Politica Il generale Zuniga e il complotto sul golpe in Bolivia

SDA

27.6.2024 - 21:45

Il comandante generale dell'Esercito boliviano Juan Jose Zuniga, congedato, viene presentato presso la sede della Forza speciale contro il crimine dopo il suo arresto per aver fatto parte di un golpe militare contro il governo, a La Paz, in Bolivia, il 26 giugno 2024.
Il comandante generale dell'Esercito boliviano Juan Jose Zuniga, congedato, viene presentato presso la sede della Forza speciale contro il crimine dopo il suo arresto per aver fatto parte di un golpe militare contro il governo, a La Paz, in Bolivia, il 26 giugno 2024.
KEYSTONE/EPA/STR

Il giorno dopo l'occupazione militare di Piazza Murillo, cuore della democrazia boliviana, analisti e politici si interrogano sulle tre ore che hanno tenuto in scacco il Paese, facendo temere un ritorno agli anni Sessanta.

Un colpo di Stato fallito «per il ritardo nell'arrivo dei rinforzi», secondo la ministra della Presidenza, María Nela Prada. Un complotto orchestrato dallo stesso presidente Luis 'Lucho' Arce, stando alle dichiarazioni del generale golpista, Juan José Zuniga.

Prima di finire in carcere, l'ex comandante dell'Esercito – destituito due giorni fa per aver rivolto alcune minacce all'ex presidente Evo Morales – ha riferito di uno schema architettato dall'attuale capo di Stato – un auto-golpe – per rafforzare il sostegno al suo governo di fronte ad una realtà politica e economica sempre di più difficile.

«Il presidente mi ha detto che la situazione era molto complicata e che era necessario preparare qualcosa per accrescere la sua popolarità», ha detto Zuniga ai media, alimentando un incendio di dubbi e sospetti.

Cosa c'è dietro il tentato golpe?

Vale la pena ricordare che sullo sfondo del tentato colpo di Stato c'è una feroce faida all'interno del Movimento per il socialismo (Mas), proprio tra Arce e Morales.

Quest'ultimo, disarcionato dalla guida del Paese dopo tre mandati consecutivi (dal 2006 al 2019) con l'accusa di brogli, vorrebbe riprenderne le redini alle prossime presidenziali del 2025, e solo alcuni giorni fa aveva convocato una pesante mobilitazione, con azioni di pressione sul governo, blocchi stradali e uno sciopero generale. Iniziative sospese dopo il tentato colpo di stato.

Coinvolti vari politici della corrente di Morales

Non a caso, a sembrare convinti di un auto-golpe sono vari politici della corrente di Morales. Il senatore Luis Adolfo Flores (Mas), ad esempio, ha indicato come «sorprendente» che, nonostante l'arrivo di un forte contingente militare al chilometro zero (così viene comunemente indicata plaza Murillo) non ci sia stata alcuna reazione da parte della polizia. E anche Carlos Romero (Mas) che ha ricoperto più volte incarichi nei governi Morales, ha espresso perplessità. «Conversavano alla porta di Palacio Quemado (la sede del governo). I ministri erano in giro per la piazza – ha rilevato -. Non è stato dato nemmeno un ordine alla polizia».

Vari osservatori hanno indicato una serie di «incongruenze»: dalla passività del presidente Arce per circa due ore di fronte all'insubordinazione del golpista Zuniga, che lui stesso aveva nominato nel 2024 e considerato un suo uomo di fiducia, a una quasi totale assenza di violenza (nessun morto). «Più che il teatro di un golpe, sembrava un set cinematografico, con tanto di telecamere».

Intanto, tra un fioccare di condanne e di messaggi di solidarietà, che si sono levate da tutto il mondo, la Bolivia è tornata alla calma, con una dozzina di militari in manette e una decina di feriti lievi – mentre il presidente Arce in piazza con l'altoparlante ha brindato ringraziando per il sostegno al suo governo.

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