Intelligenza artificiale Altman contro Musk: «Un infelice e insicuro che farebbe meglio a competere con prodotti migliori»

SDA

11.2.2025 - 22:11

Sam Altman
Sam Altman
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Un «infelice» e «insicuro» che farebbe meglio a «competere con prodotti migliori» invece di usare tattiche e azioni legali per «indebolirci» e «rallentarci». Sam Altman respinge i 97,4 miliardi di dollari messi sul piatto da Elon Musk per gli asset della sua OpenAI e attacca duramente il miliardario rivale, con il quale non corre buon sangue da tempo.

Keystone-SDA

Rubando la scena ai grandi radunati a Parigi per il vertice sull'intelligenza artificiale, il CEO della start up a cui fa capo ChatGPT ha bollato come ridicola l'offerta del consorzio guidato da Musk, che lo ha colto di sorpresa e che rischia di complicare il suo piano per la trasformazione in società a scopo di lucro di OpenAI.

Altman era a cena, seduto vicino al vicepresidente americano JD Vance, quando il Wall Street Journal ha rivelato l'affondo di Musk. La sua risposta è stata immediata: «No grazie, ma possiamo comprare Twitter per 9,74 miliardi». Un post al quale l'uomo più ricco del mondo ha risposto con un secco «truffatore».

Nuovo capitolo della saga fra i due giganti della Silicon Valley

Lo scontro pubblico andato in scena su X è un nuovo capitolo della saga fra i due giganti della Silicon Valley, impegnati in una battaglia che va avanti da mesi davanti agli occhi del mondo e che si consuma dietro le quinte da anni.

Uno scontro in cui c'è in gioco il futuro dell'intelligenza artificiale, la tecnologia rivoluzionaria nella quale solo quest'anno le quattro grandi della Silicon Valley (Microsoft, Alphabet, Meta e Amazon) investiranno più di 300 miliardi di dollari.

Per Musk l'offerta è una sfida ad Altman, con il quale ha fondato OpenAI nel 2015 per poi fare un passo indietro a causa di un disaccordo sulla direzione della start up. L'affondo rientra nella battaglia legale in corso avviata da Musk, schierato contro la trasformazione di OpenAI in società a scopo di lucro.

Gli avvocati del miliardario hanno chiesto alla giustizia americana di bloccare la conversione della start up, incassando anche l'appoggio di Meta di Mark Zuckerberg. L'offerta mostra però anche come Musk sia disposto ad attaccare un'azienda come OpenAI che il suo capo Donald Trump ha eletto come uno dei campioni nazionali e ha messo al centro della strategia dell'IA dell'amministrazione.

Per Altman la proposta di Musk è un ostacolo al nuovo round di raccolta fondi che vede la sua società valutata ben oltre 300 miliardi di dollari. Ma soprattutto al suo piano di trasformazione della società in scopo di lucro. Altman da mesi sta lavorando con gli investitori per determinare quanto compensare la non profit che al momento controlla la start up, cercando di stabilire se la strada migliore è un pagamento una tantum o una quota nella nuova OpenAI.

L'offerta di Musk potrebbe costringere il consiglio di amministrazione di OpenAI a rivalutare le modalità con cui stabilire un valore appropriato e quindi rendere l'operazione più onerosa. Maggiore è infatti la valutazione della non profit, maggiore sarà probabilmente la una tantum da pagare o la sua partecipazione nella OpenAI a scopo di lucro dopo la conversione. E il tutto a scapito di Altman.

La decisione spetta ora al CdA di OpenAI

La decisione spetta ora al consiglio di amministrazione di OpenAI, presieduto da quel Bret Taylor che si è già scontrato con Musk quando era a Twitter durante l'acquisizione da parte del miliardario.

Nel board della start up siede anche Larry Summers, l'ex segretario al Tesoro che ha firmato un editoriale molto critico contro Musk e il suo dipartimento per l'Efficienza del governo, accusati di mettere «sotto attacco la democrazia».

La partita fra Altman e Musk è solo alle battute iniziali e i riflettori sono puntati ora su come si schiererà la Silicon Valley e soprattutto su come Trump gestirà lo scontro che vede il suo 'first buddy' in prima linea.