Mandati d'arrestoBorrell: «La decisione della CPI non è antisemita»
SDA
23.11.2024 - 13:28
«La decisione della Cpi» di emettere mandati d'arresto nei confronti del premier israeliano Benyamin Netanyahu e dell'ex ministro della Difesa Yoav Gallant «non ha nulla a che fare con l'antisemitismo», ha ribadito l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell.
Keystone-SDA
23.11.2024, 13:28
23.11.2024, 13:32
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«Voglio alzare la mia voce a sostegno della Corte penale internazionale e ricordare che le sue decisioni sono vincolanti per i Paesi Ue», è tornato a ribadire lo spagnolo intervenendo alla Conferenza della coalizione dei due Stati sul Medio Oriente a Cipro.
«Ho il diritto di criticare il governo Netanyahu»
«Non c'è niente di più crudele, più stupido, più inaccettabile dell'antisemitismo, la peggiore invenzione dell'umanità. Ma questa parola non può essere usata invano – ha sottolineato Borrell –: l'antisemitismo ci riporta ai momenti bui della nostra Storia e abbiamo la responsabilità che questo non accada di nuovo. Ma non bisogna dire che tutti sono antisemiti: io non sono antisemita, i dipendenti delle agenzie dell'Onu non sono antisemiti. Ho il diritto di criticare il governo Netanyahu perché è un governo democratico, così come hanno il diritto di criticare qualsiasi altro governo al mondo. Ma criticare il modo in cui conduce la guerra non mi rende antisemita. I migliori amici del popolo israeliano sono quelli che ricordano che c'è un limite al diritto di difesa. E questi limiti si basano sul diritto internazionale e sul rispetto della dignità umana».
Borrell invita a non usare «doppi standard»
«Abbiamo sostenuto la Corte penale internazionale quando ha deciso di emettere un mandato di arresto contro Putin: non possiamo scegliere le decisioni che ci piacciono e quelle che non ci piacciono, e dobbiamo garantire che la Cpi sia in grado di funzionare senza minacce e intimidazioni», ha osservato il capo della diplomazia Ue, invitando a non usare «doppi standard».
«Non è sempre stato facile rappresentare l'Ue di fronte a questo conflitto. I Paesi membri sono profondamente divisi: basta guardare le reazioni davanti alla decisione della Cpi», ha detto ancora Borrell, tornando a fare appello alla fine dell'impunità «per tutte le parti» coinvolte nel conflitto mediorientale.
«Se c'è impunità, non ci sarà mai giustizia. E quello che vediamo fare alla Corte penale internazionale è lavorare per porre fine all'impunità».