Guerra in Medio OrienteBlitz di Israele, liberati quattro ostaggi a Gaza
SDA
8.6.2024 - 21:47
«Il diamante è nelle nostre mani»: con questo messaggio in codice le forze speciali dell'Idf hanno confermato la liberazione di quattro ostaggi israeliani in uno dei giorni più felici per lo Stato ebraico dall'incubo in cui è precipitato lo scorso 7 ottobre.
08.06.2024, 21:47
SDA
Dopo otto mesi di prigionia sono tornati vivi da Gaza Noa Argamani (25 anni) – diventata uno dei simboli di quel sabato nero – Almog Meir (21), Andrey Kozlov (27) e Shlomi Ziv (40).
Erano stati tutti rapiti al Nova Festival, vicino al kibbutz di Beeri, ed erano tenuti in cattività da Hamas in due edifici civili nel cuore del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia.
«Non ci fermeremo finché non avremo completato la missione e riportato a casa, in un modo o l'altro, tutti i nostri rapiti», ha annunciato il premier Benyamin Netanyahu ad un Paese in festa. «Le nostre truppe hanno condotto un'operazione eroica», ha sottolineato da parte sua il ministro della Difesa Yoav Gallant.
Hamas ha definito il blitz dell'IDF «un massacro»
Da Gaza Hamas ha definito il blitz militare israeliano «un massacro» che ha provocato «210 morti palestinesi e 400 feriti». Il leader della fazione islamica Ismail Haniyeh ha insistito che «il nostro popolo non si arrenderà e la resistenza continuerà per difendere i nostri diritti di fronte a questo nemico criminale».
Mentre il presidente palestinese Abu Mazen ha invocato una sessione del Consiglio di sicurezza dell'Onu sul «sanguinoso massacro compiuto dalle forze di occupazione israeliane nel campo di Nuseirat».
L'operazione congiunta tra Idf e Shin Bet – secondo la Cnn con l'appoggio di una cellula americana – è scattata attorno alle 10 ora italiana, preannunciata poco prima da un inusuale messaggio dell'esercito su un'azione in corso nel campo di Nuseirat.
«Un'operazione complessa progettata da diverse settimane»
«Un'operazione complessa progettata da diverse settimane, che si è svolta sotto un pesante fuoco nemico», ha raccontato il portavoce militare Daniel Hagari.
«I combattenti delle unità speciali hanno operato in due diversi edifici e abbiamo fatto ricorso ad un fuoco massiccio per proteggere le nostre forze. Gli ostaggi erano all'interno di un rione civile, in un ambiente presidiato da miliziani armati», ha aggiunto.
Il momento più critico dell'azione, hanno poi rivelato i media, è stato quando uno dei veicoli con a bordo tre degli ostaggi si è bloccato mentre li stava portando in salvo.
Per proteggere il mezzo, già preso di mira dai miliziani di Hamas, l'Idf ha ingaggiato una dura battaglia aprendo pesantemente il fuoco con l'appoggio della 98esima divisione. È qui che probabilmente si è registrato il maggior numero di morti palestinesi, compresi civili, nel campo profughi.
La notizia della liberazione ha galvanizzato Israele
Gli ostaggi, alla fine riuniti, sono poi stati fatti uscire da Gaza con due elicotteri e portati direttamente all'ospedale Tel HaShomer-Sheba di Tel Aviv, dove sono in condizioni definite buone, come si vede dalle immagini, anche se provati.
Nello scontro con i miliziani di Hamas è morto il comandante delle forze speciali Arnon Zamora, che era a capo della squadra di salvataggio. È l'unica perdita di Israele che ricorda quanto avvenne ad Entebbe con la morte di Yoni Netanyahu, fratello del premier: a Zamora, per decisione dell'Idf, sarà intitolata l'operazione.
La notizia della liberazione ha galvanizzato Israele. In un video diventato virale sui social si ascoltano le grida di gioia dei bagnanti su una spiaggia di Tel Aviv all'annuncio dato dal bagnino attraverso gli altoparlanti. Ma non ha fatto dimenticare gli altri ostaggi ancora prigionieri a Gaza.
I familiari dei rapiti hanno detto che «l'eroica operazione dell'Idf è un trionfo miracoloso» ma «ora il governo deve ricordare il suo impegno a riportare indietro tutti i 120 ostaggi, vivi e morti».
Un immediato effetto politico
La liberazione – oltre che una possibile ripercussione sui negoziati in corso – ha avuto anche un immediato effetto politico. Il leader centrista e ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz ha annullato la conferenza stampa nella quale proprio stasera avrebbe annunciato la sua uscita dal governo allo scadere dell'ultimatum lanciato a Netanyahu in dissenso sulla linea della guerra a Gaza e sul futuro della Striscia.
È probabile, secondo molti analisti, che Gantz ci pensi a lungo prima di riproporre l'uscita. «Non rinunciamo all'unità, anche oggi dobbiamo continuare a mostrare responsabilità», è stato l'appello che gli ha rivolto in serata Netanyahu, chiedendo all'ex generale di non abbandonare il governo di emergenza nazionale.