New York Ivanka Trump testimonia sugli asset gonfiati: «Non ricordo»

SDA

8.11.2023 - 21:45

Non c'ero, se c'ero non ho visto e se c'ero e ho visto non ricordo. Ivanka Trump prende le distanze dal padre e, da testimone nel processo civile sugli asset gonfiati, si dichiara praticamente all'oscuro di tutte le questioni fiscali legate all'azienda di famiglia, nonostante il suo ruolo di manager in prima linea e di fida consigliera di Donald.

Ivanka Trump arriva alla Corte Suprema di New York mercoledì 8 novembre 2023.
Ivanka Trump arriva alla Corte Suprema di New York mercoledì 8 novembre 2023.
KEYSTONE/AP Photo/Yuki Iwamura

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Ivanka Trump, da testimone nel processo civile sugli asset gonfiati, si dichiara praticamente all'oscuro di tutte le questioni fiscali legate all'azienda di famiglia, nonostante il suo ruolo di manager in prima linea e di fida consigliera di Donald.
  • Letititia James non crede alla strategia difensiva di Ivanka ed è convinta che sia «indissolubilmente legata» alla Trump Organization.
  • La posta in gioco è alta: Trump rischia di dover pagare un'ammenda da 250 milioni di dollari e la perdita del controllo di una parte del suo impero, oltre alla distruzione dell'immagine di imprenditore di successo e ricchissimo cui è legata la sua sfida per tornare alla Casa Bianca.

Tailleur pantalone scuro, tacchi vertiginosi in tinta, l'ex braccio destro del tycoon alla Casa Bianca è arrivata in mattinata al tribunale di Manhattan per rispondere alle domande del team della procuratrice di New York che l'hanno tenuta in aula per quasi tutto il giorno.

Letititia James non crede alla strategia difensiva di Ivanka ed è convinta che sia «indissolubilmente legata» alla Trump Organization.

«Era molto coinvolta» nelle attività dell'azienda e «ha negoziato condizioni favorevoli su una serie di prestiti sulla base di dichiarazioni finanziarie fraudolente», ha spiegato l'attorney sulle scale del tribunale poco prima dell'inizio dell'udienza.

Non è riuscita a evitare la testimonianza

A giugno, tramite un ricorso alla corte d'appello, l'ex first daughter era riuscita ad ottenere il ritiro per prescrizione dei reati di tutte le accuse a suo carico, ma non è riuscita ad evitare la testimonianza.

Qualche giorno fa aveva provato a scongiurarla adducendo come giustificazione che durante la settimana non si può allontanare da Miami – dove si è ritirata con il marito Jared Kushner dopo la debacle del padre nel 2020 – perché «deve occuparsi dei suoi tre figli».

Muro di gomma di fronte alle domande

Sta di fatto che la «meravigliosa e bellissima» figlia di Donald si è rivelata un muro di gomma di fronte alle domande incalzanti della procura.

«Era al corrente che la Trump Org, trattando con il gruppo di gestione patrimoniale privata della Deutsche Bank, è stata in grado di ottenere un tasso di interesse e commissioni più bassi rispetto a quelli che avrebbero avuto se avessero trattato con il gruppo immobiliare commerciale?»

«No», è stata la risposta dell'ineffabile ex designer di scarpe, nonostante diverse email documentino che sia stata proprio lei a negoziare una serie di prestiti.

«Lei e suo marito parlate mai di affari?», «No», ha replicato ancora una volta. Quindi molti «non ricordo» e una serie di «non so».

Ivanka: «Non ero coinvolta nelle sue dichiarazioni»

Quando poi l'avvocato Louis Solomon l'ha incalzata sul valore di un attico di sua proprietà nel complesso di lusso a New York 'Trump Park Avenue', valutato 8,5 milioni di dollari ma dichiarato dal tycoon per 20 milioni, la figlia dell'ex presidente si è limitata a rispondere: «Come ho detto un anno e mezzo fa, non ero coinvolta nelle dichiarazioni sulla sua situazione finanziaria», precisando di non essere mai stata coinvolta nella preparazione delle dichiarazioni fiscali personali di suo padre e di non averle mai esaminate.

Alla fine una testimonianza sicuramente meno spettacolare dello show del padre lunedì ma sulla linea con le dichiarazioni dei due fratelli, coimputati con il tycoon, Eric e Donald jr, nei giorni scorsi.

La posta in gioco è alta per Donald Trump

La posta in gioco è alta: Trump rischia di dover pagare un'ammenda da 250 milioni di dollari e la perdita del controllo di una parte del suo impero, oltre alla distruzione dell'immagine di imprenditore di successo e ricchissimo cui è legata la sua sfida per tornare alla Casa Bianca.

Anche per questo, il tycoon non perde occasione per attaccare Letitia James e il giudice Arthur Engoron: «La procuratrice generale corrotta e razzista ha permesso che omicidi e i crimini violenti prosperassero a New York e ora lei e l'hater di Trump Engoron stanno cercando di coinvolgere Ivanka nonostante la Corte d'Appello abbia stabilito che non può essere accusata. Triste!».

SDA