani – che hanno diffuso le immagini, a partire da Haaretz – li hanno presentati come «combattenti di Hamas» che si sono arresi in massa all'esercito nel nord di Gaza.
Altre fonti forniscono un'altra versione. Secondo l'Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, una Ong con sede a Ginevra citata tra gli altri da al Jazeera, sarebbero civili arrestati «arbitrariamente» da Israele in due scuole affiliate alle Nazioni Unite a Beit Lahia: la Khalifa Bin Zayed e la Nuova Aleppo. Dalle immagini, sempre secondo questa Ong, si riconoscerebbe tra gli altri il giornalista Diaa Kahlout, che lavora per The New Arab, una testata del Qatar.
Arrestati «centinaia di sospetti terroristi»
In serata sono arrivate le parole del portavoce militare. L'esercito e lo Shin Bet «hanno arrestato e interrogato» nel nord della Striscia «centinaia di sospetti terroristi: molti di loro, anche nell'ultima giornata, si sono arresi e consegnati», ha detto Daniel Hagari.
«Le informazioni di intelligence che ne ricaviamo – ha aggiunto – consentono di proseguire il combattimento e di abbattere Hamas. Controlliamo chi è connesso ad Hamas e chi no, teniamo detenuti tutti e li interroghiamo».
Quel che è certo è che sul terreno l'Idf sta stringendo la morsa sia al nord – per il controllo finale della roccaforte di Jabalya – sia a sud, a Khan Yunis, altro bastione della fazione islamica dov'erano di casa Yahya Sinwar e Mohammed Def, il leader politico e quello militare di Hamas.
Salgono le vittime tra i soldati israeliani
L'asprezza delle battaglie in corso sta facendo salire le perdite tra i soldati: dall'inizio dell'operazione di terra – secondo stime dei media – il bilancio è di 89 uccisi. Solo oggi ne sono morti cinque: tra questi Gal Meir Eisenkot, 25 anni, figlio di Gadi Eisenkot, ex capo di stato maggiore dell'esercito e attuale ministro del Governo di emergenza nazionale. Mentre il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato che le vittime nella Striscia sono arrivate ad oltre 17mila, senza distinguere tra civili e miliziani.
A Khan Yunis l'esercito ha colpito decine di obiettivi, uccidendo due operativi della fazione islamica che erano spuntati da un tunnel e avevano aperto il fuoco sui soldati. Mentre a Rafah, ad un passo dal confine con l'Egitto, sono state bersagliate le postazioni da cui ieri sono stati lanciati 12 razzi contro Beer Sheva.
Hagari ha denunciato – allegando vari video – che sono stati sparati «da un posto vicino alle tende dei civili evacuati nel sud della Striscia e strutture delle Nazioni Unite» e da «zone umanitarie».
Prosegue la caccia ai capi militari di Hamas
Continua intanto la caccia ai capi militari di Hamas. L'Idf ha fatto sapere che nei giorni scorsi è stato ucciso Abdel Aziz Rantisi dell'Intelligence militare che «aveva partecipato alla programmazione dell'attacco del 7 ottobre». Insieme a lui è stato eliminato Ahmed Aiush, un altro operativo della stessa unità.
Ma l'esercito ha anche mostrato 5 ricevute – trovate a Gaza – del valore di 25mila dollari per l'acquisto di gioielli da parte di Moaz Haniyeh, figlio di Ismail, leader politico di Hamas che vive in Qatar. «Una sola – ha detto l'Idf – equivale a due anni di salario di un cittadino di Gaza».
Più aumenta la pressione nell'enclave palestinese, più cresce quella a ridosso del Libano, dove un civile israeliano è stato ucciso da un missile anti tank lanciato da Hezbollah, mentre il Partito di Dio ha ammesso la morte di tre dei loro.
Il premier Benyamin Netanyahu – che è stato chiamato dal presidente Biden per parlare di Gaza – li ha di nuovo ammoniti che se scegliessero la guerra contro Israele «trasformerebbero Beirut e il Libano meridionale in Gaza City e Khan Yunis».
Intanto, alla vigilia della festa di Hanukkah, il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha sostenuto che «la resistenza islamica finora ha risposto in modo forte agli atti di aggressione di Israele. E in linea con questa tendenza i prossimi giorni – ha minacciato – saranno davvero terribili per il regime sionista».
Nessuna novità infine per i 138 ostaggi trattenuti a Gaza: in loro ricordo al Muro del Pianto sono stati accese per Hanukkah altrettante candeline.